mercoledì 30 novembre 2022

Ucraina, terra di amore e di guerra

  2° Incontro – 12/10/2022 – Prof. SCOPA -  Dott.ssa Patrizia BIANCO 

                                     Ucraina, terra di amore e di guerra

Il Prof. Francesco Saverio Lioi ( Cecchino) ha presentato gli ospiti di questa serata , suoi amici di Potenza.

Essi sono: il Prof. Antonio  Scopa, docente presso l’Uni-Bas di Potenza  nella facoltà di Agraria e sua moglie Patrizia Bianco, scrittrice, autrice dei romanzi “ Radici  Lucane” e “ Controcanto,verso il vento”

  Il Prof. Scopa ha raccontato brevemente la storia recente dell’Ucraina, esteso territorio compreso tra la Russia e l’Europa dell’Est, fra i maggiori paesi del mondo per la produzione di cereali, già facente parte dell’Unione Sovietica come le Repubbliche Baltiche e  molti altri Stati dell’Asia Centrale ed Orientale e dell’Europa dell’Est.

Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, con la politica della Perestroika avviata dall’allora Presidente russo Gorbaciov, molte di quelle nazioni rivendicarono la piena autonomia e fra queste l’Ucraina i cui cittadini votarono quasi all’unanimità per il distacco da Mosca.

Questa nazione iniziò un deciso avvicinamento alla Comunità Europea, gli intellettuali valorizzarono la lingua locale, prima considerata come un dialetto russo, la Chiesa Ortodossa si rese autonoma da Mosca e, prima la capitale Kiev e poi via via le altre maggiori città assunsero l’aspetto architettonico e culturale delle città europee.

E’ storia di oggi il tragico tentativo russo di riannettersi l’Ucraina, rivendicando le antiche occupazioni  prima zarista e poi sovietica.

Dopo la sua breve esposizione il Prof. Scopa passa la parola alla moglie Patrizia Bianco la quale racconta la loro avventura per l’adozione di una bambina ucraina: la decisione di adottare, la scelta della nazione alla quale indirizzare la domanda di adozione, le visite di ogni genere alle quali furono sottoposti, la lunga attesa e finalmente la telefonata di accettazione della domanda. Quindi il viaggio a Kiev, ricevuti da una severa funzionaria al Ministero Degli Esteri, la scelta del genere  (maschietto o femminuccia ?) e finalmente la visione della prima foto della bimba da adottare.

Il taxi li porta a Mariupol, dove avverrà l’incontro con la bambina. La signora Bianco a questo punto,  legge un suo scritto e fa leggere alla signora Imma Evangelista, presente in sala, uno scritto della bambina, undicenne e quindi già in Italia da oltre tre anni, nei quali sono ricordati i momenti, davvero emozionanti del primo incontro tra i genitori adottandi e la bambina, momenti culminanti di una scelta che sembra preparata da sempre dal destino.

Scelta rivelatesi poi assolutamente positiva sia per i nuovi genitori che per la bambina, Anastasia, la quale si inserì subito perfettamente nella nuova famiglia e nell’ambiente potentino frequentando con profitto tutto il percorso scolastico, dalle elementari al Liceo Classico e poi l’iscrizione e la frequenza dell’Università. 

Ma la madre adottiva pensava fosse utile alla ragazza sciogliere un nodo che forse col tempo avrebbe compromesso la serenità della sua vita: la ripresa di un contatto con la madre biologica. Nel 1917 organizzarono un nuovo viaggio in Ucraina, a Mariupol.

Andarono all’Orfanatrofio dove era vissuta per tre anni Anastasia, che salutò le persone che l’avevano accudita e dove ebbero l’indirizzo della casa dove la piccola aveva abitato con la madre fino ai  cinque anni e che ora aveva dimenticato. 

Dopo fortunate ricerche riuscirono ad incontrare la madre biologica di Anastasia. Incontro difficile per entrambe, Anastasia non riusciva a guardare negli occhi sua madre né a trovare le parole per dialogare con lei. La soccorse ancora una volta la madre adottiva che le suggerì di scrivere una lettera alla madre, cosa che Anastasia fece, nella quale ricordava le sofferenze patite nei cinque anni di convivenza con lei e nei tre trascorsi nell’Orfanatrofio, ma riconoscendo pure quanto la madre continuava a ripeterle e cioè che la vita non era stata facile neppure per lei. 

Anastasia, ragazza allora di appena 17 anni, in un definitivo gesto di riconciliazione, riuscì a chiudere la lettera con le parole: mamma, ti perdono.

Termina così la breve ma intensa rievocazione della sua esperienza la signora Bianco, tra la commozione di tutti i presenti.

Prima di chiudere l’incontro, particolarmente interessante e coinvolgente, la signora Bianco distribuisce ai presenti l’opuscolo della “ Fondazione Premio Letterario Basilicata, Circolo Culturale Silvio Spaventa Filippi, dedicato alle coraggiose donne ucraine combattenti sul fronte della vita”, contenenti testimonianze e poesie in italiano e con la traduzione in lingua ucraina.

                                                                                                  G. De Felice

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