11° incontro - 16/01/2019 –dott. a. giordano
“Giuseppe Canio Chiummiento, giornalista coraggioso”
Il Dottor Giordano ha
parlato del giornalista Canio Giuseppe Chiummiento che fu per molti anni
direttore del primo quotidiano della nostra Regione " La Basilicata".
Era nato ad Acerenza
il 4/7/1888 ed aveva compiuto appena due anni quando rimase orfano di entrambi
i genitori. Si presero cura di lui i nonni che lo fecero studiare.
Presso l'Università di
Napoli conseguì due lauree, il Lettere e in Giurisprudenza, ma già da studente
iniziò a collaborare al giornale napoletano " Il Pungolo" facendosi
presto notare nell'ambiente giornalistico.
Sposò l'acheruntina
Giovanna Gilio e dopo una breve permanenza in Argentina, si trasferì a Milano
dove fu assunto presso,il giornale " La Lombardia" sul quale
pubblicava articoli di attualità, di politica internazionale ed anche di
critica letteraria su autori come Cavalcanti, Boccaccio e Pascoli..
Partecipò alla 1°
Guerra Mondiale distinguendosi per azioni di valore, ricevendo medaglie ed
onorificenze. Dopo la guerra si stabilì a Napoli, dove lavorò come
redattore del " Giornale della Sera" e dove fondò e diresse il
quotidiano " La Basilicata" schierandosi politicamente a fianco del
lucano Francesco Saverio Nitti.
Nel 1920 fui eletto
consigliere Provinciale impegnandosi per la soluzione di molti problemi della
Provincia.
All'avvento del
fascismo si schierò apertamente contro il Regime, subendo persecuzioni e
minacce.
Nel 1924 fondò il
Partito Lucano d'Azione, sciolto però nell'anno seguente.
Nello stesso anno si
tennero le elezioni politiche, vinte dal Partito Fascista, descritte da
Chiummiento come ELEZIONI TRUFFALDINE per i molti grossolani brogli,
inutilmente denunciati.
Dopo l'assassinio del
deputato socialista Giacomo Matteotti ad opera di squadracce fasciste,
Chiummiento iniziò ad indirizzare al Duce, dal suo giornale, lettere aperte
cariche di ironia, sarcasmo e tristi verità. In tutto scrisse 14 lettere, ma
nel novembre del 1925 dovette abbandonare la direzione del suo giornale e fu
costretto ad emigrare in Argentina. Qui collaborò a diversi giornali,
impegnandosi in molte battagli sociali, soprattutto a favore dei tanti
immigrati italiani lì residenti.
Morì a Buenos Aires il
19-10-1941 a 53 anni. Fu sepolto nel Panteon della città argentina ma nel 1947
la vedova fece portare le ceneri dell'amato marito ad Acerenza, dove sono
tuttora custodite.
Nel 1959 ed il 16
ottobre scorso la figura di questo illustre coraggioso giornalista e uomo
politico è stato ricordato in convegni ad Acerenza, suo paese di nascita,
con l'intervento di illustri studiosi
G.D.F.