24 incontro 05-aprile 2017 Dott. Agronomo i. benedetto esposito
“Spazi verdi ad uso
ornamentale”
Premessa
“Che il nostro
verde sia un piccolo vaso o un grande parco sarà sempre immenso il piacere che
regalerà ai nostri sensi”.
Con queste
parole il Dott. Esposito ha iniziato la sua relazione, per proseguire, poi,
entrando nello specifico.
Funzioni
principali degli spazi verdi
“Anche se il
titolo che ho voluto proporre per quest’incontro potrebbe sembrare banale o
quanto meno scontato, l’ho scelto perché effettivamente ci permette di partire
da una serie di considerazioni.
Il termine “spazio”
rappresenta la componente fisica in cui si sviluppa l’idea progettuale messa
poi in opera.
Allargando un
poco, il concetto va ad indicare anche l’intorno della nostra porzione di
territorio interessata dall’intervento, perché uno dei fondamenti della tecnica
di progettazione è proprio la “contestualizzazione” del progetto, il cosiddetto
“genius loci”, fonte primaria di
ispirazione per l’intero processo di progettazione che può rendere più o meno
adatta ad un determinato spazio un’idea progettuale.
E’ utile
precisare sin da subito, però, che i paesaggi e le aree verdi vanno oltre le
tre dimensioni dello spazio, divenendo fondamentale anche il fattore “tempo”
proprio perché l’elemento progettuale principale è rappresentato dalla
vegetazione, quello che nel nostro titolo abbiamo indicato come “verde” e che naturalmente
è un elemento vivo, in continuo cambiamento.
Ma il verde è
solo uno dei mille colori e altrettante sfumature che si possono utilizzare in
un giardino, in un parco. Quindi spazi verdi perché le piante devono essere l’elemento
portante dell’opera; infatti anche una piazza può rientrare nei nostri spazi
verdi ad uso ornamentale a patto che ci sia una importante componente vegetale.
Infine “l’uso
ornamentale” contraddistingue tali spazi rispetto a quelli ad “uso produttivo”,
quali possono essere gli orti o le coltivazioni in genere.
Su questo
aspetto è utile soffermarsi un attimo in più perché il valore ornamentale degli
spazi verdi racchiude in sé almeno due aspetti diversi: uno soggettivo
attribuibile secondo una scala di valore personale, in base al gusto proprio di
ognuno di noi; l’altro di tipo oggettivo, intrinseco che va oltre il concetto
di “estetica” avvicinandosi maggiormente a quello di “produttività” e che ha
visto crescere il suo sviluppo soprattutto negli ultimi tempi; mi riferisco al
benessere psico-fisico che la frequentazione di uno spazio verde procura al
visitatore e che poi si ripercuote sulla salute e quindi anche sull’operosità
della stessa persona. Ad esempio i cortili e le aree annesse agli uffici
vengono realizzati con criteri volti a procurare nel visitatore una sensazione
di rilassamento.
In riferimento
alle città più grandi, l’inquinamento acustico, atmosferico, idrico, del suolo,
insieme al degrado generale della struttura urbana, alla mancanza di spazi
collettivi, agibili e funzionali, rappresentano fattori di notevole influenza
sia sulla salubrità ambientale che sulla fruizione sociale delle nostre città.
Uno degli
elementi decisivi per il miglioramento della qualità della vita in città è
rappresentato senza dubbio dal verde urbano e peri-urbano. Inteso come l’insieme
delle componenti biologiche che concorrono a determinare l’impronta
funzionale e paesaggistica di un centro abitato in equilibrio ecologico col territorio,
esso è un vero e proprio sistema complesso, formato da un insieme di
superfici e di strutture vegetali eterogenee, in grado di configurarsi come un
bene di interesse collettivo e come una risorsa multifunzionale per la città e
per i suoi abitanti.
Il verde
urbano, se adeguatamente pianificato, progettato e gestito, può svolgere molte
funzioni a beneficio dell’ambiente di non trascurabile importanza. Se
consideriamo gli aspetti igienico-sanitari, i suoi positivi effetti sul clima
locale, sulla qualità dell’aria, sui livelli di rumore, sulla stabilità del
suolo sono di tutta evidenza e sono strettamente legati a fattori dimensionali,
strutturali e specifici dei popolamenti vegetali che lo compongono ma anche al
loro rapporto con le aree edificate.
La
vegetazione, ad esempio, funge da “climatizzatore naturale” stemperando quelli
che sono gli eccessi termici che caratterizzano l’ambiente urbano. Attraverso l’ombreggiamento
e la sottrazione di calore conseguente alla attività di evapotraspirazione
della componente arborea, la temperatura nei periodi estivi subisce un
abbassamento di diversi gradi: il conseguente minor bisogno di ricorrere al
condizionamento artificiale negli edifici determina, pertanto, un impatto
positivo indiretto sui consumi energetici, sulla qualità dell’aria e sul
surriscaldamento globale.
Grazie all’attività
fotosintetica e alla capacità di fissare carbonio nei propri tessuti nonché di
assorbire le sostanze gassose così altamente concentrate in ambiente cittadino,
la vegetazione contribuisce alla riduzione dei livelli di inquinamento
atmosferico. Anche dal punto di vista della riduzione dei livelli di rumore, il
contributo può essere notevole: la capacità fonoassorbente della vegetazione è
nota, specialmente se associata ad altri tipi di barriere acustiche.
Le chiome
degli alberi e la vegetazione arbustiva, nell’intercettare la pioggia,
aumentano i tempi di corrivazione, favorendo l’infiltrazione dell’acqua nelle
superfici permeabili sottostanti e rallentandone il deflusso verso le reti di
smaltimento, con notevole miglioramento del ciclo dell’acqua e con positivi
effetti sulla stabilizzazione del suolo.
Gli spazi
verdi cittadini ospitano una flora ricca e varia e possono offrire habitat
idonei per numerose specie animali, concorrendo alla conservazione della
biodiversità. Contrariamente a quello che si pensa comunemente, all’interno
dell’ecosistema urbano sono, infatti, presenti numerose specie, spesso fortemente
legate a questo tipo di ambiente o addirittura dotate di una particolare
dinamica in relazione alle attività antropiche che si svolgono.
Se invece
consideriamo gli aspetti socio-economici, è innegabile che una città “verde”,
oltre ad apparire esteticamente più apprezzabile e appetibile a livello
turistico, sia in grado di incontrare i fabbisogni di ricreazione, di relazione
sociale, di crescita culturale, di salute, dei propri abitanti. Le funzioni sociali,
culturali ed estetiche delle aree verdi sono riconosciute come elementi
cruciali degli spazi aperti cittadini per le possibilità che offrono di
ricreazione, socializzazione e svago all’aria aperta, nonché per i valori
storici e culturali che conservano e trasmettono. E ciò vale tanto più se si
considera che per ampie fasce di popolazione essi rappresentano la più
immediata se non unica possibilità di contatto con la natura per lunghi periodi
dell’anno. Le aree verdi offrono ai cittadini la possibilità di sperimentare il
contatto diretto con i cicli naturali e gli elementi della flora e della fauna
locale, contribuendo così all’educazione ambientale di giovani e adulti, alla
ricerca scientifica, alla formazione di una cultura di conoscenza e rispetto del
verde e della natura in generale. Hanno altresì una funzione aggregativa, di integrazione
sociale, di ispirazione artistica, di crescita personale e di crescita
affettiva e identitaria nei riguardi del proprio territorio di residenza.
Già da questi
primi concetti si capisce che non è sufficiente una collezione di piante rare e
preziose per fare un giardino; occorre invece, una “ricerca compositiva”
sapiente, in modo da organizzare la composizione attorno ad un’idea centrale in
una fusione equilibrata tra elementi naturali e formali e, soprattutto, con l’impiego
di arredi, manufatti e strutture appropriate.
Principi
generali di progettazione
A prescindere
dai concetti generali di pianificazione a larga scala e per rimanere in un
ambito più delimitato possiamo di certo affermare che progettare un giardino,
terrazzo o balcone, specialmente il proprio, è una esperienza unica e
appassionante, una opportunità per esprimere la nostra fantasia.
Tutti abbiamo
in mente qualche angolo che ci ha colpiti particolarmente: può essere un
soffice tappeto erboso circondato da azalee dai tenui colori, protette dall’ombra
di una quercia, un rampicante che d’autunno assume le tonalità rosse o gialle
del sole al tramonto, una siepe profumatissima, un bosco fiorito di anemoni e
narcisi, un terrazzo invitante ricoperto di fiori dai colori brillanti o un
balcone colmo di rose. I fiori, gli alberi, gli arbusti di questi luoghi si
sono impressi nella memoria non solo per effetto dell’armonia dei colori, delle
forme e della tessitura, ma anche grazie alla loro sapiente composizione.
Un concetto di
base, valido per i giardini privati, è che lo spazio verde non dovrebbe
rappresentare uno status symbol del proprietario, uno sfoggio di specie rare
e/o secolari proposte dal paesaggista o vivaista alla moda, ma un luogo da
coltivare, da vivere, da amare, da seguire con cure assidue.
Alcuni
principi generali di progettazione:
1. Progettare
lo spazio ispirandosi alla natura del luogo e perseguendo il concetto di “sostenibilità
ambientale”;
2. Posizionare
le specie vegetali iniziando dagli alberi, poi gli arbusti e poi le erbacee
perenni e/o annuali;
3. Saper
prevederne lo sviluppo a maturità;
4. Tener conto
delle prospettive, dei contrasti e delle varie tonalità di colore che si desidera
ottenere;
5. Considerare
il livello di manutenzione richiesto e la disponibilità di tempo (e denaro) che
si può garantire;
6. Non
trascurare nessuna parte del giardino. Anche gli angoli più in ombra e nascosti
devono far parte di un preciso progetto;
Regolamentazione
del verde ornamentale
La buona
funzionalità e il corretto uso delle aree verdi pubbliche richiedono il
supporto di strumenti di governo specifici, in grado di guidare gli
amministratori nelle scelte di pianificazione, programmazione e gestione, ma
anche di fornire ai cittadini elementi di conoscenza e di rispetto verso questo
importante bene comune.
Nonostante l’eterogeneità
degli strumenti di pianificazione urbanistico-territoriale in essere presso le
varie Regioni italiane, esistono essenzialmente tre strumenti di settore, non
alternativi ma complementari e di supporto l’uno all’altro, che l’amministrazione
comunale può adottare per il governo dei propri sistemi verdi urbani e
periurbani, in questo riscontrando anche le indicazioni della Legge n. 10/2013,
“Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”:
il
Censimento del verde
il
Regolamento del verde
il
Piano del verde
Essi hanno
diversa natura ed ognuno di loro va a rispondere a diverse esigenze: si va dal
rilievo puntuale del singolo albero area per area (con il Censimento del verde,
georeferito e integrato nel sistema informativo territoriale del Comune), alla
regolamentazione tecnica ad uso degli operatori (vedi il Regolamento del verde),
sino alla visione strategica del futuro verde della città (con il Piano del
verde).
Nei comuni più
piccoli, come il nostro, questi strumenti non vengono adottati e, quando va
bene, si trova una qualche traccia di regolamentazione del verde negli
strumenti urbanistici classici (PRG, RU….).
Nel caso di
Oppido, per esempio il Regolamento Urbanistico vigente norma gli spazi verdi
agli articoli che vanno dal 30 al 39, in particolare gli articoli 30-31-32-33,
con riferimento alla tavola di progetto 42 “Regimi urbanistici generali”.
Tavola
del RU di Oppido
In questo tipo
di regolamento, chiaramente, non si accenna a nessun criterio fissato di
progettazione, come avviene, per contro e solo per alcuni aspetti, nel caso del
Regolamento del Verde (vedi quello di Potenza).
Abbiamo
accennato prima alla legge 10/2013, vediamo sommariamente cosa dice.
All’ art. 1,
riconosce il 21 novembre quale «Giornata nazionale degli alberi»;
All’ art. 2
modifica la legge 29 gennaio 1992, n. 113 sull'obbligo, per il comune di
residenza con popolazione superiore a 15.000 abitanti, di porre a dimora un
albero per ogni neonato;
All’art. 3
istituisce il Comitato Nazionale per il Verde pubblico che, fra l’altro,
provvede a monitorare sull’applicazione delle disposizioni di legge in materia
di verde pubblico e a proporre un piano nazionale che fissi criteri e linee
guida per la realizzazione di aree verdi di ogni genere.
All’art. 7
dispone per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e
delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale,
storico e culturale.”
A corredo della relazione il dott. Esposito ha
mostrato alcuni, esempi visivi di come può cambiare l’aspetto di una
città in seguito ad una buona pianificazione generale e del verde in
particolare, mostrando le immagini di una Tavola delle ortofoto di varie città e un Esempio
progettuale riguardante il recupero degli
spazi circostanti la Torre Guevara di Potenza e la Torre stessa.
D.M.