sabato 8 aprile 2017

24 incontro 05-aprile 2017 Dott. Agronomo i. benedetto esposito
“Spazi verdi ad uso ornamentale”
Premessa
“Che il nostro verde sia un piccolo vaso o un grande parco sarà sempre immenso il piacere che regalerà ai nostri sensi”.

Con queste parole il Dott. Esposito ha iniziato la sua relazione, per proseguire, poi, entrando nello specifico.

Funzioni principali degli spazi verdi
“Anche se il titolo che ho voluto proporre per quest’incontro potrebbe sembrare banale o quanto meno scontato, l’ho scelto perché effettivamente ci permette di partire da una serie di considerazioni.
Il termine “spazio” rappresenta la componente fisica in cui si sviluppa l’idea progettuale messa poi in opera.
Allargando un poco, il concetto va ad indicare anche l’intorno della nostra porzione di territorio interessata dall’intervento, perché uno dei fondamenti della tecnica di progettazione è proprio la “contestualizzazione” del progetto, il cosiddetto “genius loci”, fonte primaria di ispirazione per l’intero processo di progettazione che può rendere più o meno adatta ad un determinato spazio un’idea progettuale.
E’ utile precisare sin da subito, però, che i paesaggi e le aree verdi vanno oltre le tre dimensioni dello spazio, divenendo fondamentale anche il fattore “tempo” proprio perché l’elemento progettuale principale è rappresentato dalla vegetazione, quello che nel nostro titolo abbiamo indicato come “verde” e che naturalmente è un elemento vivo, in continuo cambiamento.
Ma il verde è solo uno dei mille colori e altrettante sfumature che si possono utilizzare in un giardino, in un parco. Quindi spazi verdi perché le piante devono essere l’elemento portante dell’opera; infatti anche una piazza può rientrare nei nostri spazi verdi ad uso ornamentale a patto che ci sia una importante componente vegetale.
Infine “l’uso ornamentale” contraddistingue tali spazi rispetto a quelli ad “uso produttivo”, quali possono essere gli orti o le coltivazioni in genere.
Su questo aspetto è utile soffermarsi un attimo in più perché il valore ornamentale degli spazi verdi racchiude in sé almeno due aspetti diversi: uno soggettivo attribuibile secondo una scala di valore personale, in base al gusto proprio di ognuno di noi; l’altro di tipo oggettivo, intrinseco che va oltre il concetto di “estetica” avvicinandosi maggiormente a quello di “produttività” e che ha visto crescere il suo sviluppo soprattutto negli ultimi tempi; mi riferisco al benessere psico-fisico che la frequentazione di uno spazio verde procura al visitatore e che poi si ripercuote sulla salute e quindi anche sull’operosità della stessa persona. Ad esempio i cortili e le aree annesse agli uffici vengono realizzati con criteri volti a procurare nel visitatore una sensazione di rilassamento.
In riferimento alle città più grandi, l’inquinamento acustico, atmosferico, idrico, del suolo, insieme al degrado generale della struttura urbana, alla mancanza di spazi collettivi, agibili e funzionali, rappresentano fattori di notevole influenza sia sulla salubrità ambientale che sulla fruizione sociale delle nostre città.
Uno degli elementi decisivi per il miglioramento della qualità della vita in città è rappresentato senza dubbio dal verde urbano e peri-urbano. Inteso come l’insieme delle componenti biologiche che concorrono a determinare l’impronta funzionale e paesaggistica di un centro abitato in equilibrio ecologico col territorio, esso è un vero e proprio sistema complesso, formato da un insieme di superfici e di strutture vegetali eterogenee, in grado di configurarsi come un bene di interesse collettivo e come una risorsa multifunzionale per la città e per i suoi abitanti.
Il verde urbano, se adeguatamente pianificato, progettato e gestito, può svolgere molte funzioni a beneficio dell’ambiente di non trascurabile importanza. Se consideriamo gli aspetti igienico-sanitari, i suoi positivi effetti sul clima locale, sulla qualità dell’aria, sui livelli di rumore, sulla stabilità del suolo sono di tutta evidenza e sono strettamente legati a fattori dimensionali, strutturali e specifici dei popolamenti vegetali che lo compongono ma anche al loro rapporto con le aree edificate.
La vegetazione, ad esempio, funge da “climatizzatore naturale” stemperando quelli che sono gli eccessi termici che caratterizzano l’ambiente urbano. Attraverso l’ombreggiamento e la sottrazione di calore conseguente alla attività di evapotraspirazione della componente arborea, la temperatura nei periodi estivi subisce un abbassamento di diversi gradi: il conseguente minor bisogno di ricorrere al condizionamento artificiale negli edifici determina, pertanto, un impatto positivo indiretto sui consumi energetici, sulla qualità dell’aria e sul surriscaldamento globale.
Grazie all’attività fotosintetica e alla capacità di fissare carbonio nei propri tessuti nonché di assorbire le sostanze gassose così altamente concentrate in ambiente cittadino, la vegetazione contribuisce alla riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico. Anche dal punto di vista della riduzione dei livelli di rumore, il contributo può essere notevole: la capacità fonoassorbente della vegetazione è nota, specialmente se associata ad altri tipi di barriere acustiche.
Le chiome degli alberi e la vegetazione arbustiva, nell’intercettare la pioggia, aumentano i tempi di corrivazione, favorendo l’infiltrazione dell’acqua nelle superfici permeabili sottostanti e rallentandone il deflusso verso le reti di smaltimento, con notevole miglioramento del ciclo dell’acqua e con positivi effetti sulla stabilizzazione del suolo.
Gli spazi verdi cittadini ospitano una flora ricca e varia e possono offrire habitat idonei per numerose specie animali, concorrendo alla conservazione della biodiversità. Contrariamente a quello che si pensa comunemente, all’interno dell’ecosistema urbano sono, infatti, presenti numerose specie, spesso fortemente legate a questo tipo di ambiente o addirittura dotate di una particolare dinamica in relazione alle attività antropiche che si svolgono.
Se invece consideriamo gli aspetti socio-economici, è innegabile che una città “verde”, oltre ad apparire esteticamente più apprezzabile e appetibile a livello turistico, sia in grado di incontrare i fabbisogni di ricreazione, di relazione sociale, di crescita culturale, di salute, dei propri abitanti. Le funzioni sociali, culturali ed estetiche delle aree verdi sono riconosciute come elementi cruciali degli spazi aperti cittadini per le possibilità che offrono di ricreazione, socializzazione e svago all’aria aperta, nonché per i valori storici e culturali che conservano e trasmettono. E ciò vale tanto più se si considera che per ampie fasce di popolazione essi rappresentano la più immediata se non unica possibilità di contatto con la natura per lunghi periodi dell’anno. Le aree verdi offrono ai cittadini la possibilità di sperimentare il contatto diretto con i cicli naturali e gli elementi della flora e della fauna locale, contribuendo così all’educazione ambientale di giovani e adulti, alla ricerca scientifica, alla formazione di una cultura di conoscenza e rispetto del verde e della natura in generale. Hanno altresì una funzione aggregativa, di integrazione sociale, di ispirazione artistica, di crescita personale e di crescita affettiva e identitaria nei riguardi del proprio territorio di residenza.
Già da questi primi concetti si capisce che non è sufficiente una collezione di piante rare e preziose per fare un giardino; occorre invece, una “ricerca compositiva” sapiente, in modo da organizzare la composizione attorno ad un’idea centrale in una fusione equilibrata tra elementi naturali e formali e, soprattutto, con l’impiego di arredi, manufatti e strutture appropriate.
Principi generali di progettazione
A prescindere dai concetti generali di pianificazione a larga scala e per rimanere in un ambito più delimitato possiamo di certo affermare che progettare un giardino, terrazzo o balcone, specialmente il proprio, è una esperienza unica e appassionante, una opportunità per esprimere la nostra fantasia.
Tutti abbiamo in mente qualche angolo che ci ha colpiti particolarmente: può essere un soffice tappeto erboso circondato da azalee dai tenui colori, protette dall’ombra di una quercia, un rampicante che d’autunno assume le tonalità rosse o gialle del sole al tramonto, una siepe profumatissima, un bosco fiorito di anemoni e narcisi, un terrazzo invitante ricoperto di fiori dai colori brillanti o un balcone colmo di rose. I fiori, gli alberi, gli arbusti di questi luoghi si sono impressi nella memoria non solo per effetto dell’armonia dei colori, delle forme e della tessitura, ma anche grazie alla loro sapiente composizione.
Un concetto di base, valido per i giardini privati, è che lo spazio verde non dovrebbe rappresentare uno status symbol del proprietario, uno sfoggio di specie rare e/o secolari proposte dal paesaggista o vivaista alla moda, ma un luogo da coltivare, da vivere, da amare, da seguire con cure assidue.
Alcuni principi generali di progettazione:
1. Progettare lo spazio ispirandosi alla natura del luogo e perseguendo il concetto di “sostenibilità ambientale”;
2. Posizionare le specie vegetali iniziando dagli alberi, poi gli arbusti e poi le erbacee perenni e/o annuali;
3. Saper prevederne lo sviluppo a maturità;
4. Tener conto delle prospettive, dei contrasti e delle varie tonalità di colore che si desidera ottenere;
5. Considerare il livello di manutenzione richiesto e la disponibilità di tempo (e denaro) che si può garantire;
6. Non trascurare nessuna parte del giardino. Anche gli angoli più in ombra e nascosti devono far parte di un preciso progetto;
Regolamentazione del verde ornamentale
La buona funzionalità e il corretto uso delle aree verdi pubbliche richiedono il supporto di strumenti di governo specifici, in grado di guidare gli amministratori nelle scelte di pianificazione, programmazione e gestione, ma anche di fornire ai cittadini elementi di conoscenza e di rispetto verso questo importante bene comune.
Nonostante l’eterogeneità degli strumenti di pianificazione urbanistico-territoriale in essere presso le varie Regioni italiane, esistono essenzialmente tre strumenti di settore, non alternativi ma complementari e di supporto l’uno all’altro, che l’amministrazione comunale può adottare per il governo dei propri sistemi verdi urbani e periurbani, in questo riscontrando anche le indicazioni della Legge n. 10/2013, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”:
il Censimento del verde
il Regolamento del verde
il Piano del verde
Essi hanno diversa natura ed ognuno di loro va a rispondere a diverse esigenze: si va dal rilievo puntuale del singolo albero area per area (con il Censimento del verde, georeferito e integrato nel sistema informativo territoriale del Comune), alla regolamentazione tecnica ad uso degli operatori (vedi il Regolamento del verde), sino alla visione strategica del futuro verde della città (con il Piano del verde).
Nei comuni più piccoli, come il nostro, questi strumenti non vengono adottati e, quando va bene, si trova una qualche traccia di regolamentazione del verde negli strumenti urbanistici classici (PRG, RU….).
Nel caso di Oppido, per esempio il Regolamento Urbanistico vigente norma gli spazi verdi agli articoli che vanno dal 30 al 39, in particolare gli articoli 30-31-32-33, con riferimento alla tavola di progetto 42 “Regimi urbanistici generali”.
Tavola del RU di Oppido
In questo tipo di regolamento, chiaramente, non si accenna a nessun criterio fissato di progettazione, come avviene, per contro e solo per alcuni aspetti, nel caso del Regolamento del Verde (vedi quello di Potenza).
Abbiamo accennato prima alla legge 10/2013, vediamo sommariamente cosa dice.
All’ art. 1, riconosce il 21 novembre quale «Giornata nazionale degli alberi»;
All’ art. 2 modifica la legge 29 gennaio 1992, n. 113 sull'obbligo, per il comune di residenza con popolazione superiore a 15.000 abitanti, di porre a dimora un albero per ogni neonato;
All’art. 3 istituisce il Comitato Nazionale per il Verde pubblico che, fra l’altro, provvede a monitorare sull’applicazione delle disposizioni di legge in materia di verde pubblico e a proporre un piano nazionale che fissi criteri e linee guida per la realizzazione di aree verdi di ogni genere.
All’art. 7 dispone per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale.”
A corredo della relazione il dott. Esposito ha mostrato alcuni, esempi visivi di come può cambiare l’aspetto di una città in seguito ad una buona pianificazione generale e del verde in particolare, mostrando le immagini di una Tavola delle ortofoto di varie città e un Esempio progettuale riguardante il recupero degli spazi circostanti la Torre Guevara di Potenza e la Torre stessa.
D.M.



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