17° INCONTRO –18/02/2015 – DOTT. SERGIO AMERICANO
“Il deserto, un paesaggio spirituale”
Il relatore ha intrattenuto i presenti parlando del deserto come luogo
dello spirito e di meditazione. Gli uomini di ogni tempo hanno sempre visto il
deserto con paura e curiosità, ma la Sacra Scrittura conferisce a questo luogo
una grande importanza, come luogo privilegiato per l’incontro con Dio, favorito
dall’assenza di distrazioni e soprattutto dal silenzio, vero principale attore
del deserto. Gesù, prima della sua predicazione, si reca nel deserto per essere
tentato dal diavolo e sconfiggerlo.
Il monachesimo cristiano ha inteso rivivere e rinnovare il “deserto di
Gesù” alla ricerca della “perfezione” della vita cristiana. In Egitto, a
partire dalla seconda metà del III secolo, questa forma di vita diventa sempre
più ricercata e si affermano veri e propri campioni della vita monastica e
grandi maestri della spiritualità come S. Antonio Abate.
Anche in Palestina, a partire dalla fine del IV secolo, a motivo
soprattutto dell’attrazione sempre più crescente esercitata dai luoghi santi,
si assiste ad un processo simile. Nei monasteri del Deserto di Giuda viene
raccolta e organizzata gran parte della sapienza e della spiritualità degli
antichi padri egiziani. Come nella Sacra Scrittura, così anche nei Padri, il deserto è il luogo della tentazione, del
fallimento, ma è, soprattutto il luogo in cui si impara ad ascoltare Dio e a
riconoscere i segni della sua presenza.
Dio trasforma il deserto in giardino, quel giardino che ritroviamo
all’inizio della Genesi, ma anche ai piedi del Calvario, dove si trova il
Sepolcro e dove Gesù Risorto appare a Maria Maddalena vestito da giardiniere
(“in hortulani habitu”). I monaci giungono così ad identificare il deserto con
“Il giardino che verrà”, forse perché in greco giardino si dice “paradeisos” da cui il nostro Paradiso.
La serata si è conclusa con alcune domande e considerazioni da parte
dell’attento pubblico.