lunedì 17 dicembre 2018

UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
U N I T R E
UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ


Mercoledì 19 Dicembre 2018
alle ore 18.30
presso la Biblioteca Comunale
“Aspettando Natale, tra filmati, recite e musiche natalizie...auguri in allegria”



Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati



U N I T R E
Sede di Oppido Lucano (PZ)
Via M. Pagano,- 85015 OPPIDO LUCANO (PZ)
E-mail: unioppido@gmail.com
Associazione di Promozione Sociale - Articolazione territoriale dell’Associazione Nazionale


sabato 15 dicembre 2018

i incontro - 10/10/2018 – dr.ssa b. piermartini
"Il benessere affettivo nella terza età"
La dottoressa B. Piermartini ha iniziato la sua relazione proponendo le seguenti citazioni di Oliver Sacks:
“Ottanta! Quasi non riesco a crederci. Spesso mi pare che la vita stia per cominciare, ma subito dopo mi rendo conto che è ormai quasi finita. A volte, nelle giornate in cui il tempo è perfetto, mi viene fuori, prorompente, un senso di gratitudine per essere vivo. Sono grato di aver sperimentato molte cose - alcune meravigliose, altre orribili - di aver scritto libri, di aver avuto amici e di aver avuto un contatto con il mondo. Mi dispiace di aver perso (e di continuare a perdere) moltissimo tempo; mi dispiace di essere tormentosamente timido a ottant’anni proprio come lo ero a venti sento che dovrei provare a dare un compimento alla mia vita, qualsiasi cosa significhi “dare compimento a una vita”.
“A ottant’anni, le reazioni del corpo diventano più lente, spesso i nomi sfuggono, e le energie vanno dosate; nondimeno, capita spesso di sentirsi pieni di vita e di energie, niente affatto “vecchi”. Mio padre, che visse fino a 94 anni, diceva spesso che il decennio fra gli 80 e i 90 era stato uno dei più piacevoli della sua vita. Percepiva, come ora comincio a percepire anch’io, non una riduzione ma un ampliamento della vita mentale e della prospettiva. Ha avuto una lunga esperienza della vita, non solo della propria, ma anche di quella altrui. A 80 anni si può guardare lontano e avere un senso della storia, intenso e vissuto, impossibile quando si è più giovani. Adesso riesco ad immaginare che cosa sia un secolo, riesco a sentirmelo nelle ossa; quando avevo 40 o 60 anni non potevo fare altrettanto”.
“Non penso alla vecchiaia come a un’età sempre più triste che in un modo o nell’altro va sopportata facendo buon viso a cattivo gioco, ma come a un periodo di libertà e senza impegni, svincolato dalle artificiose urgenze del passato, in cui sono libero di esplorare quello che voglio e di legare fra loro i pensieri e i sentimenti di tutta una vita.
Non vedo l’ora di compiere ottant’anni!

La dottrina tradizionale, ritenuta valida fino a pochi anni fa, sosteneva che le cellule nervose non fossero in grado di riprodursi dopo la nascita: si trattava di un patrimonio fisso, passibile solo di perdite nel corso della vita.
La scoperta della formazione di nuove cellule nervose nel cervello adulto ha letteralmente sovvertito il dogma vigente in passato.
Questo per dire che studi scientifici hanno dimostrato che il nostro cervello e le sue interconnessioni strutturali si modificano durante tutta la nostra esistenza, mentre prima si sapeva che lo sviluppo del nostro cervello si fermava verso una certa età.
Questa capacità del cervello di modificare la propria struttura, di adattarsi e riorganizzarsi, mentre sperimentiamo e apprendiamo compiti diversi, in risposta all’esperienza, prende il nome di neuro plasticità, dove Neuro sta per neuroni e Plasticità sta per cambiamento
I cambiamenti associati all’apprendimento avvengono principalmente al livello delle connessioni neuronali: diventando esperti in un campo specifico, le aree del cervello che trattano questo tipo di abilità crescono.
Esempio lampante è dato dall’incredibile memoria dei taxisti londinesi, che devono ricordare benissimo ogni strada della città: questa loro capacità ha trasformato i loro cervelli, e, nello specifico, il loro ippocampo, rendendolo più grande.
Alcune attività come apprendere, fare movimento, stare con gli altri, fanno bene al cervello e ne mantengono la plasticità.
Una mente ben integrata è sana e resiliente e consente di sviluppare output a loro volta in grado di generare equilibrio attraverso relazioni comunicative con l’ambiente esterno.
Uno dei maggiori studiosi della materia, Daniel Siegel, afferma che il benessere mentale deriva da una mente in equilibrio grazie alla quale siamo in grado di instaurare relazioni empatiche e gratificanti. La mente, dunque, come parte di un sistema interconnesso dove l’influenza reciproca produce ordine e unità.
Un cambiamento strutturale può comportare la creazione o il rafforzamento di connessioni tra neuroni già esistenti oppure la crescita di nuovi neuroni producendo effettivi mutamenti.
Come avviene tutto ciò?
L’esperienza attiva, come ad esempio lattenzione focalizzata, determina l’eccitazione dei neuroni, i quali, a loro volta, attivano dei geni rendendo possibile il verificarsi di trasformazioni a livello di struttura e producendo un concreto rinnovamento di tutto il sistema.
Alcune attività come “Apprendere”, “Fare movimento”, “Stare con gli altri”, fanno bene al cervello e ne mantengono la plasticità.
Ad ogni nuovo apprendimento corrispondono milioni e forse miliardi di nuove connessioni neurali nella nostra mappa cerebrale.
Quando facciamo movimento, semplicemente quando camminiamo, il nostro cervello è in grado di produrre nuove cellule.
Quando abbiamo buone relazioni con gli altri, il nostro umore migliora e il corpo produce gli ormoni del benessere: serotonina, ossitocina, endorfine.
“L’amore degli altri, aggiunto al nostro, raddoppia la scorta d’amore, il benessere e l’assicurazione contro il dolore, la distruttività e la solitudine.
Riuscire a mantenere relazioni affettive piene d’amore ci rassicura di fronte ai pericoli della vita e ci permette di sentirci individui pieni di valore.
Quando dentro di noi prevalgono l’odio, l’invidia e la distruttività, siamo molto lontani dal benessere.
Quando amiamo e ci sentiamo amati viviamo stati di equilibrio e di armonia…”. “…Dobbiamo ricordare che l’odio è una forza distruttiva e disintegrante che tende verso la privazione, e l’amore una forza armonizzante, unificatrice che tende all’amore e al piacere”.

D.M.
incontro - 05/12/2018–dott.ssa erminia manniello
“Vaccini ieri, oggi e domani”
La dott.ssa Manniello inizia la sua relazione con la seguente citazione di Plotkin: “…con l’eccezione dell’acqua potabile, nessun’altra modalità, neppure gli antibiotici, hanno avuto maggior effetto sulla riduzione della mortalità e sulla crescita della popolazione…”.
Passa ad illustrare cosa sia un vaccino, cioè un preparato costituito da tossine prodotte da microrganismi, o dagli stessi microrganismi responsabili delle infezioni, in grado di stimolare il sistema immunitario di difesa del nostro organismo contro alcune malattie infettive.
Somministrando il vaccino, il sistema immunitario dell’organismo riconosce come estranee le tossine o i microrganismi, produce anticorpi specifici e sviluppa una memoria immunitaria persistente nel tempo. Questo stato di immunità che si produce con la vaccinazione fa sì che, quando il soggetto, nel corso della vita, viene a contatto con il microrganismo, le cellule-memoria lo riconoscono e sono in grado di dare una più veloce e più potente risposta immunitaria.
Origini
Le origini del vaccino si fanno risalire al X secolo in Cina, poi nell’XI in India, quindi nel XV nella regione del Caucaso, nel XVII in Turchia e nel 1720 nell’Europa occidentale. In Italia il primo innesto su bambini sani viene eseguito nel 1756 in Toscana.
Inizialmente la vaccinologia nasce per combattere il virus del vaiolo, “flagello dell’umanità”, che, già nel 450 a.C., mieteva molte vittime.
Consisteva nel mettere a contatto il vaccino con il malato, per vedere la reazione.
Diversi sono stati i precursori della vaccinologia, ma la formulazione del primo vaccino propriamente detto, il vaccino antivaioloso, fu opera del medico inglese Edward Jenner (1796).
Questi osservò che le donne addette alla mungitura delle vacche contagiate da vaiolo, contraevano spesso il vaiolo bovino, ma difficilmente il vaiolo umano. Utilizzando del materiale prelevato da vaiolo bovino Jenner vaccinò un bambino di otto anni con pus proveniente da pustole presenti sulla mano di una mungitrice con vaiolo vaccino; più tardi infettò il bambino con siero proveniente da pustole di un paziente con vaiolo umano, verificando in tal modo che il bambino era diventato immune alla forma umana del vaiolo.
La dottoressa passa poi ad illustrare le successive fondamentali conquiste nel campo delle vaccinazioni: l’antirabbica, l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica ecc.
Grazie alle vaccinazioni alcune malattie infettive sono state debellate; il vaiolo è stato dichiarato debellato dall’O.M.S.
Oggi sono in uso vaccini contro una trentina di malattie, alcuni di essi, dieci, sono obbligatori.
È importante, quindi, sensibilizzare le famiglie, perché praticare le vaccinazioni, significa in primo luogo evitare malattie che spesso portano alla morte, ma anche non gravare sulla spesa medica.
Dopo aver ampiamente trattato delle vaccinazioni relative alla fascia di età fino ai 60 anni, la dottoressa ha accennato alle vaccinazioni relative all’età adulta o senile, raccomandando il ricorso alla vaccinazione specialmente per i soggetti più deboli.
Ha poi mostrato dei grafici che evidenziavano come la propagazione di alcune malattie infettive sia drasticamente diminuita con la pratica vaccinale.
Al termine della lezione, seguita con attenzione ed interesse dai numerosi presenti, la dottoressa si è dedicata a dare risposte ai quesiti che le sono stati posti.

D.M.

lunedì 10 dicembre 2018

UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
U N I T R E
UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ

Mercoledì 12 Dicembre 2018
alle ore 18.30
presso la Biblioteca Comunale
il Rev.do Mons. Don Giuseppe Greco
terrà la seguente conferenza:
“Religiosità popolare e Processioni”



Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati


mercoledì 5 dicembre 2018

incontro - 28/11/2018– gruppo" erboristi aspiranti di pietragalla"
guidati dalla dott.ssa g. masotti
Il Presidente Giuseppe De Felice ha salutato il folto gruppo degli Erboristi Aspiranti di Pietragalla guidati dalla dott.ssa Giuseppina Masotti e li ha ringraziati per aver accettato l'invito a tenere, per il secondo anno, una lezione sugli argomenti oggetto delle loro ricerche.
La loro Associazione è una presenza operativa e culturale ormai consolidata nel vicino paese di Pietragalla dove svolge una intensa attività di ricerca, studio e valorizzazione di erbe e piante spontanee della flora locale.
Gli aderenti esplorano e riscoprono luoghi tipici del paesaggio, percorrendo vecchi sentieri e tratturi, propongono e praticano un'agricoltura eco-sostenibile e ricercano vecchie varietà di piante ed erbe coltivate.
Dopo la breve presentazione del Presidente, ha preso la parola la dott.ssa Giuseppina Masotti, ringraziando dell'invito a questo incontro e descrivendo l'attività del gruppo da lei guidato.
Ha invitato quindi a prendere la parola la signorina Lucia Cillis la quale ha parlato della MALVA, l'ha descritta e ne ha illustrato le molte proprietà curative. Pianta molto usata da sempre, da sola o in associazione con altre piante e frutti per preparare decotti o infusi per la cura di raffreddori o altri malanni.
La signora Maria Colangelo ha illustrato la pianta della ROSA CANINA , molto diffusa e frequente lungo le siepi del nostro territorio. I cinorrodi, ritenuti impropriamente il frutto delle piante, sono ricchissimi di vitamina C. Vanno raccolti in autunno, quando assumono un intenso colore rossastro ed hanno la polpa più dolce e gradevole.
La signora Colangelo ha portato un mazzetto di cinorrodi ed ha mostrato come si puliscono, eliminando dall'interno i frutticini e i piccoli fastidiosi peluzzi. La polpa così ottenuta si usa per preparare marmellate, infusi e liquori.
Pianta molto interessante per le molte proprietà nutrizionali e curative, non abbastanza conosciuta ed usata nei nostri ambienti.
Ha infine preso la parola il Sig. Antonio Tantotero che ha parlato della GHIANDA, il frutto della quercia. Questo frutto è molto ricco di tannino, sostanza che rende amaro e quindi non commestibile. Alcuni popoli dell'America pre-colombiana usavano mettere a mollo le ghiande nell'acqua corrente dei fiumi per asportarne il tannino e rendere il frutto utilizzabile.
Durante l'ultima guerra le ghiande venivano tostate ed utilizzate come sostitutivo del caffè che scarseggiava ed era molto costoso. Attualmente vengono utilizzate solo per l'alimentazione del bestiame.
Il sig. Tantotero ha anche accennato brevemente ad un altro frutto molto interessante, la MELAGRANA, la cui pianta è molto diffusa nei nostri frutteti e giardini. I grani contenuti nel frutto si consumano direttamente oppure si utilizzano per preparare sciroppi o bibite.
Per il distacco dei grani dal frutto al fine di liberarli dalla pellicina che li avvolge, il sig. Tantotero ha anche suggerito un metodo molto efficace. Durante le esposizioni dei suddetti Erboristi, la dott.ssa Masotti forniva ulteriori dettagli sulle piante ed i frutti trattati, sottolineando in modo particolare gli usi terapeutici degli stessi.
La serata, molto interessante per gli argomenti affrontati, ha consentito anche ai presenti di familiarizzare e di scambiare esperienze ed opinioni.

G.D.F.

sabato 1 dicembre 2018

UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
U N I T R E
UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ

Mercoledì 05 Dicembre 2018
alle ore 18.30
presso la Biblioteca Comunale
la Dott. ssa Erminia Manniello
terrà la seguente conferenza:
“Vaccini ieri, oggi e domani”



Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati



U N I T R E
Sede di Oppido Lucano (PZ)
Via M. Pagano,- 85015 OPPIDO LUCANO (PZ)
E-mail: unioppido@gmail.com
Associazione di Promozione Sociale - Articolazione territoriale dell’Associazione Nazionale