lunedì 27 febbraio 2017

Mercoledì 01 marzo 2017

alle ore 18.30

presso la Biblioteca Comunale

Il Prof. Lucio Corvino

terrà la seguente conferenza:


“La tradizione dell’Arpa a Viggiano:
passato, presente e futuro”

con la partecipazione dei maestri
Manuel Zito e Daniela Ippolito













Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati.
18 INCONTRO 22-febbraio 2017  Prof. ROCCO BASILIO
“Ghetti e Campi di concentramento”

Il Prof. Rocco Basilio, che già nel corso di questo anno ha tenuto una relazione su “I muri nella storia” e “I muri psicologici nella poesia”, nell’incontro odierno ha continuato il discorso parlando, questa volta, di “muri e recinti” materiali: “Ghetti e Campi di concentramento”.
Ha ripercorso, molto sinteticamente, la storia del popolo ebraico, di religione monoteista, sempre in lotta con le popolazioni vicine, di diversa religione e cultura.
Si è soffermato sulla schiavitù degli ebrei in Egitto. sulla lunga miracolosa marcia, con la guida di Mosè, per raggiungere la terra promessa.
Ha ricordato la distruzione del tempio di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor e la lunga deportazione in Babilonia.
I Romani guidati da Pompeo conquistano la Palestina e la dichiarano colonia romana, retta da un governatore e soggetta a pagare tributi a Roma.
Ma le continue rivolte del popolo inducono il futuro Imperatore Romano Tito, nel 70 d.C., alla completa distruzione del Tempio e della città di Gerusalemme. Per gli Ebrei è l'abbandono della terra dei padri e la dispersione tra le nazioni vicine, esodo che viene ricordato come “diaspora”.
Una numerosa colonia di Ebrei si stabilisce anche a Roma; con il consolidarsi del Cristianesimo iniziano i contrasti religiosi tra la nuova religione cristiana e l’antica religione ebraica.
I cristiani accusano gli ebrei di deicidio, si diffondono calunnie come quella dell’ebreo errante, sempre in fuga perché oppresso dal senso di colpa. L’espressione "perfidi ebrei" usata nella liturgia della Chiesa Cattolica, viene cancellata solamente sotto il Pontificato di Paolo VI.
Nel 1215 il Concilio Lateranense stabilisce norme di comportamento per gli ebrei che vivono in territori cristiani: possono esercitare il commercio, anche del danaro che spesso verrà poi dato ad usura a mercanti, nobili e sovrani, devono portare segni distintivi sugli abiti per essere riconoscibili, non possono possedere terreni né ricoprire cariche pubbliche.
Nella Spagna governata dagli Arabi Musulmani, vi era una numerosa colonia ebraica, tollerata anche se costretta a particolare tassazione. Con la definitiva cacciata degli Arabi dalla penisola Iberica, nel 1492, anche gli ebrei che rifiutavano la conversione al Cristianesimo, sono costretti ad andare via: si stabiliscono allora nel Nord Italia, in Nord Africa, nel Nord-Est dell'Europa. Continuano ad esercitare il commercio, soprattutto di danaro e preziosi ma, per il forte senso di appartenenza alla loro cultura e religione e a causa della continua avversione che li circonda e spesso per decisione dei vari governi, tendono a rimanere sempre uniti e così si aggregano in quartieri qualche volta circondati da mura e chiamati Ghetti.
Ne nascono nelle maggiori città italiane ed europee: tra i più grandi e famosi quelli di Roma, Varsavia, Praga e Venezia (la Giudecca).
Con l'arrivo di Hitler al potere in Germania, inizia una sistematica persecuzione degli ebrei a cui si accoderà anche Mussolini in Italia con l'approvazione delle Leggi razziali nel 1938: si costruiscono campi di concentramento in Germania, in Polonia, uno anche a Trieste; Hitler decide la soluzione finale. Circa 6 milioni di ebrei, ma anche zingari, omosessuali, avversari politici vengono eliminati nei forni crematori o mediante fucilazioni di massa.
I ghetti, da luoghi di protezione, diventano trappole in cui gli ebrei vengono rinchiusi e facilmente prelevati per essere avviati ai campi di concentramento e di sterminio.
Molta emozione fra i presenti che hanno seguito con attenta partecipazione la relazione del prof. Rocco Basilio.
G.D.F.


lunedì 20 febbraio 2017

17 INCONTRO 15-febbraio 2017   Dott.Rocco Manzella
“Conosciamoci meglio…”
Il dottor Manzella inizia la sua relazione richiamandosi al titolo della stessa: una maggiore conoscenza fra gli abitanti di paesi vicini, con scambi di iniziative e momenti di condivisione di esperienze evita di rinchiudersi in un gretto campanilismo. Parla, quindi, dei vari aspetti del suo paese natale, Pietragalla. Ne traccia per sommi capi la storia fin dalle sue origini, facendo riferimento ai primi rinvenimenti del toponimo “Pietragalla” in diversi modi citato, al dialetto, alle origini del nome e al santo Protettore.
La prima citazione scritta del toponimo di Pietragalla compare nella cronaca di Giovanni Abdia, il proselito, figlio dell’allora signore di Oppido Drochus. In essa, nel descrivere la posizione di Oppido, è riportato il toponimo “Petragali”: “...ad Ovest la città di Roma e la città di Salernum e la città di Potens e il paese di Petragali...” La cronaca fu scritta durante il primo ventennio del 1.100.
La successiva menzione del paese risulta dal Catalogo dei Baroni, compilato tra il 1.154 ed 1.168, sotto il regno di Guglielmo il Buono.
I feudi di Pietragalla, e di Casalaspro passarono in proprietà a diversi signori dal 1.154 al 1.653, anno in cui Francesco Melazzi acquistò da Ottavio Affaitati la terra di Pietragalla e il feudo di Casalaspro, disabitato.
La famiglia Melazzi mantenne il feudo fino a quando Giulia Melazzi, unica erede, sposò Acquaviva d’Aragona il quale, con il matrimonio ebbe il titolo di Duca di Casalaspro e di Pietragalla.
Girolamo Acquaviva d’Aragona fu l'ultimo Duca di Casalaspro e Pietragalla; egli scriveva nel suo testamento del 1912 essere suo desiderio che la figlia Vittoria costruisse a Pietragalla un piccolo ospedale.
Parte del Palazzo Ducale e proprietà terriere furono poi acquistate dalla famiglia Pipponzi di origine marchigiana nel 1922.
Dei feudatari di Pietragalla si è soffermato in particolare sulla figura di Francesco Zurlo, signore anche di Oppido, che ebbe l’incarico nel 1480 dal Re di Napoli Ferrante di accorrere alla difesa della città di Otranto, assediata dai Turchi di Maometto II. Ad Otranto, dove era a capo della scarsa truppa in difesa della città, nulla poté contro l’orda famelica turca. Francesco Zurlo ed altri 800 difensori persero la vita non volendo abiurare la loro fede cristiana, come imposto dai vincitori. Essi saranno dichiarati poi Santi Martiri dalla Chiesa perché morti in difesa della Cristianità.
Manzella ha ricordato poi brevemente i Palmenti, caratteristiche piccole grotte, utilizzate fino alla fine del secolo scorso per la pigiatura dell’uva e la conservazione del vino.
Ha ricordato anche l’attuale stemma ufficiale del Comune: un gallo su tre colli che rappresentano tre diverse località del paese.
Molto incerta l’origine del nome del paese; molte le ipotesi ma nessuna suffragata da documenti.
Interessante l’accenno al dialetto pietragallese che il Manzella ha studiato e che vorrebbe fosse preservato e tramandato alle future generazioni. Appartiene al gruppo dei dialetti gallo-italici parlati a Pietragalla, Potenza e pochi altri centri vicini, forse derivanti dalla presenza e influenza di immigrati di religione Valdese, qui giunti dalle valli piemontesi e valdostane a causa delle persecuzioni della Chiesa.
Interessante è anche il racconto della scelta di S.Teodosio a protettore del paese. Nell’anno 1663 il Parroco di Pietragalla si recò a Roma con una delegazione di cittadini per chiedere le reliquie di un Santo Martire. In una grande sala in Vaticano il Parroco scelse, fra le altre lì raccolte, l’urna contenente le reliquie del Santo Martire Teodosio, che la notte precedente gli era apparso in sogno in veste di un giovane bello e splendente. Le reliquie furono portate a Pietragalla ed il Santo Martire ne divenne il Protettore.
La relazione è strata seguita con grande interesse dai presenti.

G.D.F.

domenica 19 febbraio 2017

Mercoledì 22 febbraio  2017

alle ore 18.30

presso la Biblioteca Comunale


Il prof. Rocco Basilio

terrà la seguente conferenza:


“Ghetti e campi di concentramento”

















Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati.



lunedì 13 febbraio 2017







Mercoledì 15 FEBBRAIO  2017

alle ore 18.30

presso la Biblioteca Comunale


Il dott. Rocco Manzella

terrà la seguente conferenza:


”Conosciamoci meglio…”

















Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati.






U N I T R E
Sede di Oppido Lucano (PZ)
Via M. Pagano,- 85015 OPPIDO LUCANO (PZ)
E-mail: unioppido@gmail.com

Associazione di Promozione Sociale - Articolazione territoriale dell’Associazione Nazionale


domenica 12 febbraio 2017

15° Incontro -01/02/2017 – Proiezione del film
“La nonna Sabella”

Era programmata per questo incontro la relazione " La riabilitazione motoria" a cura del Dottor Nicola Sabatino il quale però, all'ultimo momento, ha comunicato di non poter essere presente per sopraggiunti impegni professionali non derogabili.
Si è pensato quindi di proiettare un film che ricordasse la figura di Pasquale Festa Campanile, illustre artista nato a Melfi, affermato narratore, sceneggiatore e regista. Prima di iniziare la proiezione il Presidente ha tracciato un breve profilo di Festa Campanile ed ha motivato la scelta del film: “La nonna Sabella” tratto da un suo famoso romanzo ambientato in un paese del Sud negli anni 50 del secolo scorso.
Il film ha per protagonista un’arzilla vecchietta, la nonna Sabella, intorno alla quale si svolgono due vicende sentimentali sullo sfondo di una società paesana che stenta ad adeguarsi ai tempi nuovi che impongono cambiamenti di mentalità e di costume..
La vicenda è narrata con tono leggero e divertente.
Fra gli interpreti vi sono: Tina Pica, Peppino De Filippo, Sylva Koscina, Renato Salvatori, Paolo Stoppa, Renato Rascel. Il regista è Dino Risi.


G.D.F.

sabato 4 febbraio 2017





Mercoledì 8 febbraio  2017

alle ore 18.30

presso la Biblioteca Comunale


Il Dott. Domenico Saracino

terrà la seguente conferenza:


”Le antiche vie della transumanza
e
dei siti romani dell’Alto Bradano”

















Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati.






U N I T R E
Sede di Oppido Lucano (PZ)
Via M. Pagano,- 85015 OPPIDO LUCANO (PZ)
E-mail: unioppido@gmail.com

Associazione di Promozione Sociale - Articolazione territoriale dell’Associazione Nazionale


14° Incontro - 25/01/2017 - Prof. Franco Scarfiello -
“Per non dimenticare...”

Il Prof. Scarfiello ha ripreso il discorso sulla Shoah, iniziato la settimana scorsa con la proiezione del video "La shoah dei bambini" da lui stesso presentato e brevemente commentato.
Ha ricordato il pregiudizio antiebraico che ha sempre accompagnato la storia di questo popolo, a cui ha contribuito l'accusa di deicidio, perché ritenuto colpevole di aver crocifisso Gesù Cristo. La liturgia della Chiesa Cattolica ha conservato l'espressione "perfidi ebrei" fino al Pontificato di Papa Giovanni XXIII che provvide a farla cancellare dai riti della Settimana Santa.
L'altra accusa che è stata sempre rivolta agli Ebrei è quella dell'attaccamento al denaro di cui hanno fatto commercio: finanziatori di regnanti e pontefici, spesse volte usurai, più recentemente banchieri di altissimo livello. Questa loro attitudine è stata sempre letta in negativo, suscitando spesso astio e tentativi di impadronirsi delle loro ricchezze.
Tutta la storia europea è connotata da questa avversione nei confronti di una popolazione che, sparsa in tanta parte del mondo, è riuscita a conservare saldi legami con le proprie tradizioni religiose e culturali e difficilmente si è integrata nelle società in cui viveva.
Hitler per la sua visione razzista, difensore fanatico della purezza della razza ariana, iniziò una sistematica eliminazione degli individui ritenuti di razze inferiori: prima di tutti degli ebrei, poi degli zingari e via via di tutti quelli non integrabili nella sua criminale concezione della società: omosessuali, testimoni di Geova, avversari politici, ammalati di malattie invalidanti. Milioni di persone, rastrellate in tutta Europa, dopo indicibili sofferenze, furono eliminate nei forni crematori, attivati nei campi di sterminio di Auschwitz e di altre località.
Fu crudele verso il suo stesso popolo, costringendo le donne a generare ed accettare solo figli perfetti e ad eliminare quelli nati con difetti fisici, facendo arruolare nell'esercito ragazzi di 15/16 anni quando la guerra da lui scatenata volgeva al termine con la sua inevitabile sconfitta.
Il Prof. Scarfiello si è soffermato su alcune considerazioni: l'atteggiamento ambiguo della Chiesa che non denunciò subito, energicamente, quanto stava accadendo, il tardivo intervento delle nazioni che avrebbero potuto fermare prima la pazzia di Hitler e poi, a guerra finita, il ritardo con il quale la shoah è stata fatta conoscere nel mondo.
E' seguito un vivace dibattito che ha dimostrato l'interesse e l'attenzione con cui è stata seguita la relazione del Prof. Scarfiello.

G.D.F.