18 INCONTRO 22-febbraio
2017 Prof. ROCCO BASILIO
“Ghetti e Campi di concentramento”
Il Prof. Rocco Basilio, che già nel corso di questo anno ha tenuto una
relazione su “I muri nella storia” e “I muri psicologici nella poesia”,
nell’incontro odierno ha continuato il discorso parlando, questa volta, di
“muri e recinti” materiali: “Ghetti e
Campi di concentramento”.
Ha ripercorso, molto sinteticamente, la storia del popolo ebraico, di
religione monoteista, sempre in lotta con le popolazioni vicine, di diversa
religione e cultura.
Si è soffermato sulla schiavitù degli ebrei in
Egitto. sulla lunga miracolosa marcia, con la guida di Mosè, per raggiungere la
terra promessa.
Ha ricordato la distruzione del tempio di
Gerusalemme da parte di Nabucodonosor e la lunga deportazione in Babilonia.
I Romani guidati da Pompeo conquistano la
Palestina e la dichiarano colonia romana, retta da un governatore e soggetta a
pagare tributi a Roma.
Ma le continue rivolte del popolo inducono il
futuro Imperatore Romano Tito, nel 70 d.C., alla completa distruzione del
Tempio e della città di Gerusalemme. Per gli Ebrei è l'abbandono della terra
dei padri e la dispersione tra le nazioni vicine, esodo che viene ricordato
come “diaspora”.
Una numerosa colonia di Ebrei si stabilisce anche
a Roma; con il consolidarsi del Cristianesimo iniziano i contrasti religiosi
tra la nuova religione cristiana e l’antica religione ebraica.
I cristiani accusano gli ebrei di deicidio, si
diffondono calunnie come quella dell’ebreo errante, sempre in fuga perché
oppresso dal senso di colpa. L’espressione "perfidi ebrei" usata
nella liturgia della Chiesa Cattolica, viene cancellata solamente sotto il
Pontificato di Paolo VI.
Nel 1215 il Concilio Lateranense stabilisce norme
di comportamento per gli ebrei che vivono in territori cristiani: possono
esercitare il commercio, anche del danaro che spesso verrà poi dato ad usura a
mercanti, nobili e sovrani, devono portare segni distintivi sugli abiti per
essere riconoscibili, non possono possedere terreni né ricoprire cariche
pubbliche.
Nella Spagna governata dagli Arabi Musulmani, vi
era una numerosa colonia ebraica, tollerata anche se costretta a particolare
tassazione. Con la definitiva cacciata degli Arabi dalla penisola Iberica, nel
1492, anche gli ebrei che rifiutavano la conversione al Cristianesimo, sono
costretti ad andare via: si stabiliscono allora nel Nord Italia, in Nord
Africa, nel Nord-Est dell'Europa. Continuano ad esercitare il commercio,
soprattutto di danaro e preziosi ma, per il forte senso di appartenenza alla
loro cultura e religione e a causa della continua avversione che li circonda e
spesso per decisione dei vari governi, tendono a rimanere sempre uniti e così
si aggregano in quartieri qualche volta circondati da mura e chiamati Ghetti.
Ne nascono nelle maggiori città italiane ed
europee: tra i più grandi e famosi quelli di Roma, Varsavia, Praga e Venezia (la
Giudecca).
Con l'arrivo di Hitler al potere in Germania,
inizia una sistematica persecuzione degli ebrei a cui si accoderà anche
Mussolini in Italia con l'approvazione delle Leggi razziali nel 1938: si
costruiscono campi di concentramento in Germania, in Polonia, uno anche a
Trieste; Hitler decide la soluzione finale. Circa 6 milioni di ebrei, ma anche
zingari, omosessuali, avversari politici vengono eliminati nei forni crematori
o mediante fucilazioni di massa.
I ghetti, da luoghi di protezione, diventano
trappole in cui gli ebrei vengono rinchiusi e facilmente prelevati per essere
avviati ai campi di concentramento e di sterminio.
Molta emozione fra i presenti che hanno seguito
con attenta partecipazione la relazione del prof. Rocco Basilio.
G.D.F.