lunedì 27 febbraio 2017

18 INCONTRO 22-febbraio 2017  Prof. ROCCO BASILIO
“Ghetti e Campi di concentramento”

Il Prof. Rocco Basilio, che già nel corso di questo anno ha tenuto una relazione su “I muri nella storia” e “I muri psicologici nella poesia”, nell’incontro odierno ha continuato il discorso parlando, questa volta, di “muri e recinti” materiali: “Ghetti e Campi di concentramento”.
Ha ripercorso, molto sinteticamente, la storia del popolo ebraico, di religione monoteista, sempre in lotta con le popolazioni vicine, di diversa religione e cultura.
Si è soffermato sulla schiavitù degli ebrei in Egitto. sulla lunga miracolosa marcia, con la guida di Mosè, per raggiungere la terra promessa.
Ha ricordato la distruzione del tempio di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor e la lunga deportazione in Babilonia.
I Romani guidati da Pompeo conquistano la Palestina e la dichiarano colonia romana, retta da un governatore e soggetta a pagare tributi a Roma.
Ma le continue rivolte del popolo inducono il futuro Imperatore Romano Tito, nel 70 d.C., alla completa distruzione del Tempio e della città di Gerusalemme. Per gli Ebrei è l'abbandono della terra dei padri e la dispersione tra le nazioni vicine, esodo che viene ricordato come “diaspora”.
Una numerosa colonia di Ebrei si stabilisce anche a Roma; con il consolidarsi del Cristianesimo iniziano i contrasti religiosi tra la nuova religione cristiana e l’antica religione ebraica.
I cristiani accusano gli ebrei di deicidio, si diffondono calunnie come quella dell’ebreo errante, sempre in fuga perché oppresso dal senso di colpa. L’espressione "perfidi ebrei" usata nella liturgia della Chiesa Cattolica, viene cancellata solamente sotto il Pontificato di Paolo VI.
Nel 1215 il Concilio Lateranense stabilisce norme di comportamento per gli ebrei che vivono in territori cristiani: possono esercitare il commercio, anche del danaro che spesso verrà poi dato ad usura a mercanti, nobili e sovrani, devono portare segni distintivi sugli abiti per essere riconoscibili, non possono possedere terreni né ricoprire cariche pubbliche.
Nella Spagna governata dagli Arabi Musulmani, vi era una numerosa colonia ebraica, tollerata anche se costretta a particolare tassazione. Con la definitiva cacciata degli Arabi dalla penisola Iberica, nel 1492, anche gli ebrei che rifiutavano la conversione al Cristianesimo, sono costretti ad andare via: si stabiliscono allora nel Nord Italia, in Nord Africa, nel Nord-Est dell'Europa. Continuano ad esercitare il commercio, soprattutto di danaro e preziosi ma, per il forte senso di appartenenza alla loro cultura e religione e a causa della continua avversione che li circonda e spesso per decisione dei vari governi, tendono a rimanere sempre uniti e così si aggregano in quartieri qualche volta circondati da mura e chiamati Ghetti.
Ne nascono nelle maggiori città italiane ed europee: tra i più grandi e famosi quelli di Roma, Varsavia, Praga e Venezia (la Giudecca).
Con l'arrivo di Hitler al potere in Germania, inizia una sistematica persecuzione degli ebrei a cui si accoderà anche Mussolini in Italia con l'approvazione delle Leggi razziali nel 1938: si costruiscono campi di concentramento in Germania, in Polonia, uno anche a Trieste; Hitler decide la soluzione finale. Circa 6 milioni di ebrei, ma anche zingari, omosessuali, avversari politici vengono eliminati nei forni crematori o mediante fucilazioni di massa.
I ghetti, da luoghi di protezione, diventano trappole in cui gli ebrei vengono rinchiusi e facilmente prelevati per essere avviati ai campi di concentramento e di sterminio.
Molta emozione fra i presenti che hanno seguito con attenta partecipazione la relazione del prof. Rocco Basilio.
G.D.F.


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