venerdì 31 gennaio 2020

16° incontro Musica e Filosofia - prof. R. Mentissi

Mercoledì 5 febbraio 2020

MUSICA E FILOSOFIA


ne parleremo con il prof. Rocco Mentissi

Biblioteca comunale di Oppido Lucano - ore 18.30

Vi aspettiamo!

15° incontro- Van Gogh: genio e follia

L' incontro è stato particolarmente interessante, per l'argomento trattato e per i relatori, che sono due soci Unitre e due amici stimati e apprezzati da tutti noi.
 Marenza Barone e Mimmo Potenza ci hanno parlato del grande pittore fiammingo, in preparazione alla visita alla Mostra immersiva dedicata a Vincent Van Gogh, accompagnandoci alla scoperta della sua vita ed immergendoci nella sua arte.
La Mostra immersiva, che visiteremo prossimamente a Salerno, è una particolare mostra che interagisce con l'osservatore e gli consente di entrare dentro l'opera, grazie ad un innovativo sistema di proiezioni 3D mapping, uno straordinario modo di conoscere l'Arte,camminando all'interno dei quadri di Van Gogh e delle atmosfere tipiche dei suoi paesaggi.
Marenza e Mimmo ci hanno presentato l'Autore attraverso la vita e le opere, gli studi intrapresi ed il suo stile pittorico, fino alla fase finale della sua vita, quella in cui l'artista iniziò a dare segni di profondo smarrimento interiore e follia.
Dalla immensa produzione artistica di questo genio nel mondo dell'Arte hanno selezionato 12  dipinti particolarmente significativi: alcuni sono i quadri che vedremo alla mostra, altri sono stati selezionati da Mimmo e Marenza, secondo la loro sensibilità di artisti.

                                                                                                                       M.R.C.

La camera da letto di Van Gogh

La casa bianca

Campo di grano con corvi

Caffè di notte

Campo di grano con cipressi

Mangiatori di patate

La siesta

Notte stellata sul Rodano

Notte stellata

Ritratto del Dottor Gachet

Piantatrice di barbabietole

Girasoli



mercoledì 29 gennaio 2020

06.02.2020 - Mostra immersiva "Van Gogh" a Salerno

I

Giovedì 6 febbraio, partenza dal Paschiere alle ore 13.30


“Van Gogh – La Mostra immersiva” è una particolare mostra che interagisce con l’osservatore e gli consente di entrare dentro l’opera: un nuovo e straordinario modo di conoscere l’Arte camminando all’interno dei quadri, grazie ad un innovativo sistema di proiezioni 3D mapping. 
Un evento particolare che ci farà scoprire la vita del grande pittore fiammingo e ci consentirà di immergerci letteralmente nelle sue opere e nella sua arte.

Quota di adesione per i soci UNITRE: 

15 Euro pro capite, comprensivi di viaggio e ingresso alla Mostra.

venerdì 24 gennaio 2020

15° incontro - Mimmo Potenza e Marenza Barone - Van Gogh: genio e follia




VAN GOGH: GENIO E FOLLIA


ne parleremo con i proff. Mimmo Potenza e Marenza Barone



Mercoledì 29 gennaio 2020
Biblioteca comunale - ore 18.30

Vi aspettiamo!

sabato 18 gennaio 2020

14°incontro dott. Riccardo Scarfiello: Biomimesi e Nanotecnologia








BIOMIMESI E NANOTECNOLOGIA: 
IERI, OGGI E DOMANI

 ne parleremo con il dott. Riccardo Scarfiello

Mercoledì 22 gennaio 2020, alle ore 18.30, nella nostra sede (Biblioteca comunale)


Vi aspettiamo!

13° incontro prof. F.S.Lioi - Il bombardamento della città di Potenza

UNITRE --- OPPIDO  LUCANO

Lezione di Francesco Saverio Lioi il 15-1-2020
Il Bombardamento di Potenza dell’8 e 9 settembre del 1943.


Preliminari: Battaglia di El ALAMEIN. Lapide commemorativa:  MANCO’ LA FORTUNA, NON IL CORAGGIO.
Prima battaglia. Luglio 1942.  Rommel attacca la linea difensiva anglo-americana contro il gen. Auchintekc. Mese di logoramento senza vincitore.
Seconda battaglia 23 ottobre - 4 novembre 1942. Le truppe anglo americane comandate da Bernard  Montgomery attaccano El Alamein  conquistando la depressione di El Quattara. Rommel, inferiore per numero di uomini e mezzi (due nazioni dell’Asse contro 7 nazioni, USA, Inghilterra ecc.) resiste soprattutto per i campi minati, chiamati I giardini del Diavolo, ma dovette cedere per mancanza di approvvigionamento e scarsezza di rifornimenti, rimase con 102 carri armati. Il 3 novembre Rommel aveva solo 35 carri armati operativi. Il 4 nov. Ordina la ritirata che segnò una svolta nella guerra. Wiston Churchill dichiarò: "Ora questa non è la fine, non è nemmeno l’inizio della fine, ma forse la fine dell’inizio".

La lotta degli anglo-americani dall’Africa si spostò in Italia. La volpe del deserto, il gen. Rommel, era stato sconfitto  a El Alamein: tedeschi e alleati si diressero verso l’Italia. La prima isola che gli alleati anglo-americani incontrarono nella loro avanzata verso l’Italia fu Pantelleria, sulla quale con la quasi totalità delle forze dislocate nel Mediterraneo, in tredici giorni di bombardamenti  scaricarono, su 83 kmq, 17 mila tonnellate  di esplosivo. L’esercito italiano non fu passivo, ma reagì con fermezza: gli aerosiluranti italiani affondarono otto piroscafi e una petroliera, molti mezzi navali alleati rimasero danneggiati in modo tale da non essere adoperati, gli anglo-americani persero oltre un centinaio di aerei e altri 250 prima dello sbarco in Sicilia. Intanto l’offensiva aerea anglo-americana si andava intensificando su tutta l’Italia insulare e meridionale, mirando ad operazioni risolutive di conquista dell’Italia intera, mentre i tedeschi aumentavano la loro presenza in Italia con divisioni provenienti da ogni parte del Mediterraneo. Cadeva così il progetto illusorio dell’Italia fascista  della guerra lampo ed  in casa d’altri e prendeva sempre più luogo la possibilità della guerra in casa propria, che avrebbe visto la distruzione di tante città e la lotta civile della resistenza degli italiani contro altri italiani, ma soprattutto contro i tedeschi che avevano invaso l’Italia. Nacquero i Comitati di Liberazione nazionale, ne nacque uno anche a Oppido. Stava iniziando per l’Italia un periodo di distruzione delle città, cadeva il mito dell’arroganza fascista. Da Pantelleria gli Alleati passarono in Sicilia, ove trovarono un’accanita resistenza da parte dell’esercito italiano. Un giornalista americano, corrispondente di guerra, così scrive nel suo giornale:«La lotta in Sicilia ha assunto un accanimento inaudito e i difensori dell’isola si battono quanto mai risolutamente, non retrocedendo ove è possibile, neppure di un centimetro». Il 22 giugno 1943 gli Alleati prendono Palermo e, con gravi perdite anche da parte loro, sbarcano nella penisola. Persero un terzo degli effettivi di 15 divisioni, furono catturati o distrutti 400 carri armati, 63 cannoni, 96 mezzi di sbarco, furono abbattuti 650 aerei. La difesa della Sicilia aveva adempiuto ad una importante funzione di logoramento delle forze avversarie, facendo coinvolgere verso la isola quasi la totalità delle forze angloamericane disponibili nel Mediterraneo; aveva altresì impedito che esse potessero gravitare, in tutto o in parte, verso altri settori, che avrebbero potuto avere una maggiore importanza per gli Angloamericani agli effetti di una più sollecita definizione della guerra.
Il 25 luglio del 1943, nel frattempo, il Gran Consiglio del Fascismo, per la prima volta in venti anni di regime, sfiduciò il Duce, il quale nella notte tra il 25 e 26, rassegnò nelle mani di Vittorio Emanuele III le dimissioni da capo del Governo. Nell’uscire dalla residenza reale, a Roma, fu arrestato e portato in una località di montagna. Il governo venne affidato al Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio.
Il 3 settembre del 1943 fu firmato l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati a Cassibile in Sicilia. Il 13 ottobre 1943 Badoglio dichiara guerra alla Germania.
Dopo l’armistizio in Italia giunsero numerose Divisioni dell’esercito tedesco, quelle sconfitte in Africa  e quelle stanziate nel Mediterraneo orientale, per contrastare l’avanzata degli Alleati che dalla Sicilia risalivano lungo la penisola. Nel giugno del '43 era transitata per Potenza la divisione tedesca di Hermann Goering, con mezzi cingolati, diretta in Sicilia per opporsi allo sbarco degli alleati che già si erano insediati su Pantelleria. Parte di questa divisione rimane a Potenza ed installa una stazione radio nella Villa di Santa Maria, di fronte alla Caserma degli Allievi Ufficiali. A settembre colonne di soldati tedeschi in ritirata, dopo la conquista della Sicilia da parte degli Alleati, ritornano a Potenza e depredano una città già stremata. Ma in Italia giungono non solo i Tedeschi cacciati dalla Sicilia, ma da ogni parte del Mediterraneo, ovunque chiedono ai militari italiani la consegna delle armi, che gli Italiani rifiutano. Non è necessario ricordare cosa avvenne a Cefalonia, ove fu passato per le armi un nostro concittadino, il ten. La Sala. Nel Nord Italia, invece, Mussolini, liberato dai Tedeschi, instaura la Repubblica Sociale di Salò, che diventa uno stato vassallo della Germania. Mussolini avrebbe voluto la capitale di questo stato fantoccio per i Tedeschi, con tutti i crismi di un grande stato che avrebbe vinto la guerra in poco tempo per il Duce, a Roma o a Milano, ma Hitler non glielo permise. Il risultato fu la lotta fratricida fra i partigiani italiani e l’esercito dei repubblichini; i Tedeschi si arrogano il diritto di portare a compimento ogni loro arbitrio.
Perché gli Alleati nel loro avanzare in Italia verso Roma e il Nord, ormai sotto l’oppressione tedesca, bombardavano le città italiane anche dopo l’armistizio? Il bersaglio non erano le città italiane e i civili indifesi, ma i Tedeschi in esse stanziati. La lotta è stata dura. La cacciata dei tedeschi dall’Italia del Sud ha causato distruzioni e vittime civili. Non tocca a noi in questa sede dire se eticamente ciò è ammissibile: la guerra ha comportato tali devastanti disastri. La distruzione più illustre consumata dagli alleati è stata senza dubbio quella della Badia di Montecassino, patrimonio, ebbe a dire un ufficiale americano, non solo dell’Italia, ma del mondo. A ricostruirla, a guerra finita, furono gli stessi americani. Potenza rientra nel destino comune di molte città del Sud Italia in preparazione della avanzata alleata dalla Sicilia verso Roma. Nello stesso giorno del bombardamento di Potenza vengono bombardate Salerno, Capua, Avellino, Auletta, Eboli, Battipaglia, Formia, Gaeta .
Potenza è stata bersaglio di un bombardamento necessario per gli alleati oltre che contro i Tedeschi presenti in città, anche per gli snodi ferroviari, per le sedi militari, la Scuola Allievi Ufficiali, il deposito del 48° Reggimento di Fanteria, per ostacolare le manovre delle truppe tedesche che si trovavano a Potenza. La città era rimasta completamente sguarnita di unità dell’esercito italiano che nel frattempo si era disciolto e sbandato. A questo periodo fa riferimento il nostro canto popolare Lu sbandamiènte. La VII Armata, di stanza a Potenza nella primavera del 1943, si era trasferita a Francavilla Fontana per seguire il Re Vittorio Emanuele III che da Roma era fuggito verso Brindisi.  A Potenza aveva sede il Quartier Generale della VII Armata dell’esercito italiano ed il comando delle truppe stanziate in Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, sotto il comando del Generale Aurisio. Costui, dopo la fuga del Re da Roma verso Brindisi, segue il re  e trasferisce il comando dell’Armata a Francavilla Fontana, abbandonando Potenza, sede del Quartiere Generale, all’invasione dei Tedeschi. A Potenza rimane il colonnello Giuseppe Faggin con un piccolo contingente militare, con il compito di resistere anche con le armi ad eventuali assalti da parte tedesca. Il generale Aurisio era ben consapevole delle condizioni in cui versava il colonnello, ma continuamente via telefono inviava a Faggin ordini di resistere ai Tedeschi che imponevano la resa e la consegna delle armi. Faggin, non per i continui comandi del generale, ma per sua convinzione e per salvare l’onore delle armi italiane, non ha nessuna intenzione di resa e di consegnare le armi all’ormai nemico tedesco. Per le vie della Città, dice Tommaso Pedio, si incontrano solo tedeschi. L’esercito italiano, dopo la fuga a Francavilla del gen. Aurisio, è sbandato, i soldati cercano scampo dai Tedeschi, i quali li avrebbero portati nei campi di concentramento in Germania, con la fuga. Il col. Giuseppe Faggin sottrae una trentina di militari ai rastrellamenti dei Tedeschi e si rifugia in una galleria, ove pone il suo comando e  per non consegnare le armi. I tedeschi chiedono ancora una volta di consegnare le armi e arrendersi, Faggin, volendo fino all’ultimo salvare l’onore delle armi italiane, oppone netto rifiuto, né i soldati si presentano a una delle uscite della galleria. Il colonnello nell’impossibilità di resistere,  comanda ai soldati di cercare di fuggire in un modo o nell’altro e,  , dopo un ultimo confronto con i Tedeschi, essendosi reso conto della situazione ormai senza via di uscita che  non poteva resistere agli assalti tedeschi né poteva calpestare il suo onore di soldato, esce fuori dalla Galleria e punta la pistola contro il suo capo. I Tedeschi a loro volta fanno saltare la galleria, massacrando militari e civili che si trovavano dentro. La città di Potenza, oggi, ha dedicato alla memoria del colonnello Giuseppe Faggin, l’intestazione di una lunga e scenografica scala del centro.
 Le bombe alleate erano contro i movimenti delle truppe tedesche, ma cadevano su una città ormai stremata: tutti cercavano riparo nelle gallerie delle Calabro-lucane e dello Ferrovie dello stato che ancora oggi attraversano il sottosuolo della città. I Tedeschi ostruirono le entrate, i rifugiati rischiano di fare la morte dei topi. Durante i giorni atroci  di bombardamento i cittadini  vivono   nel panico di morire schiacciati sotto le macerie, tutti sono alla ricerca di un riparo sicuro o di scappare nella campagna, nei paesi vicini al capoluogo. Potenza non ha ripari antiaerei che possano resistere alle bombe. La commissione tecnica del comitato provinciale di protezione antiaerea fa delle ricerche per individuare ricoveri utilizzabili in caso di bombardamento. Un solo fabbricato risulta avere un ricovero sicuro, la Banca d’Italia, la quale nel suo caveau può ospitare 84 persone. Nessun altro edificio ha un  ricovero sicuro. Nel luglio del 1943 l’ingegnere capo del comune Binetti scrive: «Praticamente allo stato attuale, la città di Potenza, pur essendo luogo strategico di rilevante importanza al punto da dar sede al comando della VII Armata, è sprovvisto totalmente di ricoveri». Nell’agosto del '43 vengono scavate delle gallerie   a forma di cunicolo lunghe da 60 ai 90 metri ad U per garantire due uscite. Il grosso non solo dei Potentini, ma anche dei militari che erano rimasti in città dopo l’esodo del generale Aurisio con la VII Armata verso Francavilla Fontana, trova scampo nelle gallerie ferroviarie. Nel settembre del 1943 la Basilicata, ma soprattutto la città di Potenza, vive sotto il terrore dei bombardamenti americani e della presenza dei tedeschi, senza poter far nulla né contro quelli, né contro questi.
I giorni 8 e 9 settembre 1943 sono nefasti per la città, portano morte, distruzione, fame, paura. I cacciabombardieri degli alleati  scaricano quintali di esplosivo sulla città per ostacolare le manovre delle truppe tedesche che stazionano e impediscono la loro avanzata. Le bombe cadono sulle sedi dei comandi militari, sulla caserma della Scuola Allievi Ufficiali, sul deposito del 48° Reggimento di fanteria, sul Museo Provinciale (descrizione dei danni causati al Museo nell’Uva puttanella di Rocco Scotellaro), sull’Ospedale San Carlo, ove si era stanziato il Comando Tedesco, sulle abitazioni private di Santa Maria, di Porta Salsa, di Via Addone, sulla Cattedrale. I danni sono ingenti, materiali e disastrosi per la città, mortali per i cittadini: si contano 187 vittime, di cui 37 militari e un numero imprecisato di feriti. Sono inferte ferite alle strade, alle case, alle scuole, alle chiese. «Sfregi consegnati alla memoria lucana con poche paginette, ha scritto Gino Agnesi. Nessuna ditta politica era intervenuta a che le macerie prendessero parola». Infatti le macerie di una città martoriata, le oltre 500 vittime dopo 10 giorni di bombe, (come dice Tommaso Pedio «I morti, tra militari e civili, sono oltre cinquecento! Le vittime sono prevalentemente civili, ( In  La Basilicata negli ultimi cento anni, p. 137) di cui la maggior parte civili innocenti, non hanno mai avuto chi rivolgesse loro un saluto, chi ricordasse che il loro sacrificio è servito per la liberazione di tutti». Si fanno commemorazioni per le due vittime dei Tedeschi a Matera, e le 500 dei dieci giorni di bombardamenti di Potenza chi mai le ha ricordate? Ma quelle sono state vittime dell’odiato tedesco, queste... beh! di queste è bene non parlare! Il vescovo mons. Bertazzoni si salvò protetto da un’arcata che resse all’urto delle bombe, si ritirò in seguito in una casa di campagna nella contrada Sant’Antonio la Macchia. Fino al 1950 ha dimorato in un’aula del Liceo Classico, che allora era ubicato nel Palazzo Loffredo, ove oggi vi è il Museo Nazionale. Ogni mattina ritornava in città per portare conforto con la parola e con l’aiuto ad una città del tutto sguarnita di difese contraeree e rimasta abbandonata a se stessa. Per giorni si visse negli improvvisati rifugi e nelle gallerie fra mille difficoltà: la mancanza d’acqua, di viveri, di condizioni igieniche accettabili. «La stessa oscurità della galleria, ha scritto Angela Olita in  "Bombardieri a pace fatta" simboleggia la totale sospensione della civiltà, la regressione a uno stato di natura in cui si è preda solo degli istinti e della disperazione. La vicinanza con quelli che sarebbero concittadini, amici, è solo fisica: ognuno ha il proprio personale dolore da coltivare, mentre cerca solo di sopravvivere. Vengono meno i segni della distinzione sociale, ma viene meno anche la comprensione. Si è vicini, ma estraniati l’uno dall’altro: è la solitudine totale». Questo stato di cose dura quasi due settimane. Le bombe cadono  su rione Addone perché nell’Albergo Moderno, sito in via Pretoria, aveva sede il 10° corpo d’Armata.  L’8 settembre vengono bombardati Palazzo Loffredo, il rione Addone, la Cattedrale. La mattina seguente, verso le dieci viene colpito il palazzo delle scuole elementari  di Via del Popolo, dove sono acquartierati i soldati della VII Armata. Bombe in Piazza Prefettura, a Santa Maria. I bombardamenti continuano per dodici giorni, alla stessa ora, Ogni notte centinaia di aerei sorvolano la città lasciando delle tracce. I morti alla fine dei bombardamenti sono oltre 500, dice Tommaso Pedio.
 Mi viene in mente a questo punto un verso dell’Iliade:  
 Nove giorni volarono per il campo Acheo le frecce divine.
Per Potenza possiamo dire:
Per dodici giorni caddero sulla città  le bombe alleate.
Solo all’entrata in Potenza dei canadesi gli Alleati smettono le incursioni aeree. Le persone grandicelle ricorderanno che anche a Oppido in quei giorni cadde qualche bomba e di sera si andava a dormire sotto gli ulivi. Per Potenza quelli furono giorni terribili.
Sulla città, infatti, continuano a cadere bombe fino al 20 settembre, giorno in cui entrano in Potenza le truppe corazzate della Prima Divisione canadese dell’VIII armata britannica. Il gerarchismo nazi-fascista ha così fine. I canadesi trovano una città distrutta, affamata, semivuota. I Potentini si sono trasferiti nelle campagne o nei paesi limitrofi, ove era più facile provvedere alle necessità. I pochi rimasti in città non accolgono i nuovi arrivati come liberatori, per loro i canadesi sono venuti per  sostituirsi nell’occupazione del territorio ai precedenti occupanti. Li accolgono con sospetto, con distacco nei primi giorni, per poi cambiare atteggiamento nel loro confronto. La gente teme questi nuovi invasori, venuti come liberatori. Con i canadesi arrivano in città anche soldati di colore e marocchini; la gente ha paura, le donne rimangono chiuse in casa, per aver fama questi nuovi invasori-liberatori di essere grandi stupratori. I canadesi però non portano in città la normalità, i problemi causati dalla guerra non sono risolti. Le condizioni materiali del capoluogo rimangono disastrose anche per l’esercito degli occupanti: le ferrovie sono inutilizzabili, gli acquedotti e la rete fognaria danneggiati e in molte parti a cielo aperto, l’ospedale inservibile, la città un ammasso di macerie, gli alloggi mancano del tutto, si stanno diffondendo epidemie di ogni tipo. La situazione è tale che impedisce anche agli alleati di prendere decisioni a favore della popolazione. Nel novembre del '43 il commissario governativo scrive al comando alleato: Le condizioni igieniche ed edilizie non sono le più soddisfacenti per l’alloggiamento di un forte contingente di truppe, gli edifici pubblici, come le scuole, sono occupati da 250 famiglie di sinistrati, si sono contati 100 casi di tifo, l’acqua potabile è razionata.  Potenza e la Basilicata rimasero sotto il Governo Militare del Territorio Occupato (AMGOT) con a capo il Maggiore Ernest Howell.

                                                                               F.S.Lioi







lunedì 13 gennaio 2020

12° incontro - Dott. N. Castelluccio "Il corpo parla"

12° Incontro - 08/01/2020 - Dottor Nicola Castelluccio- Osteopata e Posturologo

" Il corpo parla"
L'Osteopatia è un metodo terapeutico olistico, che utilizza le mani come strumento di diagnosi e cura.
Ha lo scopo di recuperare il giusto allineamento e la giusta mobilità del corpo umano al fine di migliorarne la funzionalità.
L'Osteopatia non cura patologie, ma stimola le capacità di recupero e guarigione del corpo, ottimizzando i processi fisiologici e fisici. E' indicata in tutti i disturbi di origine funzionale, allorquando, in assenza di lesioni organiche, vi sia la presenza di sintomi algici e fastidiosi.
L'Osteopata è un professionista capace di valutare e ripristinare la funzionalità dei diversi distretti corporei, considerando l'uomo nella sua interezza, non come formato da singole parti, ma nella sua totalità. Ricerca le cause dei disturbi, non i sintomi; cura la persona, non la malattia.
L'Osteopata, attraverso specifici test non invasivi, analizza la mobilità delle strutture ossee, articolari, viscerali e cranio-sacrali; individua le aree in  disfunzione e, con piccoli aggiustamenti, stimola la naturale tendenza intrinseca del corpo verso l' autoguarigione.
Il dottor Castelluccio ha esordito affermando che la principale sfida del XXI secolo consiste  nel prendere un corpo che si è sviluppato per un mondo di 70.000 anni fa e adattarlo al mondo attuale.
 Nel corso della sua evoluzione l'uomo da quadrupede  è divenuto bipede, innalzando il suo baricentro e restringendo la sua area di sostegno.
La corretta postura è la posizione più idonea del nostro corpo nello spazio e può essere adattata alle varie circostanze ambientali.  Da qui la disciplina medica chiamata Posturologia, che studia le alterazioni funzionali di posizione del corpo nello spazio e postura è il rapporto con cui le diverse parti del corpo concorrono all'attuazione di un  qualsiasi gesto o posizione.
La postura è studiata in tre momenti fondamentali: statico, cinetico e cibernetico ed anche psichico ed è l'adattamento del vissuto di ogni persona all'ambiente fisico, psichico ed emozionale in cui vive.
Il nostro corpo manda a noi messaggi anche non verbali, come l'espressione del volto, i gesti, la posizione nello spazio, ecc.
L'equilibrio è il miglior rapporto tra il corpo e l'ambiente circostante e quando viene a mancare si ha un'alterazione posturale e quindi il dolore.
La maggior parte della popolazione adulta, soprattutto in età avanzata, soffre di disturbi ad andamento cronico, come cervicalgia, dolori dorsali e lombari, sciatalgie, ernie, ecc. Una volta accertato che il dolore non sia causato da patologie focali, occorre verificare se sia il risultato di scompenso di tipo posturale e quindi rintracciare le cause, anzichè agire contro l'effetto.
Il dottor Castelluccio elenca a questo punto le osservazioni che il medico effettua sul paziente, in ambiente statico e dinamico, sulle varie parti del corpo, ricordando però che nessun aspetto preso singolarmente porta ad una giusta valutazione, bensì l'osservazione   generale globale.
Molto importante l'osservazione del piede, dal quale possono dipendere molti disturbi in varie parti del corpo e della catena muscolare, che è l'insieme dei muscoli che collegano l'intero organismo, dalla testa ai piedi. La postura statica e dinamica è infatti regolata dall'equilibrio delle catene muscolari.
Il dottor Castelluccio ha concluso la sua brillante relazione con queste parole. " La tua postura...ti somiglia, è il prodotto della propria storia. La vita forma...e poi deforma. Per questa ragione la postura, essendo il frutto del vissuto, ha in sè le pieghe e le ferite della vita vissuta. La tua postura ti somiglia."
                                                                                                                                   G.D.F.

domenica 12 gennaio 2020

13° Incontro - Prof. F.S. Lioi - Il bombardamento della città di Potenza nel 1943

Nel settembre 1943 Potenza visse una delle pagine più tristi della sua storia.

Nei giorni successivi all'8 settembre, dopo l'annuncio dell'armistizio, la città fu infatti sottoposta a bombardamenti e mitragliamenti da parte delle Forze Alleate; altrettanto accadde ad altri centri della Basilicata.

Gli stessi attaccanti parlarono di un enorme numero di vittime: 187 morti (150 civili e 37 militari) e 1800 feriti.

Dopo meno di un secolo questi fatti corrono il rischio  di essere dimenticati per sempre.

Ne parleremo all' UNITRE con il Prof. Francesco Saverio Lioi, mercoledì 15 gennaio, alle ore 18.30, nella Biblioteca comunale di Oppido Lucano.

                                        Vi aspettiamo!

Per saperne di più:

http://win.storiain.net/arret/num202/artic3.asp
https://www.centrostudisalinardi.it/cms/comitati-scentifici-del-cssm/47-storico-e-militare/98-potenza-8-9-settembre-1943.html
https://www.ilmattinodifoggia.it/news/spazio-aperto/27590/potenza-il-diario-dei-terribili-bombardamenti-del-1943.html

mercoledì 8 gennaio 2020

11° incontro - Aspettando il Natale insieme

11° Incontro - 18/12/2019 - " Aspettando il Natale insieme"
Con il piccolo coro " Obadiah" e la maestra Maria Caterina De Bonis

Il Presidente ha aperto la seduta ricordando ai soci, soprattutto ai nuovi iscritti, che questa Associazione fa parte della grande famiglia delle UniTre, con sede centrale a Torino e sezioni in ogni parte d'Italia.
Pur godendo di ampia autonomia nel decidere delle attività, occorre comunque rispettare i principi di fondo iscritti nello statuto nazionale e ripresi ed accettati dagli statuti di ogni singola sede locale.
Essi consistono, in primo luogo, nell'assoluta apoliticità e nell'accoglienza di chiunque voglia iscriversi, senza discriminazione di razza, di religione, di convinzioni politiche. Tra gli obiettivi che questa Associazione persegue c' è la pratica di una cultura che sia prima di tutto socializzazione, dialogo, crescita comune, offerta dell'uno all'altro, in un dialogo fondato sull'amicizia, il rispetto, l'inclusione.
Importante il dialogo intergenerazionale e la salvaguardia dei valori ereditati dalla storia passata e che è doveroso trasmettere alle future generazioni.
Ha quindi letto il messaggio augurale che il Presidente nazionale Prof. Gustavo Cuccini ha rivolto a tutte le sedi locali. Si riportano qui di seguito i passi più significativi:
" Auguri di Buon Natale e prospero anno nuovo, e grazie per l'offerta preziosa del vostro volontariato nella promozione sociale e culturale al servizio dell'altro e della società civile. Un volontariato tanto più prezioso quanto più esso tenti di perseguire le sue alte finalità in momenti particolarmente difficili come questi che ora viviamo, dove dialogo, inclusione, pacatezza ed equilibrio nei rapporti interpersonali hanno quasi l'inconsistenza di impalpabili miraggi. Vi sostengono, nella vostra azione quotidiana, l'esperienza guadagnata sul campo in anni  di pratica intelligente e sensibile ai bisogni dell'altro, e la certezza degli ideali fondati su uno Statuto in linea con le emergenze attuali."
Si è passati allo svolgimento del programma della serata.
E' stata proiettata la lettura della poesia " Er Presepe" di Trilussa, cui sono seguiti i canti natalizi a cura del Piccolo Coro " Obadiah", guidato dalla Maestra Maria Caterina De Bonis, intervallati dalla lettura di poesie natalizie a cura di Tanuccio Palumbo.
Infine il Presidente ha rivolto ai presenti queste espressioni augurali:
" Agli auguri del Presidente  Nazionale voglio aggiungere i miei personali e di tutto il Direttivo di questa Associazione: Nuccia Corbo- Vice Presidente, Tanuccio Palumbo- cassiere, Rosanna  Cimadomo -segretaria, Leonardo Mancusi- addetto alla logistica, Vincenzo Guglielmucci, Cecchino Lioi, Franco Scarfiello, Anna Sannella.
Non finirò mai di ringraziare tutti voi soci. Insieme realizziamo il motto che ci siamo dati: ritrovarci sempre con piacere e stare bene insieme. Ringrazio con profonda riconoscenza la Maestra Maria Caterina De Bonis e i piccoli coristi della corale " Obadiah" sempre disponibili alle nostre richieste di collaborazione".
E' seguito poi un abbondante rinfresco e lo scambio di auguri fra tutti i numerosi presenti.

                                                                                                                                         G.D.F.

venerdì 3 gennaio 2020

12° incontro - Dott. Nicola Castelluccio "Il corpo parla"

UNIVERSITA'  DELLE TRE ETA'

Mercoledi 8 gennaio 2020


IL CORPO PARLA
dott. Nicola Castelluccio - Osteopata 


UniTre di Oppido Lucano -Biblioteca Comunale - ore 18.30

Vi aspettiamo!