domenica 25 novembre 2018

UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
U N I T R E
UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ

Mercoledì 28 Novembre 2018
alle ore 18.30
presso la Biblioteca Comunale
Incontro con il Gruppo
" Erboristi Aspiranti di Pietragalla"
guidati dalla dott.ssa Giuseppina Masotti



Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati

U N I T R E
Sede di Oppido Lucano (PZ)
Via M. Pagano,- 85015 OPPIDO LUCANO (PZ)
E-mail: unioppido@gmail.com
Associazione di Promozione Sociale - Articolazione territoriale dell’Associazione Nazionale


sabato 24 novembre 2018

incontro - 21/11/2018– prof. f. s. lioi
“L’agricoltura ieri e oggi”
Il Prof. F. S. Lioi, continuando il discorso sull’annoso conflitto terra-contadini, perpetratosi lungo l’arco di millenni, ha tenuto un’interessante lezione sull’argomento, inquadrandolo al tempo dell’Impero Romano.
“Le terre dei popoli vinti dai Romani venivano confiscate dal Senato e diventavano AGER PUBLICUS POPULI ROMANI, che doveva essere assegnato in lotti di 30 iugeri (circa 3 ettari) ai veterani o ai coloni nel caso venisse fondata una colonia, come successe a Venosa. Questo non sempre succedeva, perché i senatori, artefici della vita politica ed economica di Roma, rivendicavano il diritto del possesso di quelle terre confiscate”.
“…Dopo le guerre puniche i senatori romani, approfittando del loro potere, riservano per se stessi i terreni più fertili e più estesi, non solo in Italia, ma anche nelle terre dei Cartaginesi in Spagna e Africa, calpestando le leggi Licinie-Sestie che vietavano di possedere un’estensione di terreno più grande di 500 iugeri, corrispondente a circa 125 ettari”.
“…Le terre dell’ager publicus dovevano essere assegnate ai veterani, ma costoro, dopo anni di guerre, si vedevano defraudati di questo diritto da coloro che si erano arricchiti durante la loro assenza… La folla dei diseredati aumentava e il malcontento minacciava tumulti. Nel II secolo avanti Cristo, perciò, esplose il problema della terra ai contadini espropriati del loro terreno, prolungando nei secoli la lotta fra patrizi e plebei.
Tiberio e Caio Gracco, durante il loro tribunato della plebe, proposero una lex agraria per migliorare le condizioni della plebe romana assegnandole dei lotti di terreno.
Con la Riforma agraria Tiberio Gracco prevedeva il possesso massimo di 500 iugeri di terra, 1000 se in famiglia vi fossero 2 figli maschi. Chi ne possedeva di più doveva cedere il superfluo allo stato perché fosse destinato a formare la piccola proprietà e dato ai reduci o ai non abbienti, in lotti di 30 iugeri.
La legge agraria di Gracco privava i senatori, latifondisti e aristocratici, della prerogativa di decidere sull’ager publicus non solo, ma li privava anche di parti consistenti dei loro possedimenti, ragion per cui il tribunus fu accusato di aspirare alla tirannide dagli stessi senatori in senato, fu arrestato e ucciso.
La riforma fu ripresa dieci anni dopo da Caio Gracco, il quale propose, fra l’altro, una lex agraria simile a quella del fratello, che però prevedeva:
- il sorteggio dei governatori delle province, - non più quindi eletti dal senato; - l’assegnazione delle terre delle province ai nulla tenenti; - la cittadinanza romana per tutti i soci, cioè gli italici; - un prezzo basso per il frumento da vendere ai poveri.
Le proposte di riforma, ovviamente, non furono accettate dai senatori, che fecero scoppiare un tumulto popolare accusando di aspirazione alla tirannide Caio Gracco il quale fu ucciso per mano di uno schiavo, affrancato, poi, in seguito al delitto.
La proprietà della terra è stata sempre la ricchezza fondamentale degli antichi Romani. Nella storia dei Romani possiamo distinguere tre periodi nell’evoluzione del possesso della terra:
Primo periodo: piccola proprietà cerealicola nei dintorni di Roma, con pascoli in terreni comuni per piccoli greggi ad uso familiare e non venale.
Periodo della monarchia e primi secoli della repubblica.
Secondo periodo: media e grande proprietà di 500 iugeri e oltre, con coltivazioni arboree, vite, oliveti, e grandi armenti in terreni incolti dell’ager publicus che diventava di proprietà.
Terzo periodo: formazione delle villae rusticae dopo le guerre puniche, con proprietà estese tanto che i proprietari non ne conoscevano i confini, non solo in Italia, ma anche nelle province oltre il Mediterraneo. Si sviluppa un’economia di tipo industriale per ottenere prodotti di grosso valore venale.
E’ questa l’epoca in cui sorgono le villae di Oppido Lucano, I sec. a. C. età imperiale fino al V sec. dopo Cristo”.
Il prof. Lioi, citando Catone e Varrone, è passato, poi, ad illustrare come venivavo definiti gli attrezzi agricoli.
Erano suddivisi in tre categorie:
1 – quelli dotati di parola  =  gli schiavi;
2 – quelli dotati di versi  = gli animali;
3 – quelli privi di voce  =  gli strumenti.
Ha poi illustrato i lavori che venivano svolti nei campi:
-                      ArareIterareTertiare, cioè si doveva arare, ripassare, arare per la terza volta.
I lavori da fare nei seminati:
Runcatio, estirpazione con le mani delle erbe infestanti;
Sarculatio, estirpazione con un arnese chiamato sarculum;
Messio, mietitura;
Tritura, trebbiatura nell’AREA, aia (in dialetto ariə);
Ventilabrum, vaglio, ventilazione. (in dialetto vəntulà).
L’oratore ha accennato, poi, alCarmen lustrum o Lustrale, una preghiera che il Pontifex maximus recitava a Roma ogni cinque anni e il pater familias ogni anno, con una processione attorno al suo campo, affinché il dio Marte impedisse, ricacciasse e allontanasse dalle proprie terre i mali visti e nascosti, la desolazione e le devastazioni, le calamità naturali e salvasse le messi, gli oliveti e i vigneti…
Questo antico rito propiziatorio, nella società cristiana antica e moderna, ha avuto la sua continuazione fra il popolo chiedendo a Dio le stesse cose che chiedeva il pater familias al dio pagano.
Fu un papa a sostituire il dio pagano con il Dio Cristiano. Il rito cristiano prende il nome di Rogazione, dal verbo latino rogare che significa chiedere qualcosa a qualcuno. Le rogazioni, che si celebrano 40 giorni dopo Pasqua e prima dell’Ascensione, nel Cristianesimo sono preghiere di penitenza e processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni”.

D.M.

domenica 18 novembre 2018

incontro - 14/11/2018– dott. rocco evangelista
“Le leguminose nell’alimentazione umana”

Il Dott. Rocco Evangelista ha tenuto un’interessante lezione sull’importanza delle piante leguminose nell’alimentazione umana.
La famiglia delle leguminose comprende piante erbacee, arbustive e arboree.
1- Le erbacee non hanno fusto lignificato e sono utilizzate sia per l’alimentazione umana che per quella animale.
1-a) alimentazione umana: fagioli, piselli, lenticchie, cicerchie, fave, arachidi, soia…;
1-b) da foraggio: trifoglio, erba medica, lupinella, sulla, malta, che hanno largo utilizzo nell’alimentazione animale.
2- Le arbustive: ginestra
3- Le arboree: hanno fusto lignificato, sono di grandi dimensioni: acacia, giuggiolo, mimosa, albero di Giuda…
Le piante leguminose presentano una caratteristica particolare: sono fornite di piccoli corpuscoli sferici, i tubercoli radicali, che si trovano quasi sempre sulle radici, che si formano per azione di un bacillo i cui germi sono diffusi nel terreno agrario.
In questo modo pianta e batterio vivono insieme e si aiutano reciprocamente. Tale rapporto si chiama simbiosi mutualistica: la pianta rifornisce il batterio di zuccheri, le sostanze complesse di cui quest’ultimo si nutre, mentre il batterio assicura alla pianta i sali d’azoto, elemento che il batterio assorbe dall’aria, indispensabili per la crescita della pianta e che alla morte di questa finiscono nel terreno rendendolo più fertile.
è per questa ragione che le leguminose, a differenza delle altre piante, possono vivere e prosperare anche in un terreno nel quale siano scarsi o manchino i concimi azotati; anzi esse lasciano nel terreno stesso, nel quale abbandonano i detriti delle loro radici e dei relativi tubercoli, una quantità di sostanze azotate assimilabili dalle altre piante, maggiore di quanto prima non ve ne fosse. Questo processo si chiama azoto-fissazione, fondamentale per la sostenibilità degli agro-ecosistemi. Tale proprietà è, infatti, utilizzata in agricoltura per effettuare la rotazione delle colture erbacee concimando così il terreno (pratica del sovescio). In virtù di questa caratteristica le leguminose vengono spesso utilizzate per arricchire di azoto il suolo dei terreni agricoli.
A differenza delle altre piante, le leguminose sono ricche di quelle sostanze complesse che formano le principali strutture del nostro corpo e che sono presenti negli alimenti di origine animale: carne, uova o pesce.
Le leguminose rappresentano una importante risorsa per l’alimentazione umana, oltre al riso. Esse sono ricche di aminoacidi e contengono proteine la cui quantità varia dal 20% al 40%.
La coltivazione richiede poca acqua.
Anche per le leguminose, come per il grano, è prevista una premialità da parte dell’UE, per incentivarne la produzione, solo che mentre per il grano il premio – o integrazione – si aggira intorno ai cento euro per ettaro, per le leguminose è di circa trenta euro. Si cerca, dunque di incentivarne la produzione in quanto si ha una riduzione dell’uso dei nitrati, un miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche del terreno ed un miglioramento delle qualità organolettico dei prodotti.
Si ritiene che per il futuro l’utilizzo delle leguminose andrà sempre più aumentando, per soddisfare i bisogni nutrizionali della popolazione mondiale, anche per il fatto che la loro coltivazione, rispetto ai cereali, richiede minore estensione agricola, e un minor impiego di acqua.

D.M.

giovedì 15 novembre 2018

Mercoledì 21 Novembre 2018
alle ore 18.30
presso la Biblioteca Comunale
il Prof. F. S. Lioi.
terrà la seguente conferenza:
“L’agricoltura ieri e oggi”



Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati



4° Incontro - 7/11/2018 - donato mancuso
"Rievocazione storica di episodi della seconda guerra mondiale"
Introduzione: prof. vincenzo guglielmucci

Il relatore di questa sera è stato il nostro decano, il socio più anziano, Donato Mancuso, di anni 94, che, opportunamente guidato dal Prof. V. Guglielmucci, ha raccontato
Serata molto interessante organizzata anche per commemorare i cento anni dalla fine della 1° guerra mondiale e la vittoria dell'Esercito Italiano.
Il Prof. Guglielmucci, che ha introdotto e condotto i lavori, ha iniziato con l'ascolto del Bollettino della Vittoria letto dal Generale Armando Diaz, mentre scorrevano sullo schermo alcune immagini dei soldati italiani in combattimento.
Altre immagini di straordinario interesse storico proiettate sono state quelle dei ritratti dei maggiori protagonisti delle battaglie combattute in Nord Africa nel 1942, i generali Cavallero e Bastico (italiani), Rommel e Kasserling (tedeschi) comandanti delle forze italo-tedesche e i generali Montgomery e Alexander, comandanti delle truppe alleate. Documento storico importante, pure proiettato, il Consiglio di Guerra tra i generali italiani e tedeschi prima della battaglia di El Alamein.
Il Prof. Guglielmucci, servendosi di una cartina da lui stesso predisposta, ha illustrato lo scenario in cui avvennero gli epici scontri, primo fra tutti la sanguinosa battaglia di El Alamein che vide contrapposti l'esercito italo-tedesco composto da 100.000 uomini e 500 carri armati e l' esercito anglo-americano con 250.000 uomini e 1.000 carri armati.
Il valore dei militari italiani, sopratutto dei paracadutisti della Divisione Folgore, fu eccezionale e riconosciuto anche dal nemico, ma nulla poté contro la forza numericamente preponderante degli avversari.
Ha preso poi la parola Donato Mancuso che ha raccontato alcuni episodi da lui vissuti in quella sanguinosa guerra, iniziando dalla chiamata alle armi, l'avvio al fronte e la sua destinazione in Africa dove fu impegnato nelle posizioni avanzate per rifornire di carburanti i mezzi militari in azione e poi la ritirata nel deserto dopo la sconfitta, la ferita riportata ed il suo rientro in Patria.
Si è soffermato in particolare sulla missione segreta cui partecipò consistente in un probabile contrabbando di carburante di cui beneficiarono le nostre truppe.
Durante la manifestazione il Prof. Guglielmucci ha fatto dono a Donato Mancuso della riproduzioni ingrandita e plastificata del foglio matricolare.

G.D.F.
II incontro – 24-10-2018 – proiezione video
“Il mondo agricolo”
di
giuseppe antonio colangelo
con immagini e suoni di nuccio marone.

Nel bel video di Colangelo e Marone è raccontata la storia delle trasformazioni dell'agricoltura del nostro paese, a partire dagli anni 50 del secolo scorso, quando iniziò la diffusione della meccanizzazione.
Comparvero i primi trattori, ma iniziò anche l'emigrazione che proseguì poi, in forma sempre più grave, nei decenni successivi impoverendo le campagne di forza lavoro giovanile.
Colangelo si sofferma in particolare sull'evoluzione delle macchine agricole: dai primi trattori cingolati, ai gommati, prima a due e poi a quattro ruote motrici, alla comparsa, negli anni 70, delle prime mietitrebbiatrici che segnarono l'abbandono delle storiche mietitrici e trebbiatrici.
Si era anche evoluta la genetica delle sementi del grano duro: fu abbandonata la coltivazione della varietà "Cappelli" a favore di varietà sempre più produttive.
Un'ulteriore rivoluzione fu la comparsa delle mietitrebbiatrici autolivellanti che consentirono la semina in terreni più scoscesi.
Anche la zootecnia si giovò di nuove macchine per la raccolta del foraggio e per l'allestimento di stalle sempre più pulite e super attrezzate.
Non sono state trascurate le tradizionali colture di olivo, vite, frutti e ortaggi, delle quali il video offre suggestive immagini.
Commovente è l'amore che Colangelo dimostra per il mondo agricolo, per la terra, nostra nutrice, e rivolge un appassionato invito ai giovani a ritornare a lavorare in campagna.
Le belle immagini di Marone rappresentano la cornice entro la quale si svolge questo straordinario mestiere.

G.D.F.

martedì 13 novembre 2018

UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
U N I T R E
UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ

Mercoledì 14 Novembre 2018
alle ore 18.30
presso la Biblioteca Comunale
il Dott. Rocco Evangelista
terrà la seguente conferenza:
“Le leguminose nell'alimentazione umana”



Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati



U N I T R E
Sede di Oppido Lucano (PZ)
Via M. Pagano,- 85015 OPPIDO LUCANO (PZ)
E-mail: unioppido@gmail.com
Associazione di Promozione Sociale - Articolazione territoriale dell’Associazione Nazionale

incontro - 31/10/2018– prof. rocco basilio
“San Francesco e il suo tempo” – 2a parte

Il Prof. Rocco Basilio ha raccontato la vita e descritta la straordinaria personalità di Francesco d'Assisi che, da oltre otto secoli, continua ad affascinare chiunque si accosti alla sua figura.
Nacque ad Assisi nel 1181 o forse nel 1182 dal ricco commerciante di stoffe Pietro di Bernardone e da Pica, di origine francese. Accompagnava il padre nei suoi giri di affari, fino in Francia e si dimostrò presto abile commerciante.
Era un giovane brillante, al centro di feste e conviti con gli altri giovani.
Partecipò alla guerra di Assisi contro Perugia, fu fatto prigioniero, ma presto riscattato dal ricco genitore.
Si avviò al seguito di un nobile Assisano verso sud per partecipare ad un'impresa crociata ma, giunto a Spoleto, si ammalò e dovette ritornare ad Assisi. Durante la malattia e la convalescenza ebbe una profonda crisi spirituale, causa della sua conversione, rafforzata, poi, dalle parole rivoltegli dal Crocefisso nella chiesetta diroccata di San Damiano.
Si dette allora ad una vita di povertà e di carità ed al restauro di edifici sacri in rovina.
Il padre non apprezzò il nuovo genere di vita del figlio e si rivolse al Vescovo Guido acché lo costringesse a recedere dai suoi propositi. Per tutta risposta Francesco si denudò completamente e restituì i vestiti al padre.
Si dedicò quindi ad una intensa vita di carità verso i poveri e i lebbrosi, vivendo in assoluta povertà.
Si raccolsero intorno a lui i primi seguaci e poi anche una giovane Assisana, Chiara.
Il Prof. Basilio ha ripercorso poi tutte le missioni del Santo, prima nei vicini paesi dell'Umbria e in molte parti d'Italia e poi in Terra Santa ed in Egitto.
Ha spiegato la redazione delle due Regole e l'approvazione di queste da parte del Papa.
Ormai molto malato e quasi cieco, negli ultimi anni aveva trascorso un Natale a Greccio dove aveva fatto allestire una prima forma di Presepio, aveva soggiornato a San Damiano dove aveva composto " Il Cantico delle Creature" e alla Verna dove aveva ricevuto le Stigmate. Nel Convento di Celle aveva redatto il Testamento nel quale raccomandava ai suoi seguaci di seguire strettamente la Regola " sine glossa".
Nella Porziuncola, ad Assisi, si spense il 3 ottobre 1226.
L'esposizione del Prof. Basilio è stata seguita con attenzione e, a tratti, ha suscitato commozione tra i presenti.
G.D.F.




lunedì 5 novembre 2018

UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
U N I T R E
UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ


Mercoledì 07 Ottobre 2018
alle ore 18.30
presso la Biblioteca Comunale
“Rievoazione storica di episodi della
II Guerra mondiale”
A cura di Donato Mancuso
Introduzione: Prof. V. Guglielmucci

Gli iscritti e tutte le persone interessate sono invitati


U N I T R E
Sede di Oppido Lucano (PZ)
Via M. Pagano,- 85015 OPPIDO LUCANO (PZ)
E-mail: unioppido@gmail.com

Associazione di Promozione Sociale - Articolazione territoriale dell’Associazione Nazionale