17° incontro - 28/02/2018 – Prof.ssa M. Caterina de bonis
“La magia delle parole nel mondo germanico antico”
La professoressa Maria Caterina De Bonis
ha tenuto una brillante ed interessante relazione su “La magia delle parole nel mondo
germanico antico“.
Ha iniziato spiegando come la
parola, fin dalla creazione del mondo, abbia, insita in sé, una forza creatrice
che essa esercita sulla realtà, infatti Dio disse: "Sia la luce!".
E la luce fu (Genesi 1,3). Ha quindi parlato delle “magia” come volontà di
agire sulla realtà mediante la parola soltanto, la parola e il ricorso a figure
religiose, la parola e rimedi pratici (azioni, procedimenti).
Anticamente lo scopo della magia era
quello di ritrovare oggetti smarriti o rubati, catturare i ladri, influenzare
il fato o le divinità, curare delle malattie di esseri umani o di animali, prevedere
il futuro.
Esistono testi magici diffusi
variamente nel tempo e nello spazio, ne troviamo, in India, in Egitto, in
Grecia, nel mondo mediterraneo, nel mondo nordico, in Africa, nel mondo
germanico, nelle tradizioni popolari del Sud d'Italia.
Nell’uso primitivo del linguaggio il
semplice pronunciare una determinata parola implica un'azione sulla realtà cioè
la parola coincide con l’azione, essa è perciò il significante mentre l’azione
è il significato.
Nell’uso meno primitivo del linguaggio
(1) la parola non è azione, non c'è identità fra parola e azione, la parola può avere più significati e per agire sulla
realtà non basta, occorre l'intervento
di un essere superiore, una
divinità che nei popoli nordici è germanica e poi cristiana. In una fase
successiva, con l’uso meno primitivo del linguaggio (2), per tradursi in
azione la parola deve accompagnare
delle azioni, procedimenti, occorre, cioè, parlare e agire secondo determinate regole per modificare la realtà.
La magia era affidata
originariamente alla parola detta, che poi è stata scritta. Esistono iscrizioni
runiche; testi magici in manoscritti grazie a monaci copisti, che, in quanto
religiosi, non favorirono il divulgarsi di testi non propriamente religiosi; pochi
testi di carattere prettamente magico; più numerose le benedizioni e i rimedi.
La parola che designa gli scongiuri
nelle fonti germaniche medievali è galdor: proto-gm *galdra,*galdraz (canto
magico, incantesimo) < ie. *ghal-
(cantare, incantare).
Il campo semantico di galdor,
che condivide la radice del verbo anglosassone galan (cantare,
incantare), occupa lo spazio che conduce dal canto all’incantesimo allo
scongiuro, quello coperto in latino da carmen (probabilmente per *canmen
< cano) e incantatio.
I galdor si collocano tra
folklore, medicina e liturgia; terreno intermedio tra il folklore considerato
innocuo dalla Chiesa e le pratiche magiche apertamente opposte alla verità
cristiana e dunque ricondotte all’attività deviante del demonio.
magia = azione sulla realtà per mezzo della parola;
scienza = comprensione della realtà;
medicina = cercare un rimedio per rimettersi in salute;
religione = fede in una realtà al di sopra dell'umano;
superstizione = attribuire determinate proprietà a oggetti,
azioni, persone, in base alle proprie convinzioni.
Nel modo germanico medievale, ma
anche nel resto del mondo indoeuropeo antico, i confini fra magia, scienza,
medicina, religione e superstizione non sono netti: si confondono, si
sovrappongono e si fondono in una dimensione unitaria e molteplice all'insegna
del valore magico attribuito alla parola detta.
Nei testi germanici antichi esistevano
alcune denominazioni utilizzate per individuare le varie tipologie testuali che mostrano un uso magico della parola:
incantesimo la
parola diventa azione attraverso un racconto;
formula magica la
parola si fa azione di per sé;
scongiuro parole
rivolte direttamente alla realtà;
rimedio / ricetta parole che accompagnano azioni;
benedizione parole
che agiscono per intercessione di Cristo.
La professoressa ha poi letto alcuni
“incantesimi” contenuti in manoscritti antichi come il manoscritto Merseburg, Domstiftsbibliothek, Cod. 136 databile al
750 circa tramanda testi liturgici,
messali, sacramentari in latino, l’incantesimo Wið wennum (“Contro le cisti”) in inglese antico, l’incantesimo “Pro Nessia”. Incantesimo con figure divine cristiane,
Incantesimo di Vienna per i cani.
L'atteggiamento degli intellettuali cristiani verso la
magia
Ø
in epoca medievale gli
intellettuali cristiani condannavano il ricorso alla magia, poiché l'essere
umano, credendo in essa, dimostrava di non accontentarsi dell'ordine dato da
Dio all'universo;
Ø
la convinzione di
poter modificare l'ordine dato da Dio all'universo veniva considerata una
illusione del diavolo.
L'atteggiamento dei popoli non cristiani verso i riti
cristiani
Ø
inizialmente i riti
cristiani vennero percepiti come opere di magia;
Ø
dopo che il
Cristianesimo si diffuse presso le popolazioni germaniche originariamente non
cristiane con basi teoriche e dogmatiche, si poté distinguere il miracolo
divino dalla magia;
Ø
magia, medicina e
religione hanno, tuttavia, continuato a sovrapporsi, fondersi e confondersi in
epoca medievale e non solo.
Il non
numeroso pubblico che ha sfidato i rigori dell’inverno è stato ampiamente
ripagato dalla dotta esposizione della Prof.ssa De Bonis e dall’interesse che
l’argomento ha suscitato.
D.M.