venerdì 16 marzo 2018



17° incontro - 28/02/2018 – Prof.ssa  M. Caterina de bonis
La magia delle parole nel mondo germanico antico
La professoressa Maria Caterina De Bonis ha tenuto una brillante ed interessante relazione su La magia delle parole nel mondo germanico antico“.
Ha iniziato spiegando come la parola, fin dalla creazione del mondo, abbia, insita in sé, una forza creatrice che essa esercita sulla realtà, infatti Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu (Genesi 1,3). Ha quindi parlato delle “magia” come volontà di agire sulla realtà mediante la parola soltanto, la parola e il ricorso a figure religiose, la parola e rimedi pratici (azioni, procedimenti).
Anticamente lo scopo della magia era quello di ritrovare oggetti smarriti o rubati, catturare i ladri, influenzare il fato o le divinità, curare delle malattie di esseri umani o di animali, prevedere il futuro.
Esistono testi magici diffusi variamente nel tempo e nello spazio, ne troviamo, in India, in Egitto, in Grecia, nel mondo mediterraneo, nel mondo nordico, in Africa, nel mondo germanico, nelle tradizioni popolari del Sud d'Italia.
Nell’uso primitivo del linguaggio il semplice pronunciare una determinata parola implica un'azione sulla realtà cioè la parola coincide con l’azione, essa è perciò il significante mentre l’azione è il significato.
Nell’uso meno primitivo del linguaggio (1) la parola non è azione, non c'è identità fra parola e azione, la parola può avere più significati e per agire sulla realtà non basta, occorre l'intervento di un essere superiore, una divinità che nei popoli nordici è germanica e poi cristiana. In una fase successiva, con l’uso meno primitivo del linguaggio (2), per tradursi in azione la parola deve accompagnare delle azioni, procedimenti, occorre, cioè, parlare e agire secondo determinate regole per modificare la realtà.
La magia era affidata originariamente alla parola detta, che poi è stata scritta. Esistono iscrizioni runiche; testi magici in manoscritti grazie a monaci copisti, che, in quanto religiosi, non favorirono il divulgarsi di testi non propriamente religiosi; pochi testi di carattere prettamente magico; più numerose le benedizioni e i rimedi.
La parola che designa gli scongiuri nelle fonti germaniche medievali è galdor: proto-gm *galdra,*galdraz (canto magico, incantesimo) <  ie. *ghal- (cantare, incantare).
Il campo semantico di galdor, che condivide la radice del verbo anglosassone galan (cantare, incantare), occupa lo spazio che conduce dal canto all’incantesimo allo scongiuro, quello coperto in latino da carmen (probabilmente per *canmen < cano) e incantatio.
I galdor si collocano tra folklore, medicina e liturgia; terreno intermedio tra il folklore considerato innocuo dalla Chiesa e le pratiche magiche apertamente opposte alla verità cristiana e dunque ricondotte all’attività deviante del demonio.
magia = azione sulla realtà per mezzo della parola;
scienza = comprensione della realtà;
medicina = cercare un rimedio per rimettersi in salute;
religione = fede in una realtà al di sopra dell'umano;
superstizione = attribuire determinate proprietà a oggetti, azioni, persone, in base alle proprie convinzioni.
Nel modo germanico medievale, ma anche nel resto del mondo indoeuropeo antico, i confini fra magia, scienza, medicina, religione e superstizione non sono netti: si confondono, si sovrappongono e si fondono in una dimensione unitaria e molteplice all'insegna del valore magico attribuito alla parola detta.
Nei testi germanici antichi esistevano alcune denominazioni utilizzate per individuare le varie tipologie testuali che mostrano un uso magico della parola:
incantesimo la parola diventa azione attraverso un racconto;
formula magica la parola si fa azione di per sé;
scongiuro parole rivolte direttamente alla realtà;
rimedio / ricetta parole che accompagnano azioni;
benedizione parole che agiscono per intercessione di Cristo.
La professoressa ha poi letto alcuni “incantesimi” contenuti in manoscritti antichi come il manoscritto Merseburg, Domstiftsbibliothek, Cod. 136 databile al 750 circa tramanda testi liturgici, messali, sacramentari in latino, l’incantesimo Wið wennum (“Contro le cisti”)  in inglese antico, l’incantesimo “Pro Nessia”. Incantesimo con figure divine cristiane, Incantesimo di Vienna per i cani.
L'atteggiamento degli intellettuali cristiani verso la magia
Ø in epoca medievale gli intellettuali cristiani condannavano il ricorso alla magia, poiché l'essere umano, credendo in essa, dimostrava di non accontentarsi dell'ordine dato da Dio all'universo;
Ø la convinzione di poter modificare l'ordine dato da Dio all'universo veniva considerata una illusione del diavolo.
L'atteggiamento dei popoli non cristiani verso i riti cristiani
Ø inizialmente i riti cristiani vennero percepiti come opere di magia;
Ø dopo che il Cristianesimo si diffuse presso le popolazioni germaniche originariamente non cristiane con basi teoriche e dogmatiche, si poté distinguere il miracolo divino dalla magia;
Ø magia, medicina e religione hanno, tuttavia, continuato a sovrapporsi, fondersi e confondersi in epoca medievale e non solo.
Il non numeroso pubblico che ha sfidato i rigori dell’inverno è stato ampiamente ripagato dalla dotta esposizione della Prof.ssa De Bonis e dall’interesse che l’argomento ha suscitato.
D.M.


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