15° INCONTRO 03-02-2016
Dott. Michele PALUMBO
“Il Cupa-cupa”
“Origini e diffusione nel
mezzogiorno d’Italia”
Il
relatore, Dr. Michele Palumbo ha iniziato la relazione parlando delle origini
del cupa-cupa, delle varianti, della diffusione e delle influenze nel sud
dell’Italia.
CUPA
CUPA
Il
cupa-cupa è uno strumento costituito da:
-
fusto in legno, di terracotta o di latta con l’apertura ricoperta da pelle di
capretto, di capra, o di stoffa, nella quale è fissata una canna di fiume, una
canna, una corda o un bastone.
È
classificato come “membrafono a frizioine”
ed esistono diverse varianti:
- membranofono
a frizione tradizionale delle civiltà contadine e nomadi del nord Africa, con
molte varianti di nome e materiali simili al cupa cupa. È utilizzato in
occasioni di danze tradizionali
ZAMBOMBA:
membranofono a frizione tradizionale della civiltà contadina spagnola,
utilizzato come accompagnamento della voce nelle canzoni Natalizie.
ROMMELPOT
OLANDESE: membranofono a frizione tradizionale, utilizzato come strumento di
accompagnamento.
PUERCA:
membranofono a frizione diffuso in America latina soprattutto nella zona andina
e colombiana, suonato solo in un senso (dalla pelle verso l’esterno). Probabilmente
importato dalle colonie spagnole.
Il Cupa cupa è lo strumento onnipresente
nella musica tradizionale Lucana e, insieme al tamburello, fa da base ritmica
agli strumenti melodici.
Con l’arrivo
di nuovi balli e ritmi, l’uso del cupa cupa si è andato man mano
ridimensionando fino all’attuale condizione legata al folklore o a precisi
momenti e periodi dell’anno. Festività Natalizie – Carnevale.
PERIODO
NATALIZIO
In
molti centri della Basilicata la tradizione della Cupa-cupa inizia la sera
dell’Immacolata e termina la notte che precede l’Epifania.
Cupa
cupa di Montescaglioso e notte dei Cucibocca.
•
Canto
di questua e buon augurio
CARNEVALE
Come
in tutte le tradizioni relative al carnevale il legame più diretto è quello dei
Baccanali in onore del dio Bacco-Dioniso.
L’uso
del Cupa Cupa durante i festeggiamenti del “Carnem-levare” è semplicemente la
variante Lucana di una tradizione diffusa in tutta Italia.
Lu cupa cupa nel sud italia
Esistono
diverse versioni del canto del cupa-cupa nelle varie regioni dell’Italia
meridionale:
• LA CUPA-CUPA DI GROTTAGLIE ormai
defunzionalizzato come canto di questua, sopravvive il canto sulla cupa-cupa,
anticamente diffuso in tutta la provincia jonica.
• Il BUCO BUCO di SESSA AURUNCA o Zuchete-zu è il nome dato al cupa cupa
nel casertano. Insieme agli altri strumenti tradizionali campani, il BucoBuco
crea il CAOS per salutare l’anno che finisce e augurare il bene per l’anno che
viene.
-
CUPA
CUPA E TARANTELLA Nasce a Napoli come fusione di melodie arabe (moresca) e
spagnole (fandango) con i ritmi propri dei balli già preesistenti nel
Meridione.
• CUPA CUPA E TARANTELLA ballo
di Sfessania
• CUPA CUPA E TARANTELLA
• Il ritmo del “ballo di Sfessània” altro non è che quello dato dal cupa-cupa a
canti e balli preesistenti. Il tamburello, suonato solitamente dalle donne,
alternava momenti di ritmo ad altri in cui si facevano soltanto vibrare i
sonagli. Nel 700 il Ballo di Sfessània vive la sua maggiore esplosione e prende
il nome di Tarantella.
• Cupa cupa e PIZZICA/TARANTA
• Pizzica-pizzica
Danza
rituale di antichissime origini, con testimonianze di larga diffusione nel
Salento già nel Medioevo – demonizzata dalla Chiesa per il suo legame con
credenze pagane.
Si
trattava di un ballo-rituale capace di curare tramite la trance gli stati febbrili
causati da morsi, veleni, infezioni.
Strumenti
utilizzati: prevalentemente Tammorra –Tamburello
•
L’incontro
della pizzica-pizzica con i ritmi della cupa-cupa jonica (Taranto) importata
dalla Basilicata, darà vita alla PIZZICA TARANTATA comunemente chiamata
TARANTA, che al ritmo incessante del cupa-cupa, veniva utilizzata per indurre
la trance curativa del morso della Tarantola.
L’attento
pubblico ha apprezzato e tributato al relatore un caloroso applauso.
D.M.