mercoledì 11 maggio 2016

15° INCONTRO 03-02-2016  Dott. Michele PALUMBO
 “Il Cupa-cupa”
“Origini e diffusione nel mezzogiorno d’Italia”
Il relatore, Dr. Michele Palumbo ha iniziato la relazione parlando delle origini del cupa-cupa, delle varianti, della diffusione e delle influenze nel sud dell’Italia.
CUPA CUPA
Il cupa-cupa è uno strumento costituito da:
- fusto in legno, di terracotta o di latta con l’apertura ricoperta da pelle di capretto, di capra, o di stoffa, nella quale è fissata una canna di fiume, una canna, una corda o un bastone.
È classificato come “membrafono a frizioine” ed esistono diverse varianti:
- membranofono a frizione tradizionale delle civiltà contadine e nomadi del nord Africa, con molte varianti di nome e materiali simili al cupa cupa. È utilizzato in occasioni di danze tradizionali
ZAMBOMBA: membranofono a frizione tradizionale della civiltà contadina spagnola, utilizzato come accompagnamento della voce nelle canzoni Natalizie.
ROMMELPOT OLANDESE: membranofono a frizione tradizionale, utilizzato come strumento di accompagnamento.
PUERCA: membranofono a frizione diffuso in America latina soprattutto nella zona andina e colombiana, suonato solo in un senso (dalla pelle verso l’esterno). Probabilmente importato dalle colonie spagnole.
Il Cupa cupa è lo strumento onnipresente nella musica tradizionale Lucana e, insieme al tamburello, fa da base ritmica agli strumenti melodici.
Con l’arrivo di nuovi balli e ritmi, l’uso del cupa cupa si è andato man mano ridimensionando fino all’attuale condizione legata al folklore o a precisi momenti e periodi dell’anno. Festività Natalizie – Carnevale.
PERIODO NATALIZIO
In molti centri della Basilicata la tradizione della Cupa-cupa inizia la sera dell’Immacolata e termina la notte che precede l’Epifania.
Cupa cupa di Montescaglioso e notte dei Cucibocca.
      Canto di questua e buon augurio
CARNEVALE
Come in tutte le tradizioni relative al carnevale il legame più diretto è quello dei Baccanali in onore del dio Bacco-Dioniso.
L’uso del Cupa Cupa durante i festeggiamenti del “Carnem-levare” è semplicemente la variante Lucana di una tradizione diffusa in tutta Italia.
Lu cupa cupa nel sud italia
Esistono diverse versioni del canto del cupa-cupa nelle varie regioni dell’Italia meridionale:
      LA CUPA-CUPA DI GROTTAGLIE ormai defunzionalizzato come canto di questua, sopravvive il canto sulla cupa-cupa, anticamente diffuso in tutta la provincia jonica.
      Il BUCO BUCO di SESSA AURUNCA o Zuchete-zu è il nome dato al cupa cupa nel casertano. Insieme agli altri strumenti tradizionali campani, il BucoBuco crea il CAOS per salutare l’anno che finisce e augurare il bene per l’anno che viene.
-         CUPA CUPA E TARANTELLA Nasce a Napoli come fusione di melodie arabe (moresca) e spagnole (fandango) con i ritmi propri dei balli già preesistenti nel Meridione.
      CUPA CUPA E TARANTELLA  ballo di Sfessania
      CUPA CUPA E TARANTELLA
      Il ritmo del “ballo di Sfessània” altro non è che quello dato dal cupa-cupa a canti e balli preesistenti. Il tamburello, suonato solitamente dalle donne, alternava momenti di ritmo ad altri in cui si facevano soltanto vibrare i sonagli. Nel 700 il Ballo di Sfessània vive la sua maggiore esplosione e prende il nome di Tarantella.
      Cupa cupa e PIZZICA/TARANTA
      Pizzica-pizzica
Danza rituale di antichissime origini, con testimonianze di larga diffusione nel Salento già nel Medioevo – demonizzata dalla Chiesa per il suo legame con credenze pagane.
Si trattava di un ballo-rituale capace di curare tramite la trance gli stati febbrili causati da morsi, veleni, infezioni.
Strumenti utilizzati: prevalentemente Tammorra –Tamburello
      L’incontro della pizzica-pizzica con i ritmi della cupa-cupa jonica (Taranto) importata dalla Basilicata, darà vita alla PIZZICA TARANTATA comunemente chiamata TARANTA, che al ritmo incessante del cupa-cupa, veniva utilizzata per indurre la trance curativa del morso della Tarantola.
L’attento pubblico ha apprezzato e tributato al relatore un caloroso applauso.

D.M.

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