24° INCONTRO –06 APRILE 2016 Prof. Francesco S. LIOI
“La congiura dei
Baroni ”
Riforma fiscale e
conseguenze
La relazione inizia con un accenno al significato della parola “Congiura”
e con riferimenti a congiure che sono rimaste famose nella storia, come quella
tramata alle spalle di Cicerone. Viene poi specificata la figura dei Baroni e
vengono illustrati i motivi che, nel 1486, li spinsero ad ordire una congiura
nei confronti di Ferrante o Ferdinando I d’Aragona, re di Napoli, che aveva nei
suoi programmi una riforma fiscale organica dello stato, con la quale mirava a
ridurre il potere baronale, ad aprire i feudi ad una maggiore partecipazione
dei baroni alla vita politica del Regno, a scardinare l’idea dello stato nello
stato, a fare del potere regio il fulcro della vita dello stato, ad attuare una
riforma fiscale, che affidava nuovi compiti alle amministrazioni comunali,
allora chiamate Università, a liberare le città dal potere feudale e farle
diventare città demaniali,per portare il Regno di Napoli ad uno sviluppo pari a
quello di altri stati italiani.
La Congiura dei Baroni del 1485 – 1486 nacque perché costoro si opposero
con grande decisione al programma di modernizzazione dello Stato voluto da Re Ferdinando.
I Baroni congiurarono con il favore e l’aiuto in un primo tempo, di Papa
Innocenzo VIII, il quale considerava il Regno di Napoli un suo feudo, e un suo
diritto l’investitura del nuovo re. Il Papa si era dichiarato apertamente
contro il re di Napoli, che minacciò di invadere lo Stato Pontificio. La
minaccia di invasione fece sì che il papa rinunciasse all’impresa, lasciando al
loro destino i Baroni. Questi, dopo un primo incontro di lavoro tenuto a Melfi,
per programmare la lotta contro il Re nel settembre del 1485, si riunirono, in
un salone di straordinaria grandezza del Castello di Miglionico, che, visti i
risultati, prese il nome di CASTELLO DEL
MALCONSIGLIO. Nel settembre del 1485, per comporre la vertenza con la
riconciliazione con i Baroni. Il re giunse a Miglionico, dove i ribelli erano a
convegno. Ferdinando sconfisse tutti in abilità politica e cinismo: simulò il
perdono per tutti i Baroni, presenti e assenti e dopo un’alleanza con Firenze e
Milano, punì pesantemente i maggiori responsabili della congiura. Li invitò a
Napoli per il matrimonio di sua nipote Maria Piccolomini, che si celebrava in
uno dei saloni del Maschio Angioino dove i Baroni partecipanti furono
dichiarati in arresto e messi nelle carceri del castello. Il processo che si tenne
alcuni mesi dopo ne condannò a morte alcuni che furono giustiziati, altri
furono imprigionati , altri ancora furono rimessi in libertà.
Il pubblico presente ha seguito con vivo interesse ed
attenzione.
D.M.
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