martedì 10 maggio 2016

24° INCONTRO –06 APRILE 2016 Prof. Francesco S. LIOI
“La congiura dei Baroni ”
Riforma fiscale e conseguenze
La relazione inizia con un accenno al significato della parola “Congiura” e con riferimenti a congiure che sono rimaste famose nella storia, come quella tramata alle spalle di Cicerone. Viene poi specificata la figura dei Baroni e vengono illustrati i motivi che, nel 1486, li spinsero ad ordire una congiura nei confronti di Ferrante o Ferdinando I d’Aragona, re di Napoli, che aveva nei suoi programmi una riforma fiscale organica dello stato, con la quale mirava a ridurre il potere baronale, ad aprire i feudi ad una maggiore partecipazione dei baroni alla vita politica del Regno, a scardinare l’idea dello stato nello stato, a fare del potere regio il fulcro della vita dello stato, ad attuare una riforma fiscale, che affidava nuovi compiti alle amministrazioni comunali, allora chiamate Università, a liberare le città dal potere feudale e farle diventare città demaniali,per portare il Regno di Napoli ad uno sviluppo pari a quello di altri stati italiani.
La Congiura dei Baroni del 1485 – 1486 nacque perché costoro si opposero con grande decisione al programma di modernizzazione dello Stato voluto da Re Ferdinando. I Baroni congiurarono con il favore e l’aiuto in un primo tempo, di Papa Innocenzo VIII, il quale considerava il Regno di Napoli un suo feudo, e un suo diritto l’investitura del nuovo re. Il Papa si era dichiarato apertamente contro il re di Napoli, che minacciò di invadere lo Stato Pontificio. La minaccia di invasione fece sì che il papa rinunciasse all’impresa, lasciando al loro destino i Baroni. Questi, dopo un primo incontro di lavoro tenuto a Melfi, per programmare la lotta contro il Re nel settembre del 1485, si riunirono, in un salone di straordinaria grandezza del Castello di Miglionico, che, visti i risultati, prese il nome di CASTELLO DEL MALCONSIGLIO. Nel settembre del 1485, per comporre la vertenza con la riconciliazione con i Baroni. Il re giunse a Miglionico, dove i ribelli erano a convegno. Ferdinando sconfisse tutti in abilità politica e cinismo: simulò il perdono per tutti i Baroni, presenti e assenti e dopo un’alleanza con Firenze e Milano, punì pesantemente i maggiori responsabili della congiura. Li invitò a Napoli per il matrimonio di sua nipote Maria Piccolomini, che si celebrava in uno dei saloni del Maschio Angioino dove i Baroni partecipanti furono dichiarati in arresto e messi nelle carceri del castello. Il processo che si tenne alcuni mesi dopo ne condannò a morte alcuni che furono giustiziati, altri furono imprigionati , altri ancora furono rimessi in libertà.
Il pubblico presente ha seguito con vivo interesse ed attenzione.


D.M.

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