giovedì 12 maggio 2016

27° INCONTRO 27-04-2016 Prof. Giuseppe COVIELLO
Il castello di Lagopesole e Feerico II”

Il relatore, Prof. Giuseppe Coviello, ha tenuto l’odierna relazione parlando del Castello di Lagopesole e dell’imperatore Federico II di Svevia.
Ha iniziato localizzando la zona con le parole di G. Fortunato:..“grandi selve su per il dosso di un gran valico tra il Vulture, a settentrione, e le valli del Bradano e del Basento, a scirocco: questa è la topografia di Lagopesole, sentinella avanzata or del piano contro il monte e or del monte verso il piano, che per tempo decise delle sue sorti  medieevali, durante i molti secoli di lotte fra bizantini di Puglia e longobardi di Acerenza...”.
Il nome di Lagopesole compare per la prima volta nell’estate del 1129, quando il duca Ruggero (il normanno), per essere investito re dal papa Onorio II, si ferma a riposare ad oppidum quod volgo nominatur lacum pensilem.
Nel Catalogo dei Baroni il territorio di Lagopesole è diviso in tre feudi: Lagopesole, Agromonte e Monte Marcone. In questo periodo del castello non vi è traccia, poiché fu costruito tra il 1242 al 1250, anno della morte di Federico.
Chi era Federico II?
Nacque a Jesi il 26 dicembre 1194 da Enrico VI di Hohenstaufen (figlio di Federico Barbarossa) e da Costanza d’Altavilla (figlia del re normanno Ruggero II). Nello stesso anno Enrico VI fu proclamato re di Sicilia e alla sua morte nel 1197, la madre Costanza fece incoronare Federico re di Sicilia (a solo tre anni).
Federico II divenne imperatore nel 1215 ad Acquisgrana e poi a Roma nel 1220, unificando la corona di Germania e quella di Sicilia.
Aveva la fierezza, la durezza e l’alterigia della razza germanica, l’ardire, lo spirito di iniziativa e il temperamento avventuroso dei normanni (Cresciuto in Italia fra gente di stirpe greca ed araba), il senso pratico e positivo degli italiani, la scaltrezza e l’istinto della dissimulazione dei greci e la sensualità degli arabi
Era un abile statista oltre che un esperto soldato, parlava 6 lingue studiava le scienze della natura e scriveva poesie, favorì la cultura con la “scuola poetica siciliana” e fondò l’Università di Napoli. Fu definito “stupor mundi”.
Riorganizzò lo stato meridionale, facendolo diventare lo stato più progredito di quell’epoca, ridusse i nobili all’obbedienza e formò un esercito, ma il suo capolavoro fu la riforma dello stato basata sulle COSTITUTIONI MELFITANE (raccolte di leggi che stabilivano la supremazia della monarchia su quella dei baroni, dei Comuni e della Chiesa).
La sua grande aspirazione era quella di creare un impero universale fondato sui singoli regni con Roma capitale.
Prima protetto dalla Chiesa, (Papa Innocenzo III) e poi scomunicato (Papa Gregorio IX) perché non voleva partire per la crociata, nel 1248 fu sconfitto a Parma dalle forze guelfe. Morì nel castello di Fiorentino in Puglia nel 1250. Con la sconfitta a Benevento il 26 febbraio 1266 di Manfredi (figlio illegittimo di Federico) da parte delle truppe francesi di Carlo d’Angiò, chiamato in Italia dal papa Clemente IV, termina la dinastia Sveva in Italia ed inizia la dinastia angioina nell’Italia meridionale. Il castello diventa sede estiva della reggia (1266-1307). Il ramo d’Angiò si estinse dopo la morte dei figli di Carlo III.
Nel 1416 le terre del Vulture, unitamente a Lagopesole furono vendute ai Caracciolo di Napoli.
Con il Diploma di concessione del 20 dicembre 1531, che fa riferimento ad una lettera di Carlo V del 1530, il feudo di Lagopesole fu donato da Carlo V di Spagna ai Doria di Genova, come compenso per l’appoggio da questi dato al sovrano spagnolo nelle guerre contro i francesi. Gli stessi Doria nel 1612 acquistarono il ducato di Avigliano.
Il castello fu ceduto al demanio dello Stato nel 1968.
I presenti hanno seguito le vicende con attenzione ed interesse, ed hanno tributato un caloroso applauso finale.
D.M.


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