27° INCONTRO 27-04-2016
Prof. Giuseppe COVIELLO
“Il castello di Lagopesole e Feerico
II”
Il relatore, Prof. Giuseppe Coviello, ha tenuto
l’odierna relazione parlando del Castello di Lagopesole e dell’imperatore
Federico II di Svevia.
Ha iniziato localizzando la zona con le parole di
G. Fortunato:..“grandi selve su per il dosso di un gran valico tra il
Vulture, a settentrione, e le valli del Bradano e del Basento, a scirocco:
questa è la topografia di Lagopesole, sentinella avanzata or del piano contro
il monte e or del monte verso il piano, che per tempo decise delle sue
sorti medieevali, durante i molti secoli
di lotte fra bizantini di Puglia
e longobardi di Acerenza...”.
Il nome di Lagopesole compare per la prima volta nell’estate del 1129, quando il duca Ruggero (il normanno), per essere investito
re dal papa Onorio II, si ferma a riposare ad oppidum quod volgo nominatur lacum
pensilem.
Nel Catalogo dei Baroni il territorio di Lagopesole è diviso in tre feudi: Lagopesole, Agromonte e Monte Marcone. In
questo periodo del castello non vi è traccia, poiché fu costruito tra il
1242 al 1250, anno della morte
di Federico.
Chi era Federico II?
Nacque a Jesi il 26
dicembre 1194 da Enrico VI di Hohenstaufen (figlio di Federico Barbarossa) e da
Costanza d’Altavilla (figlia del re normanno Ruggero II). Nello stesso anno
Enrico VI fu proclamato re di Sicilia e alla sua morte nel 1197, la madre
Costanza fece incoronare Federico re di Sicilia (a solo tre anni).
Federico II divenne
imperatore nel 1215 ad Acquisgrana e poi a Roma nel 1220, unificando la corona
di Germania e quella di Sicilia.
Aveva la fierezza, la
durezza e l’alterigia della razza germanica, l’ardire, lo spirito di iniziativa
e il temperamento avventuroso dei normanni (Cresciuto in Italia fra
gente di stirpe greca ed araba), il senso pratico e positivo degli italiani,
la scaltrezza e l’istinto della dissimulazione dei greci e la
sensualità degli arabi
Era un abile statista
oltre che un esperto soldato, parlava 6 lingue studiava le scienze della natura
e scriveva poesie, favorì la cultura con la “scuola
poetica siciliana” e fondò l’Università
di Napoli. Fu definito “stupor mundi”.
Riorganizzò lo stato meridionale,
facendolo diventare lo stato più progredito di quell’epoca, ridusse i nobili
all’obbedienza e formò un esercito, ma il suo capolavoro fu la riforma dello
stato basata sulle COSTITUTIONI MELFITANE (raccolte di leggi che
stabilivano la supremazia della monarchia su quella dei baroni, dei Comuni e
della Chiesa).
La sua grande aspirazione
era quella di creare un impero universale fondato sui singoli regni con Roma
capitale.
Prima protetto dalla
Chiesa, (Papa Innocenzo III) e poi scomunicato (Papa Gregorio IX) perché non
voleva partire per la crociata, nel 1248 fu sconfitto a Parma dalle forze
guelfe. Morì nel castello di Fiorentino in Puglia nel 1250. Con la sconfitta a
Benevento il 26 febbraio 1266 di Manfredi (figlio illegittimo di Federico) da
parte delle truppe francesi di Carlo d’Angiò, chiamato in Italia dal papa
Clemente IV, termina la dinastia Sveva in Italia ed inizia la dinastia angioina
nell’Italia meridionale. Il castello diventa sede estiva della reggia
(1266-1307). Il ramo d’Angiò si estinse dopo la morte dei figli di Carlo III.
Nel 1416 le terre del
Vulture, unitamente a Lagopesole furono vendute ai Caracciolo di Napoli.
Con
il Diploma di concessione del 20 dicembre 1531, che fa riferimento ad una
lettera di Carlo V del 1530, il feudo di Lagopesole fu donato da Carlo V
di Spagna ai Doria di Genova, come compenso per l’appoggio da questi dato al
sovrano spagnolo nelle guerre contro i francesi. Gli stessi Doria nel 1612 acquistarono
il ducato di Avigliano.
Il castello fu ceduto al
demanio dello Stato nel 1968.
I presenti hanno seguito
le vicende con attenzione ed interesse, ed hanno tributato un caloroso applauso
finale.
D.M.
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