5° INCONTRO – 12/11/14 – DOTT.SSA. GIULIA
PROVENZALE “L’EDUCAZIONE
DEGLI ADULTI”
Sviluppi, prospettive ed attenzione verso i
problemi della terza età
La dott.ssa Giulia Provenzale ha intrattenuto
brillantemente i presenti affrontando un argomento oggi molto attuale:
L’educazione degli adulti.
Nella prima parte della conferenza si è soffermata a
delineandone gli sviluppi e le prospettive. Tutti gli studi sull’educazione
convergono in un'unica concezione che vede il processo educativo non limitato
alla sola età evolutiva, evidenziando il carattere “permanente” di essa,
valorizzando l’età adulta e la terza età come portatrici di esperienza e
saggezza.
L’educazione degli adulti viene
vista come uno spazio in cui le persone ritenute adulte dalla società cui appartengono,
sviluppano le loro capacità ed arricchiscono le loro conoscenze
tecnico-professionali per soddisfare i propri bisogni. Essa elimina quelle
barriere tra educazione formale ed educazione non formale assicurando a tutti
la possibilità di continuare la loro formazione al di là della vita scolastica, perseguendo quell’ideale di continuum educativo
che permane durante tutto il corso della vita e libera l’uomo dalla convinzione
della sua compiutezza ridimensionando il concetto di maturità come capacità mai
pienamente acquista.
Cambia così anche l’idea stessa
della vita, non più definita come “percorso” teso a raggiungere la piena maturità ma come “corso” dove non esistono
né tempi né fasi.
La seconda parte è stata
dedicata all’educazione permanente ed all’attenzione verso i problemi della
terza età. L’anzianità è un processo naturale, inevitabile e universale che
riguarda tutti gli esseri umani in tutte le culture.
Nella attuale società col
termine Terza Età ci riferiamo al
periodo che va dai 65 anni in poi ma non è possibile definire con certezza
l’ingresso in tale periodo in quanto l’età di un individuo può essere valutata
in molteplici punti di vista: cronologico, biologico, psicologico e sociale.
Pertanto anche la definizione di “vecchiaia” di una persona è sempre
multidimensionale, è un dato di fatto solo a livello biologico.
Un pregiudizio comune
ritiene che la maggior parte degli anziani vada incontro ad un grave
decadimento delle capacità intellettive, che sia meno produttiva dei giovani,
sempre meno autosufficiente, smemorata, insomma che costituisca un peso per la
società. L’immagine sociale consueta dell’anziano è quella di una persona
negativa e non vitale, passiva e priva di interessi.
Nella società attuale la
marginalizzazione, che si traduce in passività degli anziani, è conseguenza del
rapido cambiamento delle conoscenze e delle tecnologie, per cui gli anziani
arrivano alla vecchiaia educativamente impreparati. Sorge quindi spontaneo il
dubbio se gli anziani siano “educabili” o meno.
Numerose ricerche pedagogiche hanno dimostrato come si possa
apprendere a qualsiasi età usando metodi adatti, si afferma innanzitutto che il
decadimento intellettuale dovuto all’avanzare dell’età è più un effetto che una
causa naturale dovuto soprattutto alla mancanza di interessi di conoscenze e di
crescita culturale.
Proprio a favore di questo
da qualche anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) si propone di
perseguire un “invecchiamento attivo”
esso si realizza mediante l’impegno sia in attività libere che in iniziative
sociali, culturali e spirituali.
Tra le iniziative a favore
dell’anziano troviamo “L’università della
terza età”.
Essa oggi ha assunto una
notevole importanza in quanto la società moderna tende ad emarginare la persona nel momento in cui esce
dal ciclo produttivo, qualunque sia la sua età.
La serata si è
conclusa con alcune domande e considerazioni da parte dell’attento pubblico e
con congratulazioni e applausi alla dott.ssa Provenzale.