mercoledì 19 novembre 2014

5° INCONTRO – 12/11/14 – DOTT.SSA. GIULIA PROVENZALE “L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI”
Sviluppi, prospettive ed attenzione verso i problemi della terza età
La dott.ssa Giulia Provenzale ha intrattenuto brillantemente i presenti affrontando un argomento oggi molto attuale: L’educazione degli adulti.
Nella prima parte della conferenza si è soffermata a delineandone gli sviluppi e le prospettive. Tutti gli studi sull’educazione convergono in un'unica concezione che vede il processo educativo non limitato alla sola età evolutiva, evidenziando il carattere “permanente” di essa, valorizzando l’età adulta e la terza età come portatrici di esperienza e saggezza.
L’educazione degli adulti viene vista come uno spazio in cui le persone ritenute adulte dalla società cui appartengono, sviluppano le loro capacità ed arricchiscono le loro conoscenze tecnico-professionali per soddisfare i propri bisogni. Essa elimina quelle barriere tra educazione formale ed educazione non formale assicurando a tutti la possibilità di continuare la loro formazione al di là della vita scolastica, perseguendo quell’ideale di continuum educativo che permane durante tutto il corso della vita e libera l’uomo dalla convinzione della sua compiutezza ridimensionando il concetto di maturità come capacità mai pienamente acquista.
Cambia così anche l’idea stessa della vita, non più definita come “percorso” teso a raggiungere la piena maturità ma come “corso” dove non esistono né tempi né fasi.
La seconda parte è stata dedicata all’educazione permanente ed all’attenzione verso i problemi della terza età. L’anzianità è un processo naturale, inevitabile e universale che riguarda tutti gli esseri umani in tutte le culture.
Nella attuale società col termine Terza Età ci riferiamo al periodo che va dai 65 anni in poi ma non è possibile definire con certezza l’ingresso in tale periodo in quanto l’età di un individuo può essere valutata in molteplici punti di vista: cronologico, biologico, psicologico e sociale. Pertanto anche la definizione di “vecchiaia” di una persona è sempre multidimensionale, è un dato di fatto solo a livello biologico.
Un pregiudizio comune ritiene che la maggior parte degli anziani vada incontro ad un grave decadimento delle capacità intellettive, che sia meno produttiva dei giovani, sempre meno autosufficiente, smemorata, insomma che costituisca un peso per la società. L’immagine sociale consueta dell’anziano è quella di una persona negativa e non vitale, passiva e priva di interessi.
Nella società attuale la marginalizzazione, che si traduce in passività degli anziani, è conseguenza del rapido cambiamento delle conoscenze e delle tecnologie, per cui gli anziani arrivano alla vecchiaia educativamente impreparati. Sorge quindi spontaneo il dubbio se gli anziani siano “educabili” o meno.
Numerose ricerche pedagogiche hanno dimostrato come si possa apprendere a qualsiasi età usando metodi adatti, si afferma innanzitutto che il decadimento intellettuale dovuto all’avanzare dell’età è più un effetto che una causa naturale dovuto soprattutto alla mancanza di interessi di conoscenze e di crescita culturale.
Proprio a favore di questo da qualche anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) si propone di perseguire un “invecchiamento attivo” esso si realizza mediante l’impegno sia in attività libere che in iniziative sociali, culturali e spirituali.
Tra le iniziative a favore dell’anziano troviamo “L’università della terza età”.
Essa oggi ha assunto una notevole importanza in quanto la società moderna tende ad emarginare la persona nel momento in cui esce dal ciclo produttivo, qualunque sia la sua età.

La serata si è conclusa con alcune domande e considerazioni da parte dell’attento pubblico e con congratulazioni e applausi alla dott.ssa Provenzale.

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