venerdì 25 gennaio 2019

11° incontro - 16/01/2019 –dott. a. giordano
Giuseppe Canio Chiummiento, giornalista coraggioso”
Il Dottor Giordano ha parlato del giornalista Canio Giuseppe Chiummiento che fu per molti anni direttore del primo quotidiano della nostra Regione " La Basilicata".
Era nato ad Acerenza il 4/7/1888 ed aveva compiuto appena due anni quando rimase orfano di entrambi i genitori. Si presero cura di lui i nonni che lo fecero studiare.
Presso l'Università di Napoli conseguì due lauree, il Lettere e in Giurisprudenza, ma già da studente iniziò a collaborare al giornale napoletano " Il Pungolo" facendosi presto notare nell'ambiente giornalistico.
Sposò l'acheruntina Giovanna Gilio e dopo una breve permanenza in Argentina, si trasferì a Milano dove fu assunto presso,il giornale " La Lombardia" sul quale pubblicava articoli di attualità, di politica internazionale ed anche di critica letteraria su autori come Cavalcanti, Boccaccio e Pascoli..
Partecipò alla 1° Guerra Mondiale distinguendosi per azioni di valore, ricevendo medaglie ed onorificenze. Dopo la guerra si stabilì a Napoli,  dove lavorò come redattore del " Giornale della Sera" e dove fondò e diresse il quotidiano " La Basilicata" schierandosi politicamente a fianco del lucano Francesco Saverio Nitti. 
Nel 1920 fui eletto consigliere Provinciale impegnandosi per la soluzione di molti problemi della Provincia.
All'avvento del fascismo si schierò apertamente contro il Regime, subendo persecuzioni e minacce.
Nel 1924 fondò il Partito Lucano d'Azione, sciolto però nell'anno seguente.
Nello stesso anno si tennero le elezioni politiche, vinte dal Partito Fascista, descritte da Chiummiento come ELEZIONI TRUFFALDINE per i molti grossolani brogli, inutilmente denunciati.
Dopo l'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti ad opera di squadracce fasciste, Chiummiento iniziò ad indirizzare al Duce, dal suo giornale, lettere aperte cariche di ironia, sarcasmo e tristi verità. In tutto scrisse 14 lettere, ma nel novembre del 1925 dovette abbandonare la direzione del suo giornale e fu costretto ad emigrare in Argentina. Qui collaborò a diversi giornali, impegnandosi in molte battagli sociali, soprattutto a  favore dei tanti immigrati italiani lì residenti. 
Morì a Buenos Aires il 19-10-1941 a 53 anni. Fu sepolto nel Panteon della città argentina ma nel 1947 la vedova fece portare le ceneri dell'amato marito ad Acerenza, dove sono tuttora custodite.
Nel 1959 ed il 16 ottobre scorso la figura di questo illustre coraggioso giornalista e uomo politico è stato ricordato in convegni ad Acerenza, suo paese di nascita,  con l'intervento di illustri studiosi
G.D.F.


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