martedì 16 maggio 2023

"Vi presento Socrate"

 XXX° incontro - 17 maggio 2023

"Vi presento Socrate" - incontro filosofico con il prof. Rocco Mentissi

Il Prof. Mentissi ha svolto una brillante relazione su uno dei più importanti filosofi dell'antica Grecia: Socrate, spesso paragonato a grandi maestri come Budda e Gesù.
Nato ad Atene intorno all'anno 470 a.C. accolse intorno a sè un gran numero di giovani, alcuni dei quali raccolsero e svilupparono poi il suo insegnamento. Platone trascrisse il pensiero e le parole del maestro che si rifiutava di scrivere, preferendo l'espressione orale del suo pensiero.
Socrate sosteneva che sapiente è colui che sa di non sapere ed è in continua ricerca della sapienza. Rimane ignorante invece colui che presume di sapere e dà giudizi netti nella interpretazione dei fatti e dei comportamenti umani.
Insegnava ai giovani ad approfondire la conoscenza di se stessi, ad affermare la propria identità che è unica ed irripetibile e a non lasciarsi irretire dai pregiudizi e dai condizionamenti della società. Solo così l'uomo può sentirsi libero e felice.
Li aiutava, con modalità maieutica, in questa ricerca, a liberare il demone che ognuno ha dentro di sè.
Il Prof. Mentissi suggerisce di applicare l'insegnamento di Socrate nella Scuola, abolendo la cattedra dalla quale l'insegnante impartisce le sue lezioni con distacco dagli alunni che dovrebbero essere coinvolti e partecipare più attivamente nelle attività didattiche, Ora la Scuola, che è specchio della società, assume un aspetto mercantilistico dove tutto è teso al raggiungimento di obiettivi economici, in un livellamento culturale dei giovani, ignorando l'unicità e le aspirazioni di ognuno di essi e compromettendo la possibilità che affermino la propria identità e la propria ricerca di felicità.
Socrate fu osteggiato dalla società ateniese del suo tempo ed accusato di corrompere i giovani che distraeva dall'impegno di essere cittadini obbedienti e succubi dell'autorità.
Fu condannato a morte, accettò con serenità la condanna, in carcere si rifiutò di evadere e continuò ad insegnare fino agli ultimi istanti di vita. Bevve il veleno di cicuta, confortando i giovani presenti angosciati per la sua morte,
Come  è consuetudine del Prof. Mentissi, egli termina la sua lezione con la lettura di due poesie di due autori vincitori del premio Nobel:
- " Non chiederci la parola" da " Ossi di seppia" di Eugenio Montale, nella quale l'autore esprime la difficoltà della conoscenza di sè e del mondo che lo circonda.
- " Stupore" della poetessa polacca Wislawa Szymborska, che si chiede il perchè della sua vita, in quel dato momento e in quel luogo, come persona e non foglia o animale.
I presenti applaudano consapevoli di aver ascoltato una conferenza di alto valore culturale ed umano.



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