giovedì 9 marzo 2023

L'amore...le donne...una volta

XIX° incontro - 8 marzo 2023 - Antonio Mancuso e Tanuccio Palumbo

L'amore... le donne... una volta. 

Una serata all'insegna dei ricordi e della nostalgia,  e una riflessione sugli enormi cambiamenti nella vita sociale, familiare ed affettiva, intervenuti nell'arco degli ultimi decenni.

Sono stati analizzati diversi aspetti della vita quotidiana qui ad Oppido, così come si svolgevano un tempo non così lontano.

Fino agli anni '60 del secolo scorso le cerimonie, i riti, le consuetudini legate all'amore ed al matrimonio erano lontane anni luce da quella che è oggi la vita quotidiana.

Le cosiddette folkwais, le norme legate alla vita di tutti i giorni, si sono evolute in maniera decisiva nella società italiana ed anche nel nostro paese tutto è cambiato.

Sono stati analizzati i rapporti tra i sessi, le usanze legate al corteggiamento, al fidanzamento, al matrimonio, così come i rapporti e i ruoli svolti nell'ambito familiare, ad Oppido fino ad oltre la metà del secolo scorso

A questo proposito sono stati citati alcuni proverbi in dialetto, molto esplicativi delle norme sociali a cui era improntata la vita quotidiana.

La lettura di alcune poesie in dialetto ed altre in italiano, scritte da Antonio Mancuso o da altri autori  nativi di Oppido, ha completato egregiamente la serata.

In conclusione è stato offerto a tutte le donne presenti un ramoscello di mimosa, il fiore che è diventato il simbolo della Giornata Internazionale della Donna, fiore che per la sua delicatezza e fragilità rappresenta la bellezza femminile, ma anche il fiore che per le sue caratteristiche di resistenza e longevità rappresenta  la forza e la determinazione delle donne.

Grazie a tutti i numerosi soci intervenuti, che con la loro presenza e collaborazione hanno contribuito alla buona riuscita della serata.

                                                                                                     C.M.R.


Innamoramento, fidanzamento, matrimonio sono i temi che Antonio Mancuso ha trattato, così come avvenivano nel nostro paese, e non solo, fino alla metà del secolo scorso.

Poche erano le occasioni di incontro tra ragazze e ragazzi e quindi la possibilità di conoscersi e di innamorarsi. Anche se ciò avveniva, non sempre ne seguiva tra gli interessati il fidanzamento ed il matrimonio.

Erano sempre i genitori a decidere del destino dei giovani; essi valutavano la serietà della famiglia con la quale andavano ad imparentarsi ed il vantaggio economico che se ne poteva trarre.

Combinato così il fidanzamento, magari con l'intervento di una "masciatara" si passava al rituale, dal fidanzamento al matrimonio, che Antonio ha descritto minuziosamente, inframmezzando il racconto con proverbi e detti dialettali molto belli e coloriti.

Interessante la stipula del contratto prematrimoniale tra le due famiglie nel quale venivano fissati la dote e i panni che la futura sposa riceveva dai suoi e qualche bene immobile che pure il giovane portava nella nuova famiglia. 

Fissata la data del matrimonio, i genitori facevano il giro tra parenti ed amici per l'invito e per ricevere l'impegno alla partecipazione alle nozze,

Molto bella era la processione che consisteva nel portare dalla casa della sposa alla sua nuova casa il corredo disposto su belle ceste e qualche utensile di cucina, prima di tutto la caldaia.

Anche bella la sfilata dalla casa della sposa alla Chiesa il giorno delle nozze, durante la quale venivano gettati piccoli confetti ( cannilini) per la gioia dei bambini che si precipitavano a raccoglierli.

Il pranzo di nozze aveva un menù prestabilito ( fellata, bollito di cicorie, pasta al sugo, agnello arrosto, vino, mostaccioli e rosolio) ed era a spese della famiglia dello sposo mentre la famiglia della sposa sosteneva la spesa per la festa della vigilia quando lo sposo, con parenti ed amici, portava la serenata alla fidanzata ( la matinata).

La sposa rimaneva segregata in casa nei successivi 8 giorni  (la settimana della vergogna); ne usciva per recarsi a Messa con il marito, manifestando così l'ingresso della nuova famiglia nella società paesana.

Ha preso poi la parola Tanuccio Palumbo deliziando i presenti con la lettura di belle poesie dialettali d'amore che i nostri antenati dedicavano alle loro donne, citando anche il bel libro di Mimì Cervellino che ne curò la raccolta ed il commento e  consigliandone la lettura. 

Si è chiusa così una bella serata  che tutti i numerosi presenti hanno molto apprezzata 
                                                                                                                                                    G.D.F.

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