sabato 29 ottobre 2016

3° INCONTRO – 26/10/2016 – Dott.ssa ROSANGELA ESPOSITO
“Organismi geneticamente modificati  OGM”
-Brevetto e tutela dell’ambiente-

         La relatrice, dott.ssa Rosangela Esposito, in primo luogo, ha dato una definizione di “Organismi geneticamente modificati”, ponendo l’attenzione sul dato scientifico che trattasi di prodotti creati in laboratorio; in secondo luogo, ha fatto chiarezza circa i mezzi di tutela posti a garanzia delle multinazionali, alle quali spetta il diritto allo sfruttamento economico dell’invenzione biotecnologica, ovvero del prodotto risultante dall’applicazione delle tecniche di ingegneria genetica ai numerosi campi del sapere: medicina, agricoltura e industria alimentare.
In particolare, è partita dalla considerazione che qualsiasi prodotto geneticamente modificato ha richiesto, per la sua realizzazione, molti anni di lavoro e notevoli investimenti economici per la sperimentazione. Da qui l’esigenza di proteggere dalle imitazioni tali prodotti, assicurando alle multinazionali che hanno provveduto allo sviluppo degli stessi un ritorno in profitti per l’invenzione e per il lavoro da loro compiuto. Lo strumento ritenuto più congeniale, nonché l’unico in grado di assicurare una protezione adeguata, è il brevetto per invenzione industriale.
Altra questione sulla quale si è posto l’accento riguarda i crescenti timori degli esperti in materia in termini di rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente. La sperimentazione in laboratorio nel campo alimentare, farmaceutico, medico e agricolo, realizzata perseguendo il solo scopo del guadagno, spaventa la popolazione mondiale, gli ambientalisti e tutti coloro ai quali sta a cuore la salute dei consumatori troppo spesso ignari dei pericoli cui vanno incontro.
A tal proposito, uno dei rischi che desta maggiore preoccupazione tra gli studiosi del settore, ma più in generale per l’intera comunità, sebbene questa sia meno cosciente delle problematiche che potrebbero sorgere in rapporto alla qualità della vita dell’uomo sul pianeta Terra, è la riduzione della biodiversità.
L’ambiente, inteso come biodiversità, rappresenta indubbiamente un bene della società, e per questo va preservato e garantito alle generazioni future, scongiurando quello che potrebbe essere il più terribile degli scenari configurabili: la distruzione e conseguente estinzione delle varietà vegetali. I potenziali rischi vanno pertanto valutati prima di diffondere nell’ambiente un OGM per via della sua attitudine all’uniformazione delle specie vegetali.
Nel quadro generale riguardante la brevettabilità non vanno dimenticati gli opposti interessi degli agricoltori che pagano per l’acquisto delle sementi brevettate e temono le nuove sperimentazioni volte a rendere sterili le piante dopo la prima generazione, perché una simile tendenza li renderebbe schiavi delle multinazionali.
Spostando l’attenzione sul problema della tutela della salute dei consumatori di prodotti geneticamente modificati, c'è ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne presenti il normale cibo. Non esistono, infatti, studi o report che documentino un qualche danno alla popolazione derivato da cibi OGM. È pur vero, tuttavia, che gli eventuali effetti negativi derivanti dall’assunzione di tali sostanze potrebbero non manifestarsi nel breve periodo, ma soltanto dopo anni dall’assunzione o addirittura nelle generazioni successive.
Il pubblico presente ha seguito con attenzione la relazione, alla fine della quale ha posto numerose domande riguardanti l’argomento di forte attualità.
Un caloroso applauso ha chiuso la serata.

R.E.

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