3° INCONTRO – 26/10/2016 – Dott.ssa ROSANGELA ESPOSITO
“Organismi geneticamente modificati
OGM”
La relatrice, dott.ssa
Rosangela Esposito, in primo luogo, ha dato una definizione di “Organismi
geneticamente modificati”, ponendo l’attenzione sul dato scientifico che trattasi
di prodotti creati in laboratorio; in secondo luogo, ha fatto chiarezza circa i
mezzi di tutela posti a garanzia delle multinazionali, alle quali spetta il
diritto allo sfruttamento economico dell’invenzione
biotecnologica, ovvero del prodotto risultante dall’applicazione delle tecniche
di ingegneria genetica ai numerosi campi del sapere: medicina, agricoltura e
industria alimentare.
In
particolare, è partita dalla considerazione che qualsiasi prodotto geneticamente
modificato ha richiesto, per la sua realizzazione,
molti anni di lavoro e notevoli investimenti economici per la sperimentazione.
Da qui l’esigenza di proteggere dalle imitazioni tali prodotti, assicurando alle multinazionali
che hanno provveduto allo sviluppo degli stessi un ritorno in
profitti per l’invenzione e per il lavoro da loro compiuto. Lo strumento
ritenuto più congeniale, nonché l’unico in grado di assicurare una protezione
adeguata, è il brevetto per invenzione industriale.
Altra questione sulla quale si è posto l’accento riguarda
i crescenti timori degli esperti in materia in
termini di rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente. La
sperimentazione in laboratorio nel campo alimentare, farmaceutico, medico e agricolo,
realizzata perseguendo il solo scopo del guadagno, spaventa la popolazione
mondiale, gli ambientalisti e tutti coloro ai quali sta a cuore la salute dei
consumatori troppo spesso ignari dei pericoli cui vanno incontro.
A tal proposito, uno dei rischi che desta maggiore
preoccupazione tra gli studiosi del settore, ma più in generale per l’intera
comunità, sebbene questa sia meno cosciente delle problematiche
che potrebbero sorgere in rapporto alla qualità della vita dell’uomo sul
pianeta Terra, è la riduzione della biodiversità.
L’ambiente, inteso come biodiversità, rappresenta indubbiamente un bene
della società, e per questo va preservato e garantito alle generazioni
future, scongiurando quello che potrebbe essere il più terribile degli scenari configurabili: la distruzione e
conseguente estinzione delle varietà vegetali. I potenziali rischi vanno pertanto valutati prima di
diffondere nell’ambiente un OGM per via della sua attitudine all’uniformazione
delle specie vegetali.
Nel quadro generale riguardante
la brevettabilità non vanno dimenticati gli opposti interessi degli
agricoltori che pagano per l’acquisto delle sementi brevettate e temono le
nuove sperimentazioni volte a rendere sterili le piante dopo la prima
generazione, perché una simile tendenza li renderebbe schiavi delle multinazionali.
Spostando l’attenzione sul problema della tutela della salute dei
consumatori di prodotti geneticamente modificati, c'è ampio consenso in ambito
scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di
quanti ne presenti il normale cibo. Non esistono, infatti,
studi o report che documentino un qualche danno alla popolazione derivato da
cibi OGM. È pur vero, tuttavia, che gli eventuali effetti
negativi derivanti dall’assunzione di tali sostanze potrebbero non manifestarsi
nel breve periodo, ma soltanto dopo anni dall’assunzione o addirittura nelle
generazioni successive.
Il pubblico presente ha seguito con attenzione la
relazione, alla fine della quale ha posto numerose domande riguardanti
l’argomento di forte attualità.
Un caloroso applauso ha chiuso la serata.
R.E.
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