22 INCONTRO 22-03-2017-SIG. CORRADO GIORDANO
“Dagli Appennini alle Ande andata e ritorno"-
“Pensieri
e musica di Dino Giordano”
Come di consueto il Presidente G. De
Felice introduce l’argomento della serata e l’oratore con queste parole:”Questa sera abbiamo il piacere di avere con
noi Corrado Giordano, nipote di “Maste Currare” e “Bundette”, suoi nonni, e del
mio carissimo amico Giovanni, gente buonissima della quale io ho un
meraviglioso ricordo.
Dino ci racconterà l’esperienza dell’emigrazione della sua famiglia in
Cile verso la fine degli anni cinquanta e le difficoltà incontrate e poi
superate.
Dino è un artista: pittore, grafico, musicista. Dopo quasi sessant’anni è voluto tornare nel suo paese d’origine
dove si è subito inserito e, per il suo carattere tranquillo e socievole, ha
trovato amici che lo stimano e gli vogliono bene, io tra questi. Collabora con
diverse associazioni e fa parte della Corale Polifonica “Oppidi Cantores”.
Stasera apprezzeremo la sua bella voce.
Con il suo intervento chiudiamo il ciclo di conferenze su alcuni aspetti
delle migrazioni di popoli e dell’emigrazione, iniziato nello scorso anno
sociale.
L’anno prossimo, se continueremo questa nostra bella esperienza,
affronteremo altri temi.
Consentitemi ora qualche brevissima considerazione.
-Nel trattare i temi dell’emigrazione, volutamente con i miei
collaboratori, non abbiamo voluto parlare di quello che accade oggi con l’arrivo
in Europa -e soprattutto in Italia- di tanti disperati che scappano dalle loro
terre per guerre o per fame. È un fenomeno di così vasta portata, dibattuto
giustamente da giornali e televisione tutti i giorni, alimentando diverse
contrastanti passioni e per la cui soluzione, come ha detto alcuni giorni fa il
Presidente Gentiloni, non basterebbe nemmeno la bacchetta magica di un mago.
Noi, nel nostro piccolo non avremmo potuto aggiungere nulla a tale dibattito.
Una cosa possiamo però fare: ricordarci che anche noi italiani siamo stati
popolo di emigranti e non dimenticare la “Pietà” per tanta inaudita
sofferenza cui stiamo assistendo. Riflettere su duemila anni di cristianesimo
su cui è fondata la nostra civiltà alla base della quale c’è l’insegnamento di
un “Dio” o di un “Uomo” -a seconda se siamo o no credenti- che ha proclamato l’uguaglianza
fra tutti gli uomini qualunque sia il colore della loro pelle, legati dallo
stesso destino”.
A questo punto il Presidente cede la
parola a Corrado “Dino” che inizia a
raccontare l’esperienza della sua famiglia che, come tante in quegli anni, fu
costretta a prendere la via dell’emigrazione verso l’America del sud. La
famiglia di Dino, chiamata da un parente, partì alla volta del Cile con un
baule pieno dei pochi averi e di tante speranze. La ricerca di un lavoro non fu
cosa semplice, ma il padre riuscì a trovare un’occupazione. Ben presto, però,
per sopraggiunti dissapori, questo zio che li ospitava li mise alla porta e
furono costretti ad alloggiarsi in un malandato albergo in una zona malfamata
di Santiago. Fortunatamente vi rimasero per poco tempo, poiché il padre riuscì
a trovare una nuova abitazione dove si trasferì tutta la famiglia. Dino compì
gli studi medi e superiori e, dopo il diploma si iscrisse ad un corso
universitario di Ingegneria meccanica che non portò a termine. Era studente
universitario quando l’11 settembre del ’73 vi fu il golpe da parte di Pinochet
ed egli non si trovò nell’ateneo quando irruppero i militari ad arrestare gli
studenti, solo perché la sua famiglia, preventivamente avvertita da un amico, lo
trattenne in casa. Nonostante tutti questi sovvertimenti, Dino segue la sua
strada, quella dell’arte: partecipa a gruppi musicali di diverso genere,
intraprende anche l’attività di cantante con un amico letterato che gli
componeva i testi.
Ormai è diventato una persona
adulta, ma la nostalgia del paese natìo non l’ha mai abbandonato: egli desidera
ardentemente tornare al suo paese, ed oggi è qua, tra noi da circa tre anni, benvoluto e stimato, come
diceva nel suo intervento il nostro Presedente.
Dino ci ha raccontato la sua storia,
intervallata da brevi momenti musicali durante i quali si è esibito quale
cantante interpretando alcune canzoni, anche di sua composizione.
La serata è stata gradita dai
presenti che gli hanno più volte tributato calorosi applausi.
D.M.
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