sabato 4 maggio 2019

16° incontro -20/02/2019 –dott. michele mancuso
“Autonomie locali: Regioni e Comuni”
Il Dottor Mancuso ha iniziato la sua conferenza ricordando come l'Italia, fin dall’unificazione nel 1861, era uno Stato con forte accentramento, rafforzato ancora di più durante il Regime Fascista.
La nostra Costituzione, approvata nel 1948, pur ribadendo all’Art. 1 che il nostro Stato è una Repubblica una e indivisibile, promuove le autonomie locali, riconosciute, fra altre Istituzioni, ai Comuni e alle Regioni, Enti Pubblici Territoriali che svolgono funzioni di governo sul loro territorio.
Attualmente le Regioni sono 20 di cui 5 hanno uno Statuto Straordinario.
Con la modifica della Costituzione approvata nel 2001 è prevista la possibilità di concedere condizioni particolari di autonomia alle Regioni che lo richiedono.
Hanno presentato richiesta in tal senso l'Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto.
Sia lo Stato che le Regioni hanno competenze legislative così ripartite:
- Competenze esclusive dello Stato;
- Competenze concorrenti fra Stato e Regioni;
- Competenze esclusive delle Regioni.
Sono di competenza esclusiva dello Stato la politica estera, la difesa, la giustizia, l'immigrazione ed altre di importanza nazionale; di competenza esclusiva delle Regioni sono l'assistenza sociale, la formazione professionale e la polizia locale.
Molte sono le competenze concorrenti fra Stato e Regioni, che sono spesso causa di conflitto.
Le competenze dei Comuni riguardano le materie di esclusivo interesse del proprio territorio: Piani Regolatori, trasporti urbani, commercio, promozione di attività culturali, sportive, scolastiche e assistenziali.
Sollecitato e guidato dal relatore si è sviluppato poi un vivace dibattito tra i presenti sulla eventualità che vengano concesse alle Regioni più ricche del Nord, competenze più estese e possibilità di trattenere tutte le entrate fiscali realizzate nel loro territorio, che svantaggerebbe ulteriormente il Sud, aggravando il divario tuttora esistente fra le Regioni.
Le Regioni del Sud potrebbero avere servizi sanitari, scolastici, di trasporto, inferiori per quantità e qualità e quindi causare un riacutizzarsi della non mai risolta questione meridionale.
Altro problema sollevato dai presenti è stato la disordinata proliferazione di pale eoliche nel nostro territorio che, pur rispondendo alla pressante necessità di fonti energetiche alternative, non è stata regolata da opportuni interventi delle Istituzioni competenti, con l'adozione di piani per salvaguardare l'integrità del territorio.
La relazione del Dottor Mancuso è stata seguita con interesse e apprezzata dai presenti.

G.D.F.

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