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INCONTRO 10/02/2016 Dott. SAVERIANO LIOI
“LA CHIRURGIA UROLOGICA OGGI”
“Chirurgia mini-invasiva, laparoscopica,
robotica”
Da sempre si ha in medicina la consapevolezza che molte delle conseguenze
negative di un atto chirurgico sono legate al traumatismo dello stesso. Da
questo punto di partenza si è quindi sviluppato il concetto di chirurgia
mini-invasiva.
Minimizzando il traumatismo e attuando delle tecniche chirurgiche
mini-invasive si tende a ridurre le perdite di sangue, il dolore
post-operatorio ottenendo cosi una drastica riduzione delle infezioni
chirurgiche con precoce ripresa delle funzioni, riduzione di degenza
ospedaliera e convalescenza e quindi consistente risparmio economico per la
società.
Il concetto di chirurgia mini-invasiva ha agito da propulsore per lo
sviluppo di una chirurgia tecnologica.
Sfruttando al meglio tutte le tecnologie attuali nel campo dei materiali,
dell’informatica, della ingegneria biomedica e robotica si pratica oggi una
chirurgia mini-invasiva che sfruttando gli orifizi e le
cavità degli organi corpo -chirurgia endoscopica- oppure attraverso minime
incisioni - laparoscopia e laparoscopia robotica - riduce al minimo il
traumatismo chirurgico.
Con la chirurgia laparoscopica (dal greco laparos= addome e scopeo=guardo)
si accede alla cavità addominale praticando piccole incisioni dell’ordine del
centimetro sulla parete addominale e insufflando la cavità con anidride
carbonica si crea uno spazio di lavoro dove e possibile visionare e manipolare
gli organi con strumenti di alcuni millimetri di diametro.
L’utilizzo delle fibre ottiche e delle moderne tecnologie di imaging permette poi di aver una visione
magnificata e più chiara rispetto a quello che succede ad occhio nudo nella
chirurgia tradizionale.
La chirurgia urologica negli anni è stata una branca pionieristica nello
sviluppo di queste tecniche soprattutto per quel che riguarda l’endoscopia
(oltre il 90% della chirurgia prostatica e vescicale si esegue da circa 30 anni
per via endoscopica). Ad oggi quasi tutti gli interventi urologici possono
essere eseguiti per via laparoscopica.
Vi sono alcune controindicazioni alla laparoscopia costituite principalmente
dalle condizioni del paziente (principalmente grave insufficienza respiratoria
o cardiaca e pregressi interventi chirurgici addominali con sviluppo di
aderenze).
Gli svantaggi della laparoscopia sono pochi e legati essenzialmente
all’esperienza del chirurgo in quanto è una tecnica che richiede una lunga
curva di apprendimento per familiarizzare con l’utilizzo dello strumentario
laparoscopico che priva di fatto il chirurgo della sensibilità tattile e della
visione tridimensionale.
L’evoluzione della chirurgia laparoscopica ha cercato di superare i limiti
legati allo strumentario ed all’assenza di visione tridimensionale ricercando strumenti
più precisi ed affidabili in grado di riprodurre in maniera più fedele i
movimenti delle mani del chirurgo.
Lo strumentario laparoscopico si evoluto con l’utilizzo di bracci meccanici
mutuando tecnologie pensate in ambito militare per la tele-chirurgia dando cosi
origine alla cosiddetta chirurgia robotica.
La chirurgia robotica è in realtà così definita impropriamente in quanto i
bracci meccanici utilizzati non sono in grado di muoversi autonomamente (come
invece farebbe un vero robot), ma sono sempre azionati dal chirurgo.
Il primo intervento con questa tecnica fu eseguito nel 2001 (operazione
Lindebergh: una colecistectomia con chirurgo a New York e paziente a
Strasburgo).
Con la tecnica robotica il chirurgo a distanza dal tavolo operatorio
guarda in un visore l’immagine proiettata da due microtelecamere inserite
all’interno del paziente tramite un accesso laparoscopico (10 mm) e manovra con
le dita delle manopole che riproducono istantaneamente i movimenti effettuati
dalle mani stesse eliminando il tremore e ampliando notevolmente il range di movimenti
che si avrebbe a mano libera o con i tradizionali strumenti laparoscopici. I
vantaggi della robotica sono gli stessi della chirurgia mini-invasiva ma in aggiunta
alla laparoscopia pura vi è una elevata precisione degli strumenti e
un’amplissima gamma di movimenti, una più precisa coordinazione occhio-mano del
chirurgo e una visione ancora migliore del campo operatorio (si ha una visione
magnificata in 3D).
Tutto questo amplifica e migliora i vantaggi della chirurgia mini-invasiva
sopra esposti. La curva di apprendimento inoltre è notevolmente ridotta
rispetto alla laparoscopia pura.
Vero handicap della chirurgia robotica al momento sono i costi molto elevati
anche per l’assenza di aziende concorrenti nella fornitura del sistema DaVinci e
dello strumentario di consumo.
In Italia la tecnica robotica si è sviluppata in maniera esponenziale dal
2006 e oggi oltre 70 centri ne sono dotati.
L’ AOR San Carlo di Potenza è dotata di robot DaVinci da gennaio 2013.
L’UOC di Urologia dopo un anno di training ha eseguito nel biennio 2014/15 oltre 100 interventi
con tecnica robotica .
La serata si è
conclusa con apprezzamenti ed applausi.
Dr. S. L.
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