martedì 22 marzo 2016

16° INCONTRO 10/02/2016 Dott. SAVERIANO LIOI

“LA CHIRURGIA UROLOGICA OGGI”
“Chirurgia mini-invasiva, laparoscopica, robotica”

Da sempre si ha in medicina la consapevolezza che molte delle conseguenze negative di un atto chirurgico sono legate al traumatismo dello stesso. Da questo punto di partenza si è quindi sviluppato il concetto di chirurgia mini-invasiva.
Minimizzando il traumatismo e attuando delle tecniche chirurgiche mini-invasive si tende a ridurre le perdite di sangue, il dolore post-operatorio ottenendo cosi una drastica riduzione delle infezioni chirurgiche con precoce ripresa delle funzioni, riduzione di degenza ospedaliera e convalescenza e quindi consistente risparmio economico per la società.
Il concetto di chirurgia mini-invasiva ha agito da propulsore per lo sviluppo di una chirurgia tecnologica.
Sfruttando al meglio tutte le tecnologie attuali nel campo dei materiali, dell’informatica, della ingegneria biomedica e robotica si pratica oggi una chirurgia mini-invasiva che sfruttando gli orifizi e le cavità degli organi corpo -chirurgia endoscopica- oppure attraverso minime incisioni - laparoscopia e laparoscopia robotica - riduce al minimo il traumatismo chirurgico.
Con la chirurgia laparoscopica (dal greco laparos= addome e scopeo=guardo) si accede alla cavità addominale praticando piccole incisioni dell’ordine del centimetro sulla parete addominale e insufflando la cavità con anidride carbonica si crea uno spazio di lavoro dove e possibile visionare e manipolare gli organi con strumenti di alcuni millimetri di diametro.
L’utilizzo delle fibre ottiche e delle moderne tecnologie di imaging permette poi di aver una visione magnificata e più chiara rispetto a quello che succede ad occhio nudo nella chirurgia tradizionale.
La chirurgia urologica negli anni è stata una branca pionieristica nello sviluppo di queste tecniche soprattutto per quel che riguarda l’endoscopia (oltre il 90% della chirurgia prostatica e vescicale si esegue da circa 30 anni per via endoscopica). Ad oggi quasi tutti gli interventi urologici possono essere eseguiti per via laparoscopica.
Vi sono alcune controindicazioni alla laparoscopia costituite principalmente dalle condizioni del paziente (principalmente grave insufficienza respiratoria o cardiaca e pregressi interventi chirurgici addominali con sviluppo di aderenze).
Gli svantaggi della laparoscopia sono pochi e legati essenzialmente all’esperienza del chirurgo in quanto è una tecnica che richiede una lunga curva di apprendimento per familiarizzare con l’utilizzo dello strumentario laparoscopico che priva di fatto il chirurgo della sensibilità tattile e della visione tridimensionale.
L’evoluzione della chirurgia laparoscopica ha cercato di superare i limiti legati allo strumentario ed all’assenza di visione tridimensionale ricercando strumenti più precisi ed affidabili in grado di riprodurre in maniera più fedele i movimenti delle mani del chirurgo.
Lo strumentario laparoscopico si evoluto con l’utilizzo di bracci meccanici mutuando tecnologie pensate in ambito militare per la tele-chirurgia dando cosi origine alla cosiddetta chirurgia robotica.
La chirurgia robotica è in realtà così definita impropriamente in quanto i bracci meccanici utilizzati non sono in grado di muoversi autonomamente (come invece farebbe un vero robot), ma sono sempre azionati dal chirurgo.
Il primo intervento con questa tecnica fu eseguito nel 2001 (operazione Lindebergh: una colecistectomia con chirurgo a New York e paziente a Strasburgo).
Con la tecnica robotica il chirurgo a distanza dal tavolo operatorio guarda in un visore l’immagine proiettata da due microtelecamere inserite all’interno del paziente tramite un accesso laparoscopico (10 mm) e manovra con le dita delle manopole che riproducono istantaneamente i movimenti effettuati dalle mani stesse eliminando il tremore e ampliando notevolmente il range di movimenti che si avrebbe a mano libera o con i tradizionali strumenti laparoscopici. I vantaggi della robotica sono gli stessi della chirurgia mini-invasiva ma in aggiunta alla laparoscopia pura vi è una elevata precisione degli strumenti e un’amplissima gamma di movimenti, una più precisa coordinazione occhio-mano del chirurgo e una visione ancora migliore del campo operatorio (si ha una visione magnificata in 3D).
Tutto questo amplifica e migliora i vantaggi della chirurgia mini-invasiva sopra esposti. La curva di apprendimento inoltre è notevolmente ridotta rispetto alla laparoscopia pura.
Vero handicap della chirurgia robotica al momento sono i costi molto elevati anche per l’assenza di aziende concorrenti nella fornitura del sistema DaVinci e dello strumentario di consumo.
In Italia la tecnica robotica si è sviluppata in maniera esponenziale dal 2006 e oggi oltre 70 centri ne sono dotati.
L’ AOR San Carlo di Potenza è dotata di robot DaVinci da gennaio 2013.
L’UOC di Urologia dopo un anno di training  ha eseguito nel biennio 2014/15 oltre 100 interventi con tecnica robotica .
La serata si è conclusa con apprezzamenti ed applausi.

Dr. S. L.

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