mercoledì 14 febbraio 2024

Il femminicidio a Oppido nel secolo scorso

 XVI° Incontro - 14 febbraio 2024 - prof. F.S. Lioi

Il femminicidio a Oppido nel secolo scorso

 Il Prof. Francesco Saverio Lioi, prima di parlare dei femminicidi accaduti a Oppido nel secolo scorso, ha trattato della condizione della donna nei nostri paesi fino alla metà del secolo scorso. Ha letto, molto opportunamente, quanto ha scritto in proposito Michele Stefanile nel suo libro " Vita e verità sul proletariato del Mezzogiorno" nel quale è ben descritta la vita delle donne sia se impegnate nei lavori agricoli in proprio o per conto terzi, sia per i lavori domestici e per la crescita dei figli. Situazione che diventava veramente difficile quando i mariti erano sotto le armi durante le due guerre mondiali o emigrati all'estero.

E' passato poi a parlare dei 4 femminicidi che furono i seguenti:

1 - GIULIA MANNUZZI, uccisa dal marito Iunnissi Francesco l'8-2-1916 per sospetto di infedeltà coniugale. Il marito fu condannato a 30 anni di carcere. Scontata la pena visse ad Oppido, conosciuto come Francesco il carcerato.

2 - ANGELA ROSA MANNIELLO, uccisa dal marito Antonio Mancuso la sera del 26 Aprile 1935 in una strada di campagna. Per uxoricidio Antonio fu condannato a 20 anni. In carcere a Turi conobbe Antonio Gramsci anch'egli lì detenuto,

3 - DOMENICA LANCELLOTTI fu uccisa dal marito Malpedi Domenico la notte del 29 Novembre 1938 in preda ad una follia omicida. Motivo: lite per un appezzamento di terreno dotale non avuto dalla moglie. Fu condannato all'ergastolo e morì nell'Ospedale psichiatrico di Volterra il 20/6/1950.

4 - DONATA MARIA GRIPPO uccisa dal marito nella prima notte di matrimonio perchè sospettava di non trovarla vergine. E' questo il famoso femminicidio consumato da Antonio Iunnissi detto Pataticchio il 29 gennaio 19598. Le perizie psichiatriche lo dichiararono affetto da impotenza coeundi strumentale e da imbecillità. Morì l'8/11/1985 nella Casa della Divina Provvidenza - Don Uva di Potenza.

Un altro caso di omicidio di una donna, Maria Luigia Martino, si verificò il 20 Settembre 1933 a causa di una lite per futile motivo con un'altra  donna di un paese vicino; condannata al carcere a vita, morì a Perugia nel 1939.

Prima di concludere la serata Antonio Mancuso ha letto una sua poesia inerente al tema.

                                                                                                                                           G. De Felice

 Breve analisi sul fenomeno del femminicidio in Italia ed in Europa

Il termine “femminicidio” viene utilizzato per descrivere l’omicidio di donne a causa del loro genere. Questo concetto mette in evidenza la natura specifica della violenza che colpisce le donne, evidenziando il contesto di discriminazione e disuguaglianza di genere in cui avviene.   In Italia, il termine “femminicidio” è stato introdotto nella legge n. 119/2013, nota come “Legge sul femminicidio”. Questa legge ha istituito il reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela o convivenza con la vittima di sesso femminile. Ciò significa che se una donna viene uccisa da un familiare o da una persona con cui convive, l’omicidio viene considerato più grave rispetto ad altri casi di omicidio. Nel contesto europeo, la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa è uno strumento chiave nella lotta contro il femminicidio, ed è stata ratificata da numerosi paesi europei, definisce il femminicidio come una forma particolarmente grave di violenza. La Convenzione di Istanbul prevede misure volte a prevenire, perseguire la violenza di genere, compreso il femminicidio. Gli Stati membri sono tenuti ad adottare misure legislative e politiche per garantire la protezione delle donne e delle vittime di femminicidio, nonché per perseguire i responsabili e fornire sostegno alle vittime.  L’Unione Europea ha anche adottato una serie di iniziative per combattere il femminicidio e la violenza di genere in generale. La Direttiva 2012/29/UE, nota come “Direttiva sulle vittime”, stabilisce norme minime per i diritti, il supporto e la protezione delle vittime di reati, comprese le vittime di violenza di genere. La direttiva prevede misure per garantire l’accesso a servizi di supporto, informazione e consulenza per le vittime di violenza di genere.  È importante sottolineare che il femminicidio è un problema sociale complesso che richiede un approccio multidimensionale. Oltre alle misure legislative, è fondamentale promuovere una cultura di uguaglianza di genere, sensibilizzare l’opinione pubblica, fornire supporto e protezione alle vittime, nonché garantire l’adeguata formazione delle forze dell’ordine e degli operatori sanitari per riconoscere e affrontare la violenza di genere in modo efficace.                                da:    Diritto.it


Donna …..denuncia!

Donna, figlia, moglie, madre, amante,

 quante volte, ogni giorno son tante, 

percossa, derisa, sfruttata, derubata

 dell’anima e corpo, umiliata, 

stuprata dall’anonimo mostro, dal maschio bestiale,

 dal mostro di casa, dall’amico abituale.

 Nel dolore più fitto rinchiusa, 

col pensiero alla gogna, non muovi l’accusa.

 Senza fio, discosto da rogna, 

il carnefice gode, ripete… e tu vivi vergogna.

 Così fragile preda ti mostri in sua mano

 e il tuo urlo d’aiuto, or tardi, può essere vano, 

 perché il bruto ti scuote più forte,

 può essere l’ultimo, un grido di morte.

 La tua vita è sol tua, rammenta,

 non permettere a mano irruenta,

 seppur padre, compagno, marito, 

che ti faccia del male, che rimanga impunito. 

Alla prima molestia, alla prima violenza, 

denuncia l’artefice, non aver reticenza. 

Denuncia chi t’offre lavoro o successo,

 e poi su strada ti vende come schiava di sesso.

 Come giunco al passar di tempesta 

non spezzare l’orgoglio, ma solleva la testa, 

men profonda sarà la ferita, 

più lieve il dolore e forse salva la vita! 

                                                                 Antonio Mancuso



Nessun commento:

Posta un commento