5° INCONTRO -09 NOVEMBRE-2016–Prof.
Rocco BASILIO
“I muri
psicologici nella poesia”
Il Prof. Rocco Basilio, che aveva già tenuto il 12
ottobre scorso una relazione su " I muri nella storia", ha continuato
il discorso con una riflessione sui muri psicologici che spesso turbano le
persone, ben espressi in alcune poesie che ha letto e commentato.
Ha iniziato con la poesia di Eugenio Montale
"Meriggiare pallido e assorto" nella quale il poeta descrive un
pomeriggio estivo trascorso in un orto al riparo di un rovente muro. Egli
ascolta i versi di alcuni animali, suoni aspri che si accordano con l'animo
inquieto del poeta. Osserva il muoversi incessante delle formiche, intravede
tra i rami degli alberi, in lontananza, le onde del mare simili a scaglie. In
questa natura poca idilliaca egli riflette sulla vita umana che, nel suo
divenire, gli sembra sbarrata da una muraglia difesa in cima da "cocci
aguzzi di bottiglia" che impediscono agli uomini di aprirsi a nuovi
orizzonti di vita.
Dopo aver brevemente accennato alla vita di
Giacomo Leopardi, segnata da incomprensioni familiari, infermità fisiche e da
un cupo pessimismo - muri psicologici che gli impediscono lo svolgersi di una
vita serena e realizzata - il Prof. Basilio ne legge due poesie:
"L'infinito" e "Alla luna". Nella prima il poeta, seduto su
un colle nei pressi della casa paterna di Recanati, osserva la natura che lo
circonda; una siepe però gli impedisce di spingere lo sguardo sull'estremo
orizzonte: nel silenzio e nella momentanea quiete egli riflette sull'eternità e
sull'inesorabile scorrere del tempo. Nella seconda poesia il poeta, di nuovo
sul colle, guarda la luna con il medesimo stato d'animo angosciato e con gli
occhi offuscati dalle lacrime. La sua vita era ed è tuttora "travagliosa",
il tempo attenua il ricordo del passato dolore, anche se questo è ancora
presente e implacabile.
Il Prof. Basilio ha fatto poi ascoltare parte
della sonata di Beethoven intitolata pure "Alla luna" eseguita da
un'ottima pianista, ma prima ha tracciato un breve profilo del grande
musicista. Colpito da un difetto all'udito aggravato sempre di più con il
trascorrere degli anni fino alla completa sordità, non si rassegnò a questo
"muro" che poteva impedirgli la composizione delle musiche
meravigliose che noi possiamo ascoltare e che egli non riusciva più a sentire
eseguite da una orchestra. Esempio di come una tenace volontà può vincere i
muri che si frappongono al raggiungimento di risultati agognati.
Sulle note della sonata di Beethoven si è chiusa
una bella serata di poesia e di musica.
G.D.F.
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