domenica 20 novembre 2016

5° INCONTRO -09 NOVEMBRE-2016–Prof. Rocco BASILIO
“I muri psicologici nella poesia”
Il Prof. Rocco Basilio, che aveva già tenuto il 12 ottobre scorso una relazione su " I muri nella storia", ha continuato il discorso con una riflessione sui muri psicologici che spesso turbano le persone, ben espressi in alcune poesie che ha letto e commentato.
Ha iniziato con la poesia di Eugenio Montale "Meriggiare pallido e assorto" nella quale il poeta descrive un pomeriggio estivo trascorso in un orto al riparo di un rovente muro. Egli ascolta i versi di alcuni animali, suoni aspri che si accordano con l'animo inquieto del poeta. Osserva il muoversi incessante delle formiche, intravede tra i rami degli alberi, in lontananza, le onde del mare simili a scaglie. In questa natura poca idilliaca egli riflette sulla vita umana che, nel suo divenire, gli sembra sbarrata da una muraglia difesa in cima da "cocci aguzzi di bottiglia" che impediscono agli uomini di aprirsi a nuovi orizzonti di vita.
Dopo aver brevemente accennato alla vita di Giacomo Leopardi, segnata da incomprensioni familiari, infermità fisiche e da un cupo pessimismo - muri psicologici che gli impediscono lo svolgersi di una vita serena e realizzata - il Prof. Basilio ne legge due poesie: "L'infinito" e "Alla luna". Nella prima il poeta, seduto su un colle nei pressi della casa paterna di Recanati, osserva la natura che lo circonda; una siepe però gli impedisce di spingere lo sguardo sull'estremo orizzonte: nel silenzio e nella momentanea quiete egli riflette sull'eternità e sull'inesorabile scorrere del tempo. Nella seconda poesia il poeta, di nuovo sul colle, guarda la luna con il medesimo stato d'animo angosciato e con gli occhi offuscati dalle lacrime. La sua vita era ed è tuttora "travagliosa", il tempo attenua il ricordo del passato dolore, anche se questo è ancora presente e implacabile.
Il Prof. Basilio ha fatto poi ascoltare parte della sonata di Beethoven intitolata pure "Alla luna" eseguita da un'ottima pianista, ma prima ha tracciato un breve profilo del grande musicista. Colpito da un difetto all'udito aggravato sempre di più con il trascorrere degli anni fino alla completa sordità, non si rassegnò a questo "muro" che poteva impedirgli la composizione delle musiche meravigliose che noi possiamo ascoltare e che egli non riusciva più a sentire eseguite da una orchestra. Esempio di come una tenace volontà può vincere i muri che si frappongono al raggiungimento di risultati agognati.
Sulle note della sonata di Beethoven si è chiusa una bella serata di poesia e di musica.

G.D.F.

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