XXXI° incontro - 29 maggio 2024 - prof. Alessandro Lancellotti
"IRAN: Geografia, Geopolitica e Diritti Umani"
Biblioteca comunale - ore 18.30
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XXXI° incontro - 29 maggio 2024 - prof. Alessandro Lancellotti
Biblioteca comunale - ore 18.30
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XXXI° incontro - 22 maggio 2024
La successione ereditaria: modalità di acquisto e problematiche comuni
Avv. Domenico Sannella
Biblioteca comunale - ore 18.30
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XXX° incontro - 15 maggio 2024
"L'origine dei Lucani"
prof. F. S. Lioi
Biblioteca comunale - ore 18.30
I Lucani furono una popolazione appartenente al ceppo italico e di lingua osca, che giunse, nel V secolo a.C., nella terra che da essi prese il nome di Lucania, quel territorio genericamente compreso tra i fiumi Sele, Bradano, Laos e Crati, fino ad allora chiamato dai Greci Enotria, dal nome del popolo abitante in precedenza la regione, gli Enotri.
All'inizio del IV secolo a.C. si espansero verso sud-ovest, nell'attuale Calabria, dove vennero in conflitto con i Greci della Magna Grecia, in particolare con Siracusa che riuscì a dividere i Lucani e a sbarrare loro il passo. L'espansionismo del popolo italico si volse allora verso est, dove si scontrò con Taranto. In seguito presero parte alle Guerre sannitiche e alle Guerre pirriche contro la potenza in ascesa di Roma, che riuscì a sottometterli nel 275 a.C. Tra il III e il I secolo a.C. i Lucani presero parte a diverse insurrezioni italiche contro il dominio romano, senza riuscire a riacquisire l'indipendenza. A partire dalla decisiva battaglia di Porta Collina (82 a.C.) ebbe inizio la loro definitiva romanizzazione.
Le origini del nome restano oscure. Poco convincenti sono infatti sia l'ipotesi che esso derivi dal termine latino lucus ("bosco sacro") sia quella che lo farebbe derivare dal termine greco λυκος ("lupo"). Quest'ultima ipotesi fa riferimento all'uso delle popolazioni sabelliche di adottare un animale totemico come guida nelle loro migrazioni, secondo l'uso della Primavera sacra; tuttavia, proprio l'esempio dei loro vicini settentrionali, gli Irpini ( il cui nome deriva dal termine osco hirpus ("lupo"), rende poco probabile questa ipotesi. I Lucani infatti, pur avendo adottato presto l'alfabeto greco, mantennero sempre l'osco come lingua di uso comune.
Secondo Alfonso Mele apprendiamo: «Il nome dei lucani suona in greco Leukànoi e si pone perciò in relazione con l'aggettivo leukòs, che vuol dire splendente, luminoso; il nome latino è invece Lucani che viene posto in relazione con la parola lux, ma contemporaneamente con il termine lucus 'bosco'. Le due interpretazioni sono coerenti, in quanto lucus deriva da lux ed indica originariamente non tanto il bosco, quanto lo spazio luminoso nel bosco, ossia la radura. In questo modo i Lucani appaiono come gli uomini delle radure e quindi dei pascoli.»
Poco sappiamo dei rapporti dei Lucani con le popolazioni preesistenti dell'interno, chiamate dai Greci Enotri (Itali, Morgeti, Siculi). Al contrario sappiamo che le relazioni con le colonie greche furono decisamente conflittuali. Conquistata alla fine del V secolo a.C. Poseidonia, che i Lucani chiamarono "Paistom" (la Paestum dei Romani), ben presto caddero sotto il loro potere tutte le città della costa tirrenica fino a Laos, con la sola eccezione di Velia.
Gli usi dei Lucani erano in tutto simili a quelli delle altre popolazioni osche. Abitavano città poste sulle alture e vivevano prevalentemente di pastorizia, anche se, nel secolo successivo al loro insediamento, alla pastorizia si associò l'agricoltura e si diffuse l'uso di abitare in fattorie sparse sul territorio.
I Lucani parlavano l'osco, una lingua indoeuropea del gruppo osco-umbro diffusa tra numerosi popoli italici ad essi affini, come i loro vicini Sanniti, che avevano assorbito gli Osci nel V secolo a.C.
Appresero l'uso della scrittura dai Greci; le loro iscrizioni, pur essendo in lingua osca, utilizzavano perciò l'alfabeto greco.
XXX° incontro - 15 maggio 2024
La successione ereditaria: modalità di acquisto e problematiche comuni
Avv. Domenico Sannella
Biblioteca comunale - ore 18.30
L'incontro è rimandato a data da destinarsi
XXIX° incontro - 8 maggio 2024
Autonomia differenziata delle Regioni: analisi e prospettive
Prof. Michele Mancuso
Biblioteca comunale - ore 18.30
Si parla di Autonomia differenziata fin dal 2001, quando fu approvata la Riforma del Titolo V della Costituzione Italiana. Da allora il progetto ha attraversato varie legislature e maggioranze politiche, sotto l'egida di tre regioni del Nord: Veneto e Lombardia (a trazione leghista) ed Emilia Romagna (guidata dal centro-sinistra), godendo sempre di un sostegno trasversale. Con l'attuale Governo, il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, il leghista Calderoli, ha dato nuovo impulso al progetto, riuscendo ad ottenere l'approvazione al Senato del suo Disegno di legge, già a gennaio 2024. Tuttavia l'Autonomia differenziata progettata dal Ministro Calderoli è una proposta molto contestata, perchè si rischia la divisione dell'Italia in tante piccole Repubbliche e perchè potrebbe aumentare il divario tra Nord e Sud. Molti parlano addirittura di "secessione dei ricchi" perchè potrebbe assicurare molti più finanziamenti alle Regioni del Nord, che già dispongono di maggiori risorse rispetto a quelle del Sud.
Questa sera , con il prof. Michele Mancuso, già Docente di Discipline Giuridiche ed Economiche, cercheremo di capire quello che potrebbe succedere quando le diverse Materie e Funzioni passeranno alla esclusiva potestà legislativa delle Regioni, senza alcun Ente sovraordinato che stabilisca i principi generali e che possa fare da contrappeso e da garante del destino comune.
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